Genova-vs-Venezia-la-guerra-dei-gonfiabili

Quella volta che a Venezia hanno copiato l’idea del mortaio galleggiante e tutti hanno detto WOW!

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C’è qualcosa di poetico nel vedere come le idee viaggino, si evolvano e, talvolta, vengano addirittura celebrate, nonostante il loro inizio burrascoso. Ricordate quando, nel novembre 2023, la Regione Liguria decise di promuovere il pesto e le bellezze locali con un gigantesco mortaio galleggiante sul Tamigi? Un’operazione di marketing che suscitò un’ondata di polemiche, critiche e perfino l’indignazione di illustri personalità come Oliviero Toscani, che non esitò a definirla una “schifezza”.

Eppure, appena sei mesi dopo, nel maggio 2024, Venezia ha visto fluttuare sui suoi canali una serie di eleganti tazzine Illy, un’installazione artistica che ha raccolto unanimi consensi, stupore e, ovviamente, nessuna critica feroce.

Cosa è cambiato, vi chiederete? In fondo, l’idea non è poi così diversa: un oggetto iconico, rappresentativo di un prodotto o di una tradizione, che galleggia sull’acqua in una delle città più simboliche al mondo. Quando lo ha fatto la Liguria, si è parlato di promozione, con toni quasi derisori. “Il mortaio galleggia”, dicevano. Ma a Venezia? Ah, Venezia è un’altra cosa. Lì le tazzine “fluttuano”, e il discorso si sposta subito sull’arte, sulla raffinata capacità di creare un dialogo tra tradizione e innovazione. Ma, forse, la verità è un’altra: l’idea ligure non era poi così male, se è stata così felicemente copiata.

Dopo le polemiche, è curioso notare che, alla richiesta della Regione Liguria di fornire idee migliori per promuovere il territorio, non ci fu alcun seguito. Anche questo depone a favore della tesi che in fondo, qualcosa di buono c’era in quell’operazione di marketing tanto bistrattata. Vero è che le tazzine di Venezia hanno una pulizia formale innegabile, che in contesti del genere conta quanto il concetto del resto a Venezia si sono rivolti ad una agenzia di comunicazione, mentre in Liguria, per risparmiare, il layout è probabilmente stato richiesto al fornitore di gonfiabili. Ma a ben vedere, se solo avessero nascosto un po’ meglio la zattera sotto il pelo dell’acqua, chissà, forse avrebbero ricevuto anche loro recensioni sulle riviste d’arte.

E così, mentre a Venezia si celebra l’arte e l’innovazione, alla Liguria rimane la consapevolezza di essere stata pioniera.

Dopo aver chiesto il saldo dell’affitto della bandiera di Genova all’Inghilterra, non sarebbe il caso di chiedere anche i diritti alla celebre azienda del caffè? O, perlomeno, una piccola citazione come autori dell’idea? Dopotutto, se l’imitazione è la forma più sincera di adulazione, la Regione Liguria dovrebbe sentirsi piuttosto lusingata.

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L’agenzia di comunicazione per il marketing territoriale
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