Prendo spunto da due articoli di cronaca, il primo apparso sul secolo XIX di ieri domenica 25/8/2024 a cura di Edoardo Meoli, il secondo su Liguria Day in data odierna a firma Francesca Galleano.
Si stigmatizza il caso di una ristoratrice di Camogli la quale “si permette” il lusso di imporre l’obbligo delle “due portate” ai propri clienti (un antipasto e un primo, un secondo e un dolce, insomma una “normale consumazione”).
Meoli scomoda un po’ tutti: Alessandro Cavo presidente Confcommercio, Luciana Sirolla presidente dei commercianti di Camogli , Matteo Losio (Fepag Confcommercio Genova) e Matteo Zedda ristoratore e presidente CIV Confesercenti. Il pezzo è equilibrato con maggioranza di pro nella libera offerta commerciale.
Tuttavia, premesso che a Camogli non mi pare manchi l’offerta più vasta sia per varietà di cibo che per varietà di prezzi in relazione alla ristorazione, qui non si esclude nessuno, si cerca piuttosto di evitare di essere derisi dai soliti “leoni da tastiera”!
L’ignoranza della legge non scusa e mi pare addirittura ironico immaginare che un esercizio commerciale riesca a determinare tale regola -AFFISSA SULLA BACHECA FUORI DELLA PORTA DI INGRESSO- se la sua offerta non fosse in linea con la richiesta dei propri clienti!
Sarà perché conosco personalmente la proprietaria Valentina Mura e la sua serietà, sarà che ragiono così perché il mio mestiere è il più vecchio del mondo (avvocato), ma se uno non gradisce i miei servigi si rivolge ad un Collega.
Pur vero che tale questione nasca dal classico pezzo da Agosto (come non ricordare che lo scorso anno abbiamo avuto articoli sul costo raddoppiato del coperto per servire un toast con due piattini! E che dire se in molti esercizi liguri leggiamo un bel cartello con scritto ” l’uso dei servizi è riservato ai clienti”?).
Camogli è e rimane “Caput mundi” nei pezzi estivi; la unicità del paesello non lesina altri episodi da Guinnes dei primati: andate a bere un “colpo” al “Pirata” e chiedete, avrete almeno due pezzi da Agosto!
Anni fa il titolare appese due scheletri di “Tirannosaurus Rex” (di plastica) invecchiati con qualche ragnatela in sala: gli mandarono i carabinieri a ispezionare i “reperti” e per sanzionarlo; anni dopo ci fu chi gli fece una recensione negativa per i pesci (anch’essi di plastica!) tenuti nella palla al buio la notte!!!!
Mi voglio soffermare su una riflessione sociologica -se mi si consente vista la leggerezza dell’argomento -: il locale Sā a Camogli è piccolo, intimo e le indicazioni sono fuori della porta: le due portate non escludono dolci ed antipasti….
Oggi ci sono quindi persone che ragionano così: vado a fare la dieta al ristorante, prendo un antipasto e un bicchiere d’acqua.
Ma perché fare lo sforzo di uscire di casa dico io!!!!!
Insomma se siete inappetenti per cena potete farvi un caffé-latte al bar!
Ma attenti al/alla barista che a Camogli potrebbe imporVi l’obbligo della brioches!!!
Oppure -o tempora o mores – permettiamo di entrare e ordinare un bicchiere di nebbiolo per mandare giù la barretta proteica!!!!????
Volete davvero ancora dei ristoranti oppure preferite dei self service 24h?????
Vi dico la mia: preferisco ancora poter scegliere!
Mongolfiera