120 anni/n. 11 – So.Crem, la gestione dell’emotività e dello stress nei luoghi di lavoro

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SPECIALE 120 ANNI DI SO.CREM NUMERO 11

La Società Genovese di Cremazione (So.Crem), attraverso il Centro Studi Edoardo Vitale, ha lanciato un nuovo corso di formazione dal titolo “La gestione dell’emotività e dello stress nei luoghi di lavoro”. Questo corso, strutturato in 16 ore e articolato in 6 edizioni, rappresenta una risposta concreta alle crescenti esigenze di gestire lo stress lavorativo e le emozioni in contesti professionali, un tema sempre più rilevante nel panorama lavorativo attuale.


Contenuti del corso

Il corso offre una panoramica completa sulle principali cause dello stress lavorativo, con un focus sulle tecniche di gestione dell’emotività, l’adozione di strategie di coping e il miglioramento della comunicazione all’interno dei team di lavoro. Viene inoltre affrontato il tema del burnout, una sindrome complessa che colpisce soprattutto coloro che operano in professioni di aiuto, come medici, infermieri, e insegnanti. Il burnout, se non gestito adeguatamente, può portare a gravi conseguenze psicologiche e fisiche, influenzando negativamente sia la vita personale che professionale.


Metodologie e Strumenti

Il corso si avvale di metodologie pratiche e teoriche, che includono sessioni di mindfulness, tecniche di respirazione e rilassamento, e strategie per la gestione efficace del tempo e dei conflitti. Questi strumenti sono pensati per aiutare i partecipanti a riconoscere i sintomi dello stress e a sviluppare competenze per affrontare situazioni lavorative stressanti in modo costruttivo.


Impatto Sociale e Professionale

Le iniziative di So.Crem, attraverso questo corso, mirano non solo a migliorare il benessere individuale dei lavoratori, ma anche a creare un ambiente di lavoro più sano e collaborativo. La gestione efficace dello stress e dell’emotività può infatti portare a un aumento della produttività, una riduzione dell’assenteismo e un miglioramento delle relazioni interpersonali sul posto di lavoro.

Il corso “La gestione dell’emotività e dello stress nei luoghi di lavoro” promosso da So.Crem Genova si inserisce in un contesto più ampio di promozione del benessere psicologico e sociale. Attraverso queste iniziative, So.Crem continua a svolgere un ruolo fondamentale nel supporto alla comunità, offrendo formazione di alta qualità per affrontare le sfide della vita lavorativa moderna.

Ulteriori informazioni riguardanti i corsi e le iniziative di So.Crem Genova sul sito ufficiale, nella sezione dedicata alle attività del Centro Studi Edoardo Vitale.

Eventi e attività ospitate

Il 15° festival teatrale dell’acquedotto, svoltosi nel 2022, ha rappresentato un evento culturale di grande rilievo per la città di Genova. Questo festival, ormai divenuto un appuntamento fisso nel calendario estivo genovese, ha trovato una cornice unica e suggestiva nel cimitero monumentale di staglieno. Organizzato con il sostegno di So.Crem Genova, l’evento ha offerto al pubblico un’esperienza teatrale immersiva, in cui la bellezza storica del cimitero ha fatto da sfondo a spettacoli e rappresentazioni artistiche di grande impatto.

il festival: un ponte tra passato e presente

Il festival teatrale dell’acquedotto, giunto alla sua quindicesima edizione, si distingue per la sua capacità di unire tradizione e innovazione. Quest’anno, il tema centrale è stato il rapporto tra memoria storica e attualità, esplorato attraverso una serie di spettacoli che hanno toccato argomenti come la vita, la morte, e la storia collettiva. La scelta del cimitero monumentale di staglieno come location non è stata casuale: questo luogo, ricco di storia e arte, ha amplificato il messaggio delle rappresentazioni, offrendo una riflessione profonda sul passato e sul presente.

So.Crem Genova: un sostegno alla cultura

So.Crem Genova ha giocato un ruolo fondamentale nel successo del festival, fornendo non solo il supporto logistico ma anche una visione che integra la promozione culturale con la sensibilizzazione verso temi delicati come la morte e la memoria. Attraverso il suo coinvolgimento, So.Crem ha dimostrato come il dialogo tra cultura e società possa creare spazi di riflessione e consapevolezza, contribuendo al benessere collettivo.

gli spettacoli: un viaggio nella memoria

Durante il festival, il pubblico ha potuto assistere a una serie di spettacoli che hanno saputo intrecciare storie personali e collettive. Le rappresentazioni hanno spaziato da monologhi intimi a performance corali, tutte accomunate da una forte carica emotiva e da una riflessione sui temi universali della vita e della morte. L’ambientazione tra le statue e i monumenti del cimitero ha conferito a ogni spettacolo un’atmosfera unica, facendo rivivere la storia attraverso l’arte.

un successo di pubblico e critica

Il 15° festival teatrale dell’acquedotto ha registrato un grande successo, attirando non solo gli abitanti di Genova ma anche un pubblico più vasto, attratto dalla singolarità dell’evento. La critica ha elogiato sia la qualità degli spettacoli che l’originalità della location, sottolineando come il festival abbia saputo rinnovarsi pur mantenendo un forte legame con le sue radici culturali.

Spoglie: riti e funzioni nella storia

Il giainismo, piccola grande religione dell’India

Tra le religioni di quella terra dai mille volti e mille storie che è l’India, credo che il giainismo sia la meno conosciuta in Occidente. Non sono molti i fedeli giainisti, pochi milioni che vivono soprattutto nell’India nord-occidentale. Il giainismo è, come il buddismo, un “figlio” dell’induismo, da cui si è staccato con un movimento di riforma rispetto all’ortodossia vedica e brahmanica.

Per i giainisti l’universo è eterno e increato, esistono gli dei ma non esiste un Dio creatore. Si venerano i Jina, i ventiquattro grandi maestri (jina significa in sanscrito “vincitori” delle proprie passioni), l’ultimo dei quali, Vardhamana (detto Mahavira, “grande eroe”) fu più o meno contemporaneo a Buddha nel VI-V secolo a.C.

Come gli induisti e i buddisti, anche i gianisti credono nella reincarnazione e nel samsara, il ciclo eterno delle rinascite, a cui il fedele può porre fine attraverso pratiche di austerità, liberandosi dal proprio karma (la somma algebrica delle proprie azioni positive e negative determinate dalla passioni materiali che condizionano e influenzano le vite successive) e raggiungendo il nirvana, lo stato di eterna quiete.

Accanto a principi etico-morali che si trovano anche in altre religioni, monoteismi compresi, quali il non mentire e non rubare, la castità o la monogamia, il non desiderare il superfluo, è per i giainisti molto importante l’Ahimsa, il rispetto di ogni forma di vita, che porta alcuni fedeli e monaci particolarmente “ortodossi” a – ad esempio – forme estreme di vegetarianesimo, a spazzare la via davanti ai propri piedi per non calpestare inavvertitamente piccoli insetti, a coprirsi la bocca con un fazzoletto per non ingoiarne qualcuno senza volerlo…

Similmente all’induismo, anche per il giainismo la cremazione è il modo corretto di affrontare la morte del corpo fisico, in attesa che l’anima si reincarni in un nuovo essere (o si sublimi nel nirvana).

Il personaggio
“Chi è che si accontenta di amare una sola volta? Ci sono persone che sono morte e che ancora sento che amano
Honoré de Balzac


La Società Genovese di Cremazione (So.Crem)

Fondata il 14 aprile 1897 e riconosciuta come Ente Morale nel 1902, rappresenta una realtà consolidata nel panorama del Terzo Settore italiano.

La commemorazione di Giuseppe Mazzini – le sue vicende post-mortem…

Mazzini morì a Pisa il 10 marzo 1872 e la sua salma giunse al cimitero di Staglieno il giorno 17 per essere posta nella camera ardente. Una parte dei protagonisti del Risorgimento desiderava “perpetrare in eterno il mito dell’Apostolo” e propose allo scienziato Paolo Gorini di imbalsamare la salma (Lenin non ha inventato niente…).

Lo storico Sergio Luzzatto, nel suo saggio “La mummia della Repubblica. Storia di Mazzini imbalsamanto 1872-1946” Milano 2001, scrive che Gorini è “esperto della tecnica imbalsamatoria conosciuta come pietrificazione, consistente nella sostituzione dei liquidi organici presenti nei tessuti con sali minerali che li rendono duri” e tra la primavera e l’autunno del 1872 si dedicò alla complessa operazione, vigilato e assistito da alcuni garibaldini tra cui Giuseppe Cesare Abba e Agostino Bertani.

Naturale che l’intervento suscitasse molta curiosità tra i cultori genovesi delle scienze, tanto che il 5 luglio Gorini venne invitato a tenere una conferenza presso la Società di Letture e Conversazioni Scientifiche”, in cui illustrò gli esperimenti sui sistemi di conservazione delle membra umane e animali; con un gusto forse un po’ macabro portò a modello una tabacchiera realizzata con una mammella di mucca, un rospo e tre teste umane. Roba per stomaci non troppo delicati…

Pur disposto alla divulgazione di carattere generale, Gorini fu però assolutamente restio a rendere noto il suo particolare processo di pietrificazione (lui preferiva definirlo di “legnificazione”) e diceva che “questo segreto, di cui però lasciai comprendere qualche cosa al Dottore Bertani, scenderà meco nel sepolcro”.

Però fu meno restio a rendere di pubblico dominio “il mio sistema per la purificazione dei corpi. Intendo dire il mio crematorio. Vorrei anzi poter promuovere in proposito una vasta propaganda, poiché nella purificazione dei cadaveri mediante il fuoco, si ha un fattore primissimo d’igiene; inoltre questa riduzione in candida ceneere dei corpi di chi ha vissuto corrisponde appieno al sentimento dell’umana diginità: vorrei poter ridurre tutta l’umanità in cenere”.

La salma “pietrificata” di Mazzini, vestita di nero, viene esposta al folto pellegrinaggio laico nella camera ardente dal 10 al 13 marzo 1873; il 10 marzo 1874 viene trasferita nel Boschetto del cimitero all’interno del sepolcro progettato dal giovane architetto mazziniano Gaetano Vittorio Grasso. Nello stesso anno, durante la seconda Esposizione Artistico-Industriale di Genova la Massoneria genovese presenta il modello in cera della medaglia d’oro da coniare in onore di Gorini, modellata da Adolfo Pieroni su disegno di Pietro Prospero Cassini, che reca “nel diritto il profilo di Paolo Gorini e nel rovescio una figura emblematica, significante la Massoneria genovese, che dolente per la morte di Giuseppe Mazzini, ammira il risultato della scienza che ne tramanda ai posteri la venerata sembianza”.

So.Crem invita chiunque a sostenere i suoi ideali di civiltà e progresso, offrendo la possibilità di partecipare a iniziative culturali e di esprimere la propria volontà di cremazione attraverso l’iscrizione all’associazione. Con sede e direzione in Via Lanfranconi, 1/4 Sc. A, Genova, So.Crem continua a essere un punto di riferimento per chi cerca un approccio rispettoso e consapevole alla cremazione e al fine vita.


SPECIALE 120 ANNI DI SO.CREM NUMERO 11

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