La notte delle streghe
In un’estate ancora da finire sotto al sole pomeridiano davanti al mare, con le mie amiche Letizia ed Antonella di Benevento, parlavamo delle curiosità su Roma. Letizia aveva partecipato ad una visita guidata sui segreti di San Giovanni in Laterano a Roma e della notte delle streghe Beneventane in concomitanza del solstizio d’estate.
Ecco che nasce in me la voglia di raccontare questa leggenda.
L’Italia e forse l’Europa era pervasa dall’idea che streghe e diavoli avessero eletto il noce di Benevento come luogo di ritrovo.
Una leggenda vuole che per ordine del Papa Pasquale II, il suo pontificato nel periodo: 1099-1118, venisse sradicato il noce dove a Roma danzavano i diavoli e le streghe nel cuore della notte. E in questo luogo venne poi eretta la chiesa di Santa Maria del Popolo.
Si narra che durante il regno di Costante II imperatore d’Oriente, il vescovo Barbato (Castelvenere, 602 – Benevento, 19 febbraio 682), venerato poi come santo, fece tagliare la pianta attorno alla quale si radunavano le schiere streghe volanti giunte a Benevento da ogni dove per i riti demoniaci.
La Festa tra sacro e profano di San Giovanni a Roma è una tradizione lontana, ma alcuni romani amano ancora celebrare. In particolare i festeggiamenti hanno inizio in quella che è meglio nota come “notte delle streghe” a cavallo tra il 23 e il 24 giugno. Nei Giardini di via Sannio, ad esempio, si celebra la Notte delle Streghe nella giornata del 23 giugno.
La notte delle streghe
La leggenda racconta che in questa notte le streghe si radunassero sui prati del Laterano chiamate dai fantasmi di Erodiade e di sua figlia Salomè, dannate per aver causato la decapitazione di San Giovanni e andassero in giro per la città a catturare le anime prima di proseguire per Benevento, città delle streghe per eccellenza.
Per questo i romani facevano benedire i letti e la porta della propria casa, per poi mettersi in cammino, con torce e candele accese, verso la piazza di San Giovanni in Laterano. Qui si accendevano falò per scacciare le forze occulte, si pregava, c’era chi portava il “callaro“, un grande pentolone, in cui si cucinavano le lumache al sugo, cibo rappresentativo della distruzione delle avversità e delle preoccupazioni. Alle prime luci dell’alba, la rugiada sui campi veniva raccolta poiché si diceva avesse poteri curativi, inoltre si comprava l’aglio come dice anche il proverbio “Chi non compra aglio a San Giovanni, è povero tutto l’anno”.
Nella notte venivano aperti i bagni del Tevere, i romani potevano rinfrescarsi alla fontana di San Giovanni e credevano che, nel giorno della sua festa, il santo avrebbe fatto miracoli, più che nel resto dell’anno.
Una festa grande, in cui si mangiava, si beveva, si suonavano tamburelli, campanacci, trombette e petardi per cacciare le streghe e le forze occulte. La festa di San Giovanni terminava al sorgere del sole, con il tradizionale sparo del Cannone di Castel Sant’Angelo. Si lasciavano così da parte le credenze profane e veniva celebrata la messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
L’acqua di San Giovanni
La tradizione vuole che, nella notte delle streghe, si prepara una particolare acqua che si crede curativa, benefica, persino miracolosa. Si diceva portasse anche amore e prosperità. La preparazione dell’acqua di San Giovanni, è semplicissimo.
Si inizia nella serata del 23 giugno: al tramonto si raccolgono fiori e erbe di campo e vanno messe in un recipiente o in una brocca con l’acqua. Il contenitore va lasciato all’aperto tutta la notte, così che fiori e erbe possano assorbire la rugiada del mattino. Nella mattina del 24 giugno l’acqua va utilizzata per lavare il viso e il corpo e, se avanza, la si regala a chi si vuole. La condizione è solo una: va usata entro la giornata di San Giovanni.
Ricordiamoci che all’inizio dell’estate tra il 23 e 24 giugno, se di notte nel cielo vediamo una scia luminosa passare sopra San Giovanni in Laterano, sono le streghe beneventane che per scherno ricordano a San Giovanni l’accaduto, mentre vanno a radunarsi a Benevento per il loro riti!
A presto al prossimo giro sulle storie di Roma
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