A Mallare di scena gli amatori del teatro dialettale

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Centro Culturale Mons. Moreno, Mallare Savona.
Amici lettori di Liguria day, con voi oggi abbiamo il piacere di fare un salto dall’arte figurativa a quella teatrale e se è vero che il buon vino è nelle botti piccole il teatro buono è anche nei piccoli teatri e se noi quantificassimo il numero degli attori, dei piccoli teatri e di tutti coloro che insieme a loro contribuiscono in tutta Italia alla realizzazione di una stagione teatrale, la passione e il gran lavoro che emerge da queste realtà potremmo paragonarla alla forza straordinaria delle eruzioni di fuoco, lava e lapilli del miglior Etna e se poi le rappresentazioni teatrali nei piccoli teatri sono a carattere amatoriale e per di più dialettale, allora amici miei lo spettacolo è assicurato, di chi parliamo?

Prima di tutto vorrei dirvi di cosa parla la commedia “Un nido di vespe e di vesponi” (un niu dè vespe e dè vespuin) per la regia di Carla Pozza, che dopo essere stato rappresentata il 31 Luglio 2024 dalla compagnia della commedia dialettale Bruna Taraddei, presso il teatro Club Celesia, Villa Groppallo Vado Ligure (SV) dopo lo strepitoso successo ora a grande richiesta ritorna alla ribalta il 24 agosto 2024 presso il teatro del centro culturale Mons. Moreno a Mallare (SV).
Però prima di entrare nella storia di questa rappresentazione vorrei brevemente parlarvi di Mallare piccola cittadina delle mele dove la natura vive in simbiosi perfetta con chi ha grande amore per questi luoghi così lontani dal caos generale che avvolge e travolge le grandi e medie città, qua i profumi sono arte, il silenzio è melodia per il povero nostro udito in overboost dal frastuono contemporaneo, a Mallare la bellezza ha mille colori, i colori delle quattro stagioni nelle quali i cambiamenti climatici ancora non hanno fatto breccia, Mallare pochi abitanti ma felici, felici al tal punto di ospitare presso il proprio centro culturale intitolato a Mons. Moreno un fitto programma di commedie perché anche nella quiete della Val Bormida ridere è da tutti e una risata è il miglior rimedio alle immancabili crepe nella vita di ognuno di noi. A Mallare provincia di Savona un torrente dall’acqua limpida ispira serenità e due alberi monumentali fanno spicco da oltre duecent’anni, a Mallare in un piccolo Santuario la storia ricorda il lontano passato attraverso la fede e con la casa del Conte ne possiamo immaginare la vita d’altri tempi.


A Mallare, gente, venite gente che con questa commedia si ride ma anche si sogna.

photo by : wikipedia

“Un niu dè vespe e dè vespuin”
La storia è nota, dalla nostra nascita si è prima bambini, poi adolescenti, si cresce, si diventa grandi, poi grandi un pò di più e infine si diventa anziani, come da tradizione magari forse avendo le loro buone ragioni purtroppo appaiono pure un pò rompicoglioni, diventando giocoforza un adorabile e affettuoso peso per i parenti e per la società, alla fine della giostra nella maggior parte dei casi si finisce in una casa di riposo o in una RSA pertanto i protagonisti di questa storia hanno ognuno una propria anima ma in loro con ancora la forza di vivere, reagiscono e si ribellano alla prigionia forzata in una sequenza di battute, equivoci, colpi di scena. Wilma cerca amicizia e complicità, Kate sempre burbera, arcigna, addolorata e malinconica ma sempre con la parola giusta al momento giusto, Lucia ama l’amore come nei fotoromanzi, lasciategli cari miei almeno il piacere di sognare! Flavio è un vecchio lupo di mare che beve per dimenticare ma non vuol mollare perchè la sua personalità ancora non è vinta, Piero è ammalato? Oppure no? E’ un abile stratega, si sà gli anziani in tarda età diventano furbetti e sopra tutte le parti abbiamo la direttrice che si sente leader e che vuole farsi rispettare, hai visto mai che i vecchietti prendano su di lei il sopravvento; per fortuna che c’è un assistente originale strabordante che colora e ravviva la vita del college per matusa. il finale è positivo mica perchè trattasi di una commedia ma perchè la speranza e l’ottimismo va vissuto fino alla fine, tutti noi alla fine della nostra storia è giusto che il sipario lo si chiuda con una risata in faccia al destino uscendo di scena tra gli applausi, perfino più di uno chiederà il bis. Un momento aspettate ad alzarvi dalla poltroncina che non ho finito….la recitazione in dialetto non è affatto male e l’uso del linguaggio dei nostri padri non è importante solo per una questione tradizionalistica e sentimentale nonchè per quel senso mai sopito di appartenza ad un territorio, no cari miei, il dialetto nasce dalla strada, dalla vita di tutti i giorni, dall’amore per la vita con un debito di riconoscenza verso il fato che ci ha fatto nascere in questo splendido paese dove dalle Alpi all’ultima isola laggiù in Sicilia ogni parola viene detta prima con il cuore, tante parole messe insieme che non troverete mai in un dizionario. Dietro la regia attenta e appassionata financo festaiola, gli attori il 24 Agosto reciteranno la parte al loro meglio, ce la metteranno tutta per fare bene, sulla scena non sentiranno l’età ma solo la responsabilità di recitare come i grandi e gli spettatori presenti non avranno pretese ma solo la voglia di divertirsi.

Amici lettori di Liguria day ringraziando la cittadina di Mallare, il centro culturale Mons. Moreno, tutto lo staff componente la compagnia teatrale del Club Teatro Celesia, come non ricordare i numerosi spettatori che parteciperanno a questa rappresentazione teatrale con una dedica speciale per l’art promoter Angie Macrì, scopritrice di talenti, amici lettori di Liguria day ci rivedremo ancora per una mostra o ancora in teatro con grande e reciproco piacere ed ora per per conoscere meglio l’attività di questa compagnia ho rivolto un paio di domande alla regista dello spettacolo per entrare simbolicamente nell’atmosfera affascinante e sentimentale del linguaggio dialettale quindi ho posto le mie domande nel mio dialetto Romanesco.


D: Carla pòrtate n’scena le vostre commedie come reazzione simpaticamente rivoluzzionaria nei confronti dè nà quotidianità assurda, malinconica, divisiva, triste, violenta, distratta, egocentrica?” N’zomma fate ride la gente perchè stò manicomio che è la nostra esistenza oramai cè fà troppo piagne?


R: Voi Walter , serchio’ de rispunde se ti domande, magari u dialettu nu sun bravissima a scrivilu, ma sercu de folu. E commedie che niotri interpretemmu hanno sempre na murole, questi sempre allegra cun u finale pusitivu. Niotri de solitu e nostre commedie sun scritte da quella ca l’è stata finna pocu tempu fa a nostra regista, ora a sostituisciu mi.


D: “Che programmi cjavete pè la prossima stagione?” Allora che fate? Chè novità vè state a n’ventà per prossimo anno?


R: U prossimu nistru prugettu u l’è na commedia nun in dialettu, perché ogni tantum u se fa qualcosa de diversu.
“Nà domanna falla pure a me, chiedeme quello che tè pare” Vojo dìì, nun tè fà probblemi, sappi solo che come tè mè piace ride, tutto quà.

D: A ti che te in brovu scritture te dumandu : ti vo continuo a culaburo cun niotri? In saluiu a presto.

R: Carissima Carla,certo che potrei collabborà cò vòi, siete nà bella compagnia dè gente vivace e piena dè vitalità, Tè devo dìì la verità, tutto dipende dar tempo e dall’ispirazzione perciò nun tè faccio promesse ma sì avessi l’idea bona dè sicuro anche da lontano poi collaboramo e dè sicuro poi sè divèrtimo. N’teatro come si dice? Merda allora famo doppia?

E con questo beneaugurante augurio, amici lettori vi aspettiamo allo spettacolo, buona commedia per tutti poi ci rivediamo a presto sempre qui per altre pagine di cultura.

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Info Walter Festuccia

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Walter Festuccia, Roma 16 Marzo 1958, diplomato come aiuto scenografo presso il Cine Tv di Via della Vasca Navale di Roma. Artista per natura, artigiano per tradizione, pittore, scrittore. Per il mio stile utilizzato nello scrivere, amo definirmi jazzista della parola, tutto di me è racchiuso in queste definizioni. La mia scrittura, anche se è apparentemente espressa in maniera ironica e demenziale, lascia sempre una finestra aperta oppure un indizio rivolto all'attualità, tutto in un mix di fantasia quasi astratta che diventa con ciò il mio linguaggio espressivo. Come pittore, l'astrazione, l'informalità e l'uso manuale e gestuale della materia sono il mio "io" dentro di me che quando dipinge o scrive si lascia guidare dalla passione e dall'immaginazione attraverso la quale riesco a "vedere" la scena e a "sentire" i dialoghi di ogni mio componimento. Firmo testi e opere come Walter Festuccia oppure Walter Fest.

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