C’è un generale sconforto in chi esercita determinate professioni, pare sempre più evidente un accanimento del legislatore contro gli esercenti ed i liberi professionisti.
Il caro vita fa tagliare alle famiglie il superfluo e se è vero che c’è chi non si può più curare, c’è chi lascia crollare gli immobili e chi non litiga più. Meno pratiche per tutti! Sarà questa la tanto agognata semplificazione? Un bell’immobilismo?
Prendiamo ad esempio la professione che frequento da vicino: sempre più avvocati lasciano per diventare dipendenti amministrativi: cancellieri, impiegati del comune, insegnanti, dipendenti dell’agenzia delle entrate, ma anche poste , polizia municipale (facile pensare all’ironia di Checco Zalone sul posto fisso!). Ma solo trenta anni fa tutti i laureati sognavano il percorso contrario. Libertà contro schiavitù, libero pensiero contro servilismo e aziendalismo.
E quindi quale sarebbe il problema?
Uno solo: il conto in banca (magro, troppo!) e la mancanza di garanzie… Le vacanze si pagano, non sono ferie; la malattia non ha la mutua, però posso avere la febbre a 38 anche in val d’Aosta o a Camogli che nessuno controlla perché nessuno mi paga durante la malattia!.
Immaginate una famiglia con queste garanzie!
Una volta i guadagni alti permettevano di esercitare comunque la professione, oggi a parità di reddito, ci sono vantaggi solo per i dipendenti.
E la libertà non è un enorme vantaggio?
Si, ma il tempo libero senza poter pagare viaggi e vacanze è solo una tortura, ed inevitabilmente ci lascia con il riso, ma amaro, sulla bocca.
Mongolfiera