Impresa Italia: confermate le 40 medaglie di Tokyo... e forse qualcosina di più

Impresa Italia: confermate le 40 medaglie di Tokyo… e forse qualcosina di più

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Le medaglie degli atleti azzurri non si fermano più, ripetendo l’impresa di tre anni fa anche a Parigi 2024: deve ancora arrivare la medaglia numero 40 per l’Italia, tecnicamente, ma con la nazionale femminile di pallavolo in finale per l’oro, si tratta solo di capire di quale peso sarà. E non è detto che questa ultima giornata di giochi non possa riservare ancora qualche sorpresa, perché non solo le ragazze del volley sono in finale, in questa ultima giornata di Giochi. Ma forse più importante ancora, gli azzurri sono andati a medaglia tutti i giorni di queste Olimpiadi parigine, dimostrando il valore di tutti gli atleti e il grande lavoro di tanti movimenti sportivi, che spesso non trovano spazio e attenzione sui media.

Le medaglie di sabato 10 agosto

Nella giornata di ieri hanno cominciato bene le ragazze della ginnastica ritmica, conquistando il bronzo e confermando il risultato degli scorsi Giochi. Una perdita ai cerchi, per quanto subito recuperata, e un momento di incertezza nell’esercizio con nastri e palle per evitare che si formasse un nodo sono le minime imperfezioni che le ginnaste commettono, dietro a una Cina stratosferica e a Israele, particolarmente benvoluto dalla giuria.

Un risultato importantissimo, a prescindere dal colore della medaglia, considerando l’anno terribile che la squadra della ritmica ha vissuto, con le accuse di abusi e di violenza psicologica da parte di una ex compagna alla storica allenatrice, Emanuela Maccarani. Uno scandalo tale che la squadra ha chiesto che non si usi più il soprannome delle “Farfalle”, segno dello shock e del caos che l’inchiesta ha causato.

Una medaglia quindi molto sentita ed emotiva, anche per la sorpresa del fidanzato della capitana Alessia Maurelli, Massimo Bertelloni, che dopo la cerimonia di premiazione si inginocchia e fa la proposta di matrimonio.

Bronzo inatteso nel pentathlon maschile

Tra le prove che lasciano più interdetti gli spettatori forse c’è il pentathlon moderno, una gara a punti che somma i risultati in prove di equitazione (salto a ostacoli), scherma, nuoto e laser un, una prova di corsa combinata al tiro. E proprio quest’ultima disciplina ha permesso a Giorgio Malan di compiere un’incredibile rimonta ieri nella finale maschile. Buona prova anche di Matteo Cicinelli, che ha chiuso in quinta posizione.

«L’avevo detto ieri, potevo fare meglio. È fantastico. Ho immaginato questo giorno molte volte quest’anno. Di questa finale mi sono goduto ogni momento e questo era il mio obiettivo», ha detto Malan alla premiazione. «Mi è piaciuto tutto, fantastico. Vengo dall’Italia, è vicino a qui. Tutti i miei amici, tutta la mia famiglia, erano tutti qui e mi hanno dato tantissima energia, È stupendo. Devo ringraziare la mia famiglia, il mio gruppo di tifosi, la mia squadra, i miei allenatori e tutto lo staff».

Ancora madison, argento per la Elia Viviani e Simone Consonni

Gli italiani ci hanno preso gusto con questa specialità del ciclismo su pista: dopo l’oro di ieri nella prova femminile, Viviani e Consonni provano a fare il bis, dominando la gara e riuscendo a conquistare anche un giro. Verso il finale purtroppo però Consonni cade: Viviani tiene mentre il compagno di squadra si rimette in sella e riparte, ma il Portogallo riesce ad approfittarne per agguantare la prima posizione.

«Ho accarezzato il sogno. Abbiamo commesso solo un piccolo errore, ma alla fine va bene anche così», commenta con gli occhi lucidi Viviani, che chiude così una grandissima carriera nell’omnium. Commosso anche lo staff tecnico, anche al pensiero di quanto l’Italia sia cresciuta nel settore dalle Olimpiadi di Londra, edizione in cui Viviani era l’unico azzurro in gara nel ciclismo su pista. Nel giro di 12 anni, questa disciplina parla decisamente azzurro, con un oro, un argento e un bronzo complessivi.

Salto in alto, Tamberi bloccato dalle coliche renali ci prova lo stesso. Grande prova di Sottile

Sembrava che stesse meglio, tanto che era riuscito a qualificarsi per la finale olimpica, ma ieri Gianmarco Tamberi ha tenuto i suoi fan in attesa al ripresentarsi dei sintomi delle coliche renali di cui ha sofferto negli ultimi giorni. L’annuncio del problema, un rocambolesco passaggio in ospedale nel pomeriggio – l’atleta comunica di aver anche vomitato sangue – e tuttavia ci vuole essere, anche se non potrà difendere il suo titolo olimpico, una delle medaglie più belle di Tokyo 2020, condivisa con l’amico e rivale di sempre, il qatarino Mutaz Barshim.

Tamberi si presenta in pedana e salta, ma i problemi di salute sono evidenti nella rincorsa scarica e nelle difficoltà incontrate già a 2,22 metri, misura che comunque riesce in qualche modo a superare al terzo tentativo. 2,27 però è già oltre le sue possibilità, alla luce di un fisico asciuttissimo e compromesso.

Eliminato, Gimbo abbraccia il compagno di squadra, Stefano Sottile, che sembra pronto a raccogliere il testimone e che fa la gara della sua vita, superando il proprio record personale e riuscendo a saltare 2,36 metri. Una misura ottima, ma che gli vale comunque “solo” il quarto posto. Terzo Barshim, dietro agli indiavolati Kerr e McEwen, rispettivamente neozelandese e statunitense. I due saltano entrambi a 2,38 metri, ma sbagliano: tuttavia, rifiutano di condividere il gradino più alto del podio come avvenne a Tokyo, e tornano indietro per lo spareggio. McEwen commette un errore sul 2,34 e quindi l’oro va al kiwi Kerr.

Grande delusione per Tamberi, che aveva previsto di chiudere in grande spolvero la carriera con questa finale olimpica e che deve accontentarsi di guardare in lacrime gli ultimi salti della finale.

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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