Secondo le ultime indiscrezioni, il governo starebbe valutando un aumento della tassa di soggiorno studiato a seconda del prezzo delle diverse strutture ricettive. In parole povere, questa maggiorazione dovrebbe raggiungere un massimo di 25 euro a notte per quanto riguarda gli hotel extralusso con tariffa a notte superiore ai 750 euro, mentre per quanto riguarda quelli al di sotto della soglia dei 100 euro a notte l’aumento massimo non dovrebbe superare i 5 euro.
Nei piani del governo, la misura dovrebbe sia finanziare interventi di miglioramento del settore turistico sia sostenere la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Nonostante ciò, l’ipotesi di un aumento della tassa di soggiorno ha subito messo in allarme Confindustria alberghi e Federalberghi, spingendo lo stesso ministro Santanchè a smentire ogni ufficialità.
Secondo le diverse associazioni di categoria, questa manovra rischierebbe infatti di provocare una non trascurabile flessione delle prenotazioni, un pericolo particolarmente grave considerato il recente rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Per non parlare del fatto che, con l’estensione dell’aumento della tassa di soggiorno a tutti i Comuni che ne fanno richiesta, il governo correrebbe il serio rischio di compromettere la competitività delle imprese alberghiere e delle destinazioni turistiche del territorio, nonché di un intero settore traino dell’economia nazionale.