Maurizio Leonardi Lombardi

“Chiedo a Mattarella di rimuovere Fugatti”: Maurizio Lombardi Leonardi scrive al Presidente

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L’appello a Mattarella per fermare Fugatti

Il caldo di questi giorni non rallenta Maurizio Lombardi Leonardi ed il suo costante ed assiduo impegno nei confronti degli animali.

Responsabile del Dipartimento Nazionale Tutela e Benessere degli Animali Rinascimento Vittorio Sgarbi, Lombardi ha infatti deciso di scrivere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’iniziativa di Lombardi è nata dopo l’uccisione notturna dell’orsa KJ1 per decisione del presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.

Leonardi ha ritenuto necessario coinvolgere il capo dello Stato per chiarire alcuni aspetti fondamentali della vicenda e per chiedere la rimozione del governatore trentino.

Ho raggiunto Lombardi al telefono e gli ho chiesto alcuni chiarimenti in merito alla vicenda dell’orsa KJ1 e alla lettera inviata al Presidente Mattarella.

Maurizio Lombardi Leonardi, come nasce la decisione di scrivere al presidente Sergio Mattarella?

Vuole l’assoluta verità? E’ una decisione che nasce dalla disperazione.

La realtà dei fatti ci dice che nulla di concreto possiamo fare per evitare la prossima uccisione.

La lettera, come si può leggere, è molto tecnica e non strappalacrime.

Se è vero che non si può fare nulla per il prossimo orso, è certamente doveroso che il presidente Mattarella e quante più persone possibili siano informate su quanto sta accadendo in Trentino.

Sinceramente che cosa si aspetterebbe dal presidente Mattarella?

Mi aspetterei che decidesse di spendere almeno una parola per porre la sua attenzione su un problema della regione autonoma di Trento che sta gestendo le cose come nel peggiore Far West.

Mi auguro poi che la conoscenza dei fatti possa arrivare a moltissimi italiani.

Maurizio Lombardi Leonardi
Maurizio Lombardi Leonardi

Dal progetto Life Ursus al decreto ammazza orsi

E a proposito di conoscenza, è doveroso ripercorrere alcuni punti relativi al progetto Life Ursus che ha reintrodotto gli orsi in Trentino.

Risale a qualche mese fa la legge ammazza orsi che prevede l’uccisione di 24 esemplari in tre anni. Un autentico fallimento sotto tutti i punti di vista del progetto Life Ursus.

Nel caso non fosse noto, è stato infatti l’uomo ad estinguere gli orsi sulle Alpi, salvo poi, in un rigurgito di coscienza, decidere di fare il possibile per reintrodurli.

A tale scopo parte nel 1999 il progetto Life Ursus con l’intento ben preciso di salvare i pochi  orsi rimasti ai quali sono stati poi aggiunti dieci esemplari importati dalla Slovenia.

Il tutto, naturalmente, grazie ad un finanziamento dell’Unione Europea.

I dati ci dicono che in oltre 20 anni gli attacchi all’uomo sono stati circa 5.

E’ vero che gli orsi sono aumentati – non era questo l’obiettivo di Life Ursus? – ma non si può certo parlare di invasione.

Gli abitanti della regione, un tempo contenti per la rinnovata presenza dei plantigradi, ora non lo sono più.

A parte che gli orsi non sono lì per accontentare o dispiacere nessuno, dal momento che la loro presenza è fondamentale in termini di biodiversità, bisogna dire che sono stati commessi molti errori.

Gli incidenti si prevengono: con una corretta informazione e con una buona dose di educazione, altrimenti la convivenza diventa difficile.

E gli incidenti che si verificano in tutti questi ambienti che spesso e volentieri noi invadiamo senza prudenza, rispetto e conoscenza, ne sono la prova.

Dopo il primo ventennio di ripopolamento, c’è stato un drastico dietrofront: gli orsi ora sono troppi, bisogna abbatterli, Fugatti li vuole dimezzare e procede senza esitazione alcuna.

Orsa KJ1: l’aggressione al turista e la condanna a morte

L’uccisione dell’orsa KJ1 è accompagnata da numerose polemiche e persino il turista aggredito il 16 luglio Vivien Triffaux si sente in colpa e ha dichiarato:

“Sono davvero addolorato che il nostro incontro le sia costato la vita. Voleva solo proteggere i suoi cuccioli”.

Maurizio Lombardi Leonardi, come mai aumentano ogni giorno le critiche in merito all’uccisione di mamma orsa?

E’ inevitabile che questo accada. E’ già la seconda volta che si applica il radiocollare ad un orso per il quale poi dopo qualche giorno scatta l’ordine di uccisione.

Con il radiocollare l’animale è monitorato costantemente ed è certo molto più semplice localizzarlo.

Girano inoltre voci – non confermate – che l’orsa KJ1 sia stata uccisa a sangue freddo, non narcotizzata e con i cuccioli accanto.

Il punto fermo, al di là delle voci, è che la Provincia di Trento ha aggirato i due ricorsi al Tar.

Come ha operato il presidente Fugatti?

Il presidente Fugatti ha firmato l’ordinanza alle 21.45 di sera e l’orsa KJ1 è stata uccisa nella notte.

Di fatto Fugatti ha scavalcato i due ricorsi al Tar per il trasferimento dell’orsa.

Ed è assolutamente illegittimo uccidere un esemplare pericoloso dopo che LAV aveva proposto il trasferimento, a proprie spese, in una zona sicura.

Adesso ci sarà un susseguirsi di manifestazioni nazionali contro Fugatti, ma siamo sicuri che questa frammentazione sia produttiva?

A mio avviso non aiuta. Sono del parere che le grandi associazioni – LAV, Enpa ed OIPA – potrebbero fare molto di più ed ottenere risultati migliori se invece di disperdere energie canalizzassero tutte le loro forze per il raggiungimento degli obiettivi comuni.

Ogni volta che succede qualcosa in Trentino si dice che, però, il 51,8 % ha rinnovato il voto a Fugatti: come la mettiamo?

E’ corretto specificare che Fugatti ha preso voti soprattutto nelle zone rurali della regione, mentre a Trento il favore nei suoi confronti non è così clamoroso.

L’anno scorso ho preso parte ad una manifestazione in centro città e sono stati numerosi i cittadini che mi hanno riconosciuto e ringraziato per il lavoro che porto avanti a tutela degli animali.

Soprattutto si sono premurati di dirmi che non tutti, in città, approvano i comportamenti di Fugatti nei confronti dei plantigradi. 

Quali sono le sue prossime azioni a tutela degli orsi?

Ho già in mente di scrivere alla Corte Costituzionale Europea per portare questo problema sul tavolo di Bruxelles.

E’ impensabile che in Trentino si continui ad agire in questo modo totalmente irrispettoso ed anarchico.

Se lei dovesse indicare la prima e più urgente azione da intraprendere per invertire questa tendenza “ammazza orsi” che cosa si sentirebbe di proporre?

Senza dubbio occorre fare in Trentino quello che si fa in Abruzzo: blindare i sentieri quando ci sono gli orsi con i cuccioli e rendere quelle aree off limits.

Inoltre, sarebbe opportuno investire in cassonetti anti-orso per aumentare la sicurezza dei cittadini.

Informazione e conoscenza sono la base per una pacifica convivenza con gli animali.

Il ricordo dell'orsa KJ1 dell'artista Ozmo
Il ricordo dell’orsa KJ1 dell’artista Ozmo

Lei è anche presidente dell’Associazione Fondazione Jigen Odv per la tutela e il benessere degli animali: quali le principali aree di intervento?

Come Presidente dell’Associazione Fondazione Jigen Odv, mi occupo del recupero di animali problematici.

Ad esempio abbiamo seguito il caso di Zeus, un rottweiler che aveva aggredito un uomo staccandogli quasi interamente un orecchio.

Oggi, dopo un efficace percorso di riabilitazione, Zeus può finalmente essere adottato.

Anche Tigre, un pastore del Caucaso che ha azzannato a morte la sua padrona, sarà seguito in un percorso riabilitativo a carico della mia Fondazione.

La lettera di Maurizio Lombardi Leonardi al presidente Mattarella

Di seguito il testo della lettera di Maurizio Lombardi Leonardi indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

E’ possibile trovare la lettera anche sul profilo Facebook di Maurizio Lombardi Leonardi e spedirla via mail a: protocollo.centrale@pec.quirinale.it

Al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella

Dott. Sergio Mattarella

Illustrissimo Presidente,

pongo alla Sua attenzione, ai sensi ed ai termini dell’art. 126 della Costituzione Italiana, il gravissimo fatto occorso nella prima mattinata del 30 luglio 2024, nell’alto Garda Trentino, precisamente in località Padaro D’Arco, in Provincia di Trento, ove il Corpo Forestale dello Stato, in virtù del decreto n. 81 in data 29 luglio 2024 firmato digitalmente alle ore 21.35 dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento Fugatti Maurizio, ha dato corso al prelievo dell’esemplare di orso KJI tramite uccisione, non solo abbattendo uno dei rari esemplari di femmina adulta della sua specie (di anni 22) di tutto il Trentino Alto Adige, ma altresì esponendo a grave rischio di sopravvivenza i tre cuccioli al suo seguito.

In una sola circostanza di tempo e di luogo, con provvedimento tanto illegittimo quanto ingiustificato, il citato Presidente ha dato luogo alla gravissima eliminazione di un esemplare femmina di specie protetta, con la contestuale ingiustificata esposizione a serio e grave pericolo di vita di ben altri tre esemplari di specie protetta (i suoi cuccioli).

Quanto testé rappresentato, in grave violazione della complessa normativa che regola la materia e secondo modalità che rappresentano ictu oculi il chiaro intento di “senza se e senza ma”, in totale dispregio della sacralità della vita, dei principi e delle regole di tutela e protezione faunistica, delle norme vigenti e delle Istituzioni coinvolte.

Neppure allo spettatore più disattento possono sfuggire tre dati certi di questa vicenda, a qualificare e specificare l’elevato grado di mala fede, presunzione ed arroganza con cui si é proceduto: 1) l’installazione del radiocollare sull’esemplare (22/23 luglio 2024) ; 2) la firma del Decreto nella tarda serata del 29 luglio con contestuale revoca delle precedenti ordinanze; 3) l’abbattimento a distanza di poche ore dal citato Decreto, al primo albeggiare del 30 luglio 2024.

Non volendo commentare oltre un tale modus operandi  – in quanto suscettibile di rivelare  ex se l’uso del potere in via strumentale ad uno scopo preordinato, ben lungi dalle invocate e pretestuose ragioni di tutela e di incolumità pubblica – tuttavia non si può tacere in merito all’illegittimità di tale abnorme provvedimento, in quanto assunto ed eseguito in aperta violazione delle norme vigenti in materia: il c.d. PACOBACE (Piano d’azione Interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro orientali) – che rappresenta l’atto di riferimento per la gestione dell’Orso bruno, tra le altre, nelle Province  Autonome di Trento e Bolzano; e la normativa europea c.d. HABITAT  (Direttiva 92/43/CEE), recepita dal sistema italiano con D.P.R. n. 357 dell’8 settembre 1997.

La richiamata normativa, infatti, seppur complessa, é retta da principi di tutela e protezione faunistica che non lasciano dubbi sulla manifesta contrarietà ad essi degli atti e dei fatti qui denunziati, per le seguenti ragioni.

In primo luogo, tali regole sono rivolte prioritariamente alla tutela della fauna selvatica contro catture e/o abbattimenti ingiustificati, pertanto eventuali contrapposte esigenze di incolumità e sicurezza pubblica debbono essere garantite entro uno schema legale tipico, che riconduca la fattispecie della rimozione mediante abbattimento a mera ipotesi di carattere residuale, da attivare solo in via di extrema ratio, allorché non siano possibili né attuabili soluzioni alternative.

Orbene, nel caso di specie, l’orso bruno femmina denominato KJ1, oggetto del decreto qui contestato, era già munita di radiocollare per la sua esatta localizzazione in tempo reale, ovverosia era oggetto di un dispositivo di contenimento idoneo ad evitarne il contatto con l’uomo, semplicemente adottando la misura dell’interdizione a quest’ultimo dei luoghi frequentati dall’esemplare.

Ma vi é di più. Sebbene fossero note interazioni del citato esemplare con l’uomo e l’eventuale sua pericolosità in caso di incontro ravvicinato – ipotesi peraltro già scongiurata dall’applicazione del radio collare – sfugge ad ogni comprensione come possa essere stata valutata, a norma di legge, la pericolosità dei tre cuccioli al seguito, del pari esposti a grave e serio pericolo di vita con l’uccisione della madre.

Da questo punto di vista, neppure si può tacere che la normativa vigente in materia consente (ove ve ne siano i presupposti e le condizioni – invero inesistenti nel caso di specie – e pur sempre in via di extrema ratio) un regime di abbattimento in ogni caso restrittivo e misurato, nel limite massimo di numero 8 (otto) esemplari l’anno in tutto l’arco alpino di competenza; mentre l’illegittimo provvedimento qui censurato, in una sola circostanza di luogo e di tempo, ha coinvolto ben 4 esemplari (!!!) cagionando la morte di uno di essi ed esponendo a concreto e serio pericolo di vita gli altri tre, in assenza di qualsivoglia obiettiva ragione fondante.

Per tali motivi, con espressa riserva di azionare gli strumenti di legge previsti contro il censurato Decreto, si richiede all’Illustrissimo Presidente, in forza ed in applicazione dell’art. 126 Cost., la rimozione del Presidente della Provincia Autonoma di Trento Fugatti Maurizio dal ruolo, mediante Decreto motivato, per aver compiuto le gravi violazioni di legge sopra contestate in relazione al Decreto n. 81 del 29.07.2024 della Provincia Autonoma di Trento.

Rosella Schiesaro©

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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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