Walter Festuccia è nato a Roma 16 Marzo 1958, si è diplomato come aiuto scenografo al Cine Tv di Via della Vasca Navale nella capitale, è un artista per natura, artigiano per tradizione, scrittore per caso, jazzista della parola, tutto di se è racchiuso in queste definizioni.
La sua scrittura anche se apparentemente è espressa in maniera ironica e demenziale lascia sempre una finestra aperta oppure un indizio rivolto all’attualità, tutto in un mix di fantasia quasi astratta che diventa con ciò il suo linguaggio espressivo.
Come pittore, l’astrazione, l’informalità e l’uso manuale e gestuale della materia sono il suo “io” dentro di se che quando scrive si lascia guidare dalla passione e dall’immaginazione attraverso cui riesce a “vedere” la scena e a “sentire” i dialoghi di ogni suo componimento.
Dopo averlo personalmente conosciuto a Libereria, una casa editrice alternativa del quartiere Centocelle, andiamo a porgli qualche domanda sulle sue attività.
Ti senti più scrittore o pittore? Ogni tanto ho una crisi di identità e chiedo a me stesso “Walterino si può sapere chi sei? ” La risposta tra me e me è facile ” quando scrivo sono uno scrittore, quando dipingo sono un pittore” mi diverto in entrambi i casi, mi esprimo bene in entrambi i casi, sono due linguaggi e mi piace esprimermi con ambedue comunque se rinasco mi piacerebbe essere un musicista e suonare uno strumento, il sassofono? Credo che sia bello ma faticoso forse sceglierei il pianoforte.
Parlaci degli ultimi due libri presentati da Libreria.Intanto grazie infinite per darmi l’opportunità di ringraziare tutta Libereria per il gran lavoro che viene svolto a favore degli scrittori e dei lettori, una realtà forse unica nel panorama letterario. “La Scommessa dell’arte” è una vera scommessa idealmente senza fine, ogni giorno l’arte combatte una battaglia contro l’imbarbarimento della nostra società, il mio punto di vista è che l’arte debba essere per tutti a partire dai bambini e compresi coloro che per motivi vari ” non la capiscono” special modo non capiscono l’arte moderna, inoltre voglio dire che in questo periodo storico più arte è in circolazione e minor modo ha la violenza fisica e verbale di prevalere. Invece “Basta poco per ridere” è un messaggio di ottimismo, possiamo invecchiare ma se ascoltiamo buona musica, amiamo chi ci ama e attraverso la fantasia non permettiamo alla svilimento di immalinconirci, saremo vecchi si, rincoglioniti no. Comunque non è una storia per “vecchi” è una storia per chi vuole sognare ed essere di buon umore.
Ti piace unire l’arte alla scrittura, in uno dei tuoi libri hai cercato proprio di fare questo, pensi di esserci riuscito? Penso di si, anzi modestia a parte sono sicuro di sì, oltre le illustrazioni realizzate da me , la scrittura è stata in molti casi astratta, fuori dagli schemi, però vorrei lasciarlo dire al lettore, in ogni caso ho cercato veramente di scrivere come se dipingessi, Daniela fammi aggiungere un’ altra cosa, nella scrittura la mia ricerca è anche quella di evitare di annoiare il lettore e in questo sono sicuro di esserci riuscito.
Che progetti hai per il futuro? Ne ho diversi e te li dico sparpagliati….Una mostra dedicata al mondo del calcio nel 2026, una mostra con la tecnica del collage “Double face” scrivere la seconda ” Scommessa dell’arte” realizzare e pubblicare una raccolta di testi brevi scritti per “Letture da Metropolitana ” realizzare un paio di sceneggiature e relativi copioni per portarli in teatro o girati in un cortometraggio, diventare un giornalista pubblicista, andare in Giappone senza conoscere alcuna lingua e comunicare disegnando su un block notes, l’ultima è più facile, andare con un sidecar a capo Nord….Come sono andato?
Direi bene, concluderei augurando il meglio a questo artista poliedrico.