Gli antichi Romani conoscevano la Britannia già dal IV secolo a.C. per via degli scambi commerciali con Greci e Fenici, ma non avevano mai avuto contatti diretti fino allo sbarco di Giulio Cesare che attraversò il Canale della Manica nel 55 a.C.
Questa prima spedizione non ebbe molto successo per via degli scarsi mezzi e delle navi danneggiate durante il viaggio. Cesare tornò una seconda volta l’anno successivo, riuscendo a stabilire trattative vantaggiose con alcune tribù, soprattutto con gli Atrebati ed i Catuvellauni, sostenendoli contro i nemici in cambio di diritti commerciali.
Camulodunum (Colchester) fu la prima a ricevere lo status di colonia romana nel 49 d.C. Seguirono molte altre subito dopo, tra cui Londinium (l’odierna Londra), Eboracum (York), Lindum Colonia (Lincoln), Verulamium (St. Albans).
Alcune tribù attuarono una forte resistenza contro Roma, come successe con la rivolta di Budicca, la regina degli Iceni, nel 60-61 d.C., che radunò diverse popolazioni per opporsi alle forze romane.
Nel 43 d.C. l’imperatore Claudio proclamò la nascita di una nuova provincia: la Britannia. E dove il Thamesis, il Tamigi, creava un approdo naturale, fondarono Londinium, capitale amministrativa.
Nel 122 d.C. venne costruito il vallo di Adriano, che segnava il confine settentrionale della Britannia romana, che divenne negli anni una provincia sempre più importante per l’Impero. I Britanni adottarono la cultura romana, dall’abbigliamento alla lingua, e vennero costruite strade, acquedotti, terme, arene e fori.
I Romani abbandonano la Britannia
La provincia però era vulnerabile per le incursioni via mare e quelle delle popolazioni del nord via terra. I confini erano sempre a rischio a causa delle tribù degli Scotii, che i Romani non erano mai riusciti a sottomettere e costituivano un costante pericolo al di là del Vallo di Adriano. Le tribù degli Angli e dei Sassoni, futuri abitanti dell’isola, venivano dal mare e attaccavano sulle coste depredando e razziando ovunque arrivassero. La Britannia inoltre era una terra inospitale, con un clima sfavorevole per le esigenze dei romani, la cui alimentazione era basata sul grano e qui i raccolti erano scarsi, e per questo si rendevano indispensabili le importazioni.
Negli anni la presenza militare romana cominciò a diminuire anche a causa dei problemi interni che richiedevano maggiore attenzione, soprattutto dopo il sacco di Roma del 410 d.C. ad opera dei Visigoti. Nello stesso anno quindi l’imperatore Onorio ritirò tutte le milizie che si trovavano ancora sul territorio britannico, abbandonando l’isola definitivamente dopo quasi quattrocento anni di dominazione e di civilizzazione.
Testimonianze dell’Impero Romano in Gran Bretagna
Londinium
Il primo riferimento al nome Londinium, lo troviamo negli Annales di Tacito (Annales, XIV, 33). I Romani fondarono la capitale inglese intorno al 43 d.C. su due basse colline sulla riva nord del Tamigi, una posizione strategica per gli scambi commerciali che la resero ben presto la più grande ed importante città romana e capitale della Britannia. I Romani costruirono fra il 190 ed il 225 le Mura di Londra, che corrispondevano approssimativamente al perimetro dell’attuale City. Il London Wall era un muro difensivo lungo circa 5 km, alto 6 metri e spesso 2,5 a difesa della città, di cui sono rimaste tracce nei pressi di St Alphage Gardens, dove si possono ancora vedere parte dei bastioni di difesa, e poco distante, in Noble Street, i resti di una torretta e vicino Tower Hill, dove c’è anche una statua di Traiano.
Nei sotterranei della Guildhall Art Gallery ci sono i resti di un anfiteatro romano, ritrovati durante i lavori di ampliamento dell’edificio nel 1998. La costruzione è risalente circa al 70 a.C. e dagli scavi si è dedotto che fosse di grandi dimensioni, 130 metri per 110, e che potesse ospitare 25.000 spettatori.
Il Vallo di Adriano
Numerose sono le tracce dei Romani in Inghilterra, la principale e più conosciuta delle quali è sicuramente quella del Vallum Hadriani.
Il Vallum Hadriani venne fatto costruire dall’imperatore Adriano nella prima metà del II secolo (122 d.C.) per arginare le invasioni delle tribù dei Pitti che scendevano dalla Caledonia verso la Britannia, segnando il confine tra le due regioni. Il limes romano era lungo 117 chilometri, ed oltre alla funzione militare difensiva, aveva anche quella di dogana, con delle porte di accesso che permettevano di controllare e di tassare le merci che venivano trasportate attraverso il confine.
Nel 1987 è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
Il Vallo Antonino
Circa 160 km più a nord del Vallo di Adriano era stato costruito in soli due anni, tra il 142 ed il 144, il Vallo Antonino, nella Scozia meridionale. Si estendeva per 63 chilometri ed era costituito da un ampio fossato e una palizzata in legno. Dopo solo venti anni dalla sua costruzione, il Vallo Antonino fu abbandonato perché le legioni romane si ritirarono a sud del Vallo di Adriano, non riuscendo a sottomettere le popolazioni di quella che avevano chiamato Caledonia, l’attuale Scozia. Oggi è andato in gran parte distrutto, ma sono ancora visibili alcuni resti e tracce delle trappole chiamate “bocca di lupo”, delle fosse che venivano ricoperte con rami e foglie e dei pali appuntiti all’interno dove avrebbe trovato la morte il nemico che avesse tentato di superare la fortificazione.
Nel 2008 è stato anche questo dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Le Terme di Bath
Bath è una cittadina del Somerset che prende il nome dai bagni termali costruiti durante il governo dell’imperatore Vespasiano, intorno al 75 d.C. La città un tempo era chiamata Aquae Sulis, in onore della dea celtica dell’acqua Sul, adorata dai Romani come Minerva. Una leggenda narrava che nel IX secolo a.C. il re dei Celti Bladud fosse miracolosamente guarito dalla lebbra bagnandosi nelle acque fangose delle sorgenti che erano a lei consacrate. Le Terme erano un’opera di ingegneria idraulica e architettonica sapientemente realizzata dai Romani che non aveva nulla da invidiare alle strutture moderne.
Nel 410, quando i Romani lasciarono la Britannia, le Terme vennero abbandonate; in seguito furono sommerse da fango e pietre quando i Sassoni invasero la città e nel 577 la conquistarono.
Anche le Terme di Bath sono diventate, dal 1987, un sito culturale tutelato dall’UNESCO e sono le uniche sorgenti termali della Gran Bretagna.
L’anfiteatro di Cirencester
Situata nella contea inglese del Gloucestershire, Cirencester è una piccola cittadina fondata dai Romani con il nome di Corinium Dobunnorum, dove è ancora possibile ammirare, tra gli altri reperti, alcune ville, magnifici mosaici, ma soprattutto i resti dell’anfiteatro romano costruito all’inizio del II secolo, capace di ospitare fino a 8000 spettatori, secondo per dimensioni solo a quello dell’antica Londinium.
L’anfiteatro romano di Chester
Chester era stata fondata dai romani nel I secolod.C. con il nome di Castra Devana, dal fiume Deva e fu il quartier generale della Legio XX Valeria Victrix fino al 380 a.C. Sono anche qui ancora ben conservati i resti dell’anfiteatro, tra i più grandi della Gran Bretagna, con una capacità di 10.000 spettatori e sviluppato in altezza per 12 metri. Risalente al I secolo d.C., era un’opera monumentale di cui oggi rimane solamente una parte semicircolare protetta da un muro in pietra. Oggi è uno dei simboli della città.
La Gran Bretagna ha visto per diversi secoli la presenza dell’Impero Romano sul proprio territorio. E’ rimasta una forte impronta di quegli anni di amministrazione nell’architettura del Paese, e moltissime tracce sono visibili ancora oggi, soprattutto in Inghilterra, ma anche in Galles.
I Romani costruirono strade, ville, forti, mura, terme e fortificazioni, secondo i loro criteri ed il loro modus operandi, come la Fosse Way, che collegava Exter a Lincoln, passando per Ilchester, Bath, Cirencester e Leicester, lasciando in tutta la Gran Bretagna un’eredità enorme e un segno indelebile della loro cultura, tradizione e civiltà nella storia anglo sassone.