Va in scena all’Aeroporto Cristoforo Colombo una tragedia shakespeariana (o un balletto circense?) dove la realtà supera di gran lunga la fantasia. Tra colpi di scena degni di una soap opera, dimissioni (strategiche?) e manovre oscure, la conduzione dell’aeroporto genovese si sta rivelando una saga da raccontare ai posteri.
Atto I: Il Comune di Genova: pronti, partenza, stop!
Tutto inizia a marzo 2024, quando il Comune di Genova, con il piglio del salvatore della patria, si lancia nella corsa e si dice pronto ad acquisire il 15% delle quote dell’aeroporto detenute da Aeroporti di Roma (AdR, Gruppo Benetton, che mai hanno mosso un dito per farlo decollare…). Una manovra benedetta dalle alte sfere, approvata preliminarmente da AdR e dagli azionisti (60% Adsp e 25% Camera di Commercio, che hanno fatto ancora meno di AdR visto che il Cristoforo Colombo è da sempre o quasi nei bassifondi della classifica degli aeroporti italiani). Ma come in ogni buon copione, le cose prendono una piega inaspettata.
Atto II: MSC e la seconda offerta: Aponte entra in scena
A giugno, con tempismo perfetto, Gianluigi Aponte e la sua MSC fanno il loro ingresso trionfale, proponendosi di acquisire quel famoso 15% di AdR. Sembrava fatta, con MSC (già entrata in Stazioni Marittime con il 50,10%) pronta a investire nel futuro del Colombo. L’idea sembra interessante: aerei e crociere un binomio vincente! Così pensano tutti e la missione del presidente Lavarello sembra riuscita in pieno. Ma non avevano fatto i conti con i poteri locali.
Atto III la Camera di Commercio: entra Attanasio e spariglia le carte
Non passa molto tempo che Luigi Attanasio, presidente della Camera di Commercio di Genova, decide di fare una mossa inaspettata. Fa rinviare l’assemblea ordinaria di un mese (per controllare insieme a Adsp i conti che presentano una perdita di ben 3.500.000 euro) e poi, prima dell’assemblea fissata per il 29 luglio 2024, esercita il diritto di prelazione sulle quote Adr impedendo di fatto a MSC di finalizzare l’acquisto.
La Camera di Commercio aumenterebbe così la sua partecipazione dal 25% al 29% e offre il restante 11%, inoptato da Adsp, ad Aponte che ovviamente dice no e si ritira offeso e deluso. Ma senza fare sceneggiate, in stile svizzero anche se di Sorrento.
“Speravamo che il gruppo armatoriale acquistasse la quota di Aeroporti di Roma non opzionata dall’Autorità portuale”...
…“Dopo aver sistemato il bilancio cercheremo un socio d’opera privato, ancora da discutere la quota”
Luigi Attanasio
Atto IV La crisi: un bilancio rosso come il fuoco
Nel frattempo, il Consiglio di Amministrazione dell’aeroporto presenta agli azionisti un bilancio 2023 con perdite per 3,5 milioni di euro.
Serve una ricapitalizzazione urgente di 4,8 milioni di euro come prevede la legge. Ma i soci pubblici, Camera di Commercio in testa, decidono di rinviare l’assemblea ordinaria del 29 luglio, di non approvare il bilancio, perché secondo loro alcune poste caricate sul bilancio 2023 dovrebbero essere diluite fino al 2029; mandando così all’aria i conti presentati dal Consiglio di Amministrazione. Lavarello a ragion veduta, si dimette insieme al resto del CdA, sottolineando che il bilancio 2023 presentato agli azionisti è stato approvato anche dai Sindaci e dalla Società di Revisione.
Atto V: Lo spettro dei libri in tribunale
Arriviamo così all’epilogo provvisorio di questa tragedia shakespeariana (o balletto circense?). Entro l’8 agosto gli azionisti dovranno nominare nuovo CdA e “… è atteso che i nuovi amministratori modifichino il bilancio per scongiurare l’aumento di capitale, ma questo nel caso, avverrà con il parere contrario del Collegio Sindacale e dei Revisori di EY che hanno invece certificato la perdita di 3,5 milioni”.
Secondo Attanasio “… sistemato il bilancio procederemo sulla strada della privatizzazione, ma sul coinvolgimento di nuovi soci d’opera privati rischia di impattare la ravvicinata scadenza della concessione attesa nel 2029: chi avrà interesse a impegnarsi in piani industriali di investimento con un così breve tempo a disposizione per ammortizzare i costi?”.
Le opzioni sul tavolo sono tre:
1 Nell’assemblea convocata per il 10 settembre si approva il bilancio senza perdite e l’aeroporto resta totalmente pubblico (60% AdsP e 40% Ccia).
2 Si accetta la perdita come dichiarava il dimesso CdA e si ricapitalizza la società come vuole la legge.
3 Si portano i libri in tribunale, decretando la fine ingloriosa di questa storia.
Ma Attanasio se ha fatto tutto questo cas… (o in genovese bailamme…) avrà sicuramente un asso nella manica. Ce lo auguriamo tutti.
Complotti e manovre oscure
Ma cosa c’è dietro tutto questo? Iniziamo col notare che MSC, sotto la guida di Gianluigi Aponte, ha da tempo messo gli occhi su Genova. Dopo aver acquisito “Il Secolo XIX” e la maggioranza di Stazioni Marittime, capolinea di quasi tutte le crociere del gruppo, Aponte entrando come azionista di aeroporto comincerebbe probabilmente a dare fastidio.
Scena Finale: I Sindacati contro il Tribunale “Non permetteremo ricadute sui lavoratori”
I sindacati non tollereranno ricadute sui lavoratori!
Dopo le dimissioni del presidente Alfonso Lavarello e del Consiglio di Amministrazione, i sindacati hanno lanciato l’allarme, definendo l’Aeroporto di Genova un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo della città e della regione. Attualmente, l’aeroporto conta 160 dipendenti fissi e 30 stagionali.
Epilogo: dalla tragedia alla farsa?
Arriverà anche il comitato no-aereo?
Non resta che attendere il prossimo atto di questa storia, sperando che i protagonisti riescano a trovare un accordo prima che lo spettro del tribunale diventi una realtà. Per ora, il pubblico genovese può solo assistere, in un misto di sconcerto e incredulità, a questa vicenda.
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