Tursi si spacca la maggioranza
Genova – La questione della realizzazione di un secondo forno crematorio a Genova continua a suscitare dibattiti accesi. A prendere una posizione chiara e contraria al progetto è stato Il consigliere di Forza Italia, Paolo Aimè, il quale ha espresso preoccupazioni riguardo ai lati problematici della proposta, evidenziando questioni ambientali, sanitarie e di trasparenza amministrativa.
Impatto Ambientale e Sanitario
Aimé ha sottolineato come la costruzione di un secondo forno crematorio in prossimità di quello esistente possa aumentare significativamente l’inquinamento atmosferico, aggravando la qualità dell’aria e rappresentando un rischio per la salute pubblica. “Non possiamo ignorare i potenziali effetti negativi delle emissioni degli impianti di cremazione,” ha dichiarato Aimé. “Studi epidemiologici dimostrano che l’esposizione a metalli pesanti e altri inquinanti può avere gravi conseguenze sulla salute della popolazione residente nelle vicinanze.”
La critica si è anche concentrata sulla mancanza di una valutazione d’impatto ambientale e sanitario completa, che consideri non solo le emissioni del nuovo impianto ma anche l’effetto cumulativo con quelle dell’impianto esistente e di altre fonti di inquinamento nella zona. Aimé ha richiesto l’istituzione di un osservatorio comunale per monitorare continuamente la qualità dell’aria e gli effetti sulla salute pubblica.
Trasparenza e Partecipazione
Un altro punto sollevato da Aimé riguarda la trasparenza del processo decisionale. “La delibera comunale è stata emanata senza un adeguato confronto con i cittadini e le istituzioni locali,” ha affermato. Aimé ha criticato la velocità con cui è stato portato avanti l’iter autorizzativo, senza coinvolgere adeguatamente il consiglio comunale e il municipio di zona. “È fondamentale che i cittadini siano informati e coinvolti nelle decisioni che riguardano la loro salute e il loro ambiente,” ha aggiunto.
Concorrenza e Tariffe
Aimé ha inoltre espresso preoccupazioni per le implicazioni economiche del progetto, sottolineando che la tariffa per la cremazione è bloccata dal consiglio comunale, impedendo politiche tariffarie concorrenziali. “Il rischio è che si crei un nuovo monopolio commerciale, con un impatto negativo sia per i cittadini sia per le imprese locali,” ha detto. Ha inoltre sottolineato come la presenza di un nuovo operatore commerciale potrebbe non tradursi in un miglioramento dei servizi, ma piuttosto in un aumento dei costi per i cittadini.
La posizione di Forza Italia, rappresentata da Aimé, risulta quindi essere nettamente contraria alla realizzazione del secondo forno crematorio a Genova. Le preoccupazioni sollevate riguardano principalmente l’impatto ambientale e sanitario, la mancanza di trasparenza e partecipazione nel processo decisionale, e le implicazioni economiche per i cittadini e le imprese locali. Aimé ha invitato l’amministrazione comunale a rivedere il progetto, mettendo al primo posto la tutela della salute pubblica e l’ambiente.
Divergenze all’interno della maggioranza
Il progetto del nuovo forno crematorio al cimitero di Staglieno ha provocato una profonda spaccatura all’interno della maggioranza di centrodestra a Palazzo Tursi. Aimè ha annunciato in commissione che Forza Italia si oppone fermamente alla realizzazione del secondo forno, sottolineando l’assenza di garanzie sufficienti per la tutela ambientale e della salute dei cittadini, in particolare in una zona come la Valbisagno, già fortemente sotto pressione dal punto di vista ambientale.
Osservatorio e Normativa Regionale
Aimè ha ricordato che era stato approvato un ordine del giorno per la costituzione di un osservatorio specifico sul progetto, coinvolgendo i consiglieri comunali, ma questo impegno non è stato mantenuto. Inoltre, ha evidenziato che un altro ordine del giorno, che chiedeva alla Regione di normare una sospensiva delle autorizzazioni per nuovi forni crematori in attesa del Piano regionale di coordinamento, non è stato rispettato. Il piano, approvato solo a giugno 2024, esonera i forni crematori già autorizzati, come quello di Staglieno, dalle nuove norme, alimentando ulteriori preoccupazioni.
Proteste e Iter Amministrativo
Fin dall’inizio, il progetto è stato al centro delle proteste di comitati e associazioni della Valbisagno e di altre aree, oltre che delle opposizioni. Aimè ha sottolineato che, nonostante le contestazioni e un ricorso al TAR, la giunta Bucci ha deciso di proseguire con il progetto, aprendo già il cantiere. “Ma se si vuole, si può ancora tornare indietro,” ha dichiarato Aimè, evidenziando che la sua presa di posizione rappresenta una frattura significativa all’interno della maggioranza.
Conseguenze Politiche
La posizione contraria di Forza Italia, confermata anche dal capogruppo Stefano Costa, rappresenta un cambiamento significativo nella dinamica politica della giunta. Questo avviene in un contesto in cui il consiglio comunale non deve più votare sul progetto, lasciando l’amministrazione di fronte a una scelta cruciale: proseguire con il progetto nonostante la crescente opposizione interna e pubblica.
Piciocchi Difende il Comune
Il vice sindaco Pietro Piciocchi ha difeso l’operato del Comune, affermando che tutte le procedure seguite sono conformi alla legge e che le autorizzazioni sono state rilasciate da enti competenti in maniera indipendente. Piciocchi ha dichiarato che, se fossero emersi pareri ambientali negativi, l’amministrazione si sarebbe fermata. Ha anche minimizzato il rischio che Genova diventi la “capitale delle salme,” sottolineando le limitazioni imposte sulla capacità del nuovo impianto e le tariffe bloccate.
Posizione del Difensore Civico
Il difensore civico regionale, Francesco Cozzi, ha espresso preoccupazioni sul rischio che Genova diventi un polo per la cremazione di salme provenienti da fuori regione. Ha sottolineato la necessità di una valutazione sanitaria che consideri il contesto già compromesso della Valbisagno, con emissioni inquinanti provenienti da diverse fonti, inclusi traffico e impianti esistenti.
La posizione di Forza Italia, guidata da Aimè, solleva interrogativi significativi sul progetto del secondo forno crematorio a Genova. Le preoccupazioni riguardano principalmente l’impatto ambientale e sanitario, la mancanza di trasparenza e partecipazione nel processo decisionale, e le implicazioni economiche per i cittadini e le imprese locali. La decisione finale dell’amministrazione comunale sarà cruciale per il futuro del progetto e per l’equilibrio politico all’interno della maggioranza.
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