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Il miracolo della neve e il quadrato magico: storie e leggende di Santa Maria Maggiore

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Santa Maria Maggiore

La Basilica Papale

La Basilica di Santa Maria Maggiore è una delle quattro basiliche papali di Roma, oltre a San Pietro, San Giovanni in Laterano e San Paolo fuori le Mura.

Con la sua imponenza domina la città dalla sommità del colle Esquilino da più di 1600 anni.

Il miracolo della nevicata

La storia tramanda che il punto esatto dove è stata costruita fosse stato indicato dalla Vergine Maria apparsa in sogno, nella notte del 5 Agosto del 358, al patrizio romano Giovanni e a sua moglie, promettendo loro che presto un miracolo li avrebbe resi genitori di un bambino che tanto desideravano. I due coniugi si recarono dall’allora pontefice, Papa Liberio (352-366), che quella stessa notte aveva fatto il medesimo sogno. In quel momento videro la sommità del colle Esquilino innevato e allora il Papa tracciò con il pastorale sulla neve le linee e il luogo esatto dove avrebbero dovuto costruire la chiesa, che fu edificata grazie ai finanziamenti di Giovanni. La basilica fu poi ricostruita durante il pontificato di papa Sisto III (432-440), che la dedicò al culto della Madonna.

La cupola dall’interno

Il 5 Agosto di ogni anno avviene la rievocazione del “miracolo della nevicata”, e vengono fatti cadere dei petali bianchi dal soffitto durante le celebrazioni sulla cripta della mangiatoia.

La Porta Santa

La Porta Santa

Sul lato sinistro del portico si trova la Porta Santa, che viene aperta ogni venticinque anni in occasione del Giubileo, che si svolge a Roma dal 1300. L’anno prossimo sarà nuovamente aperta ed i fedeli potranno attraversarla pregando per l’indulgenza ed il passaggio dal peccato alla grazia di Dio. 

Il Presepe di Arnolfo Di Cambio

Il Presepe di Arnolfo di Cambio

La Basilica mariana ospita il primo presepe conosciuto dalla storia dell’arte. Fu realizzato in marmo di Carrara nel 1291 dall’architetto e scultore Arnolfo di Cambio, su commissione di Papa Niccolò IV.

Il Battistero

La “Betlemme dell’Occidente”

Santa Maria Maggiore è la prima chiesa ufficiale dedicata alla Vergine Maria. E’ ricca di importanti tesori artistici e vi riposano le spoglie di sette papi e due santi, San Mattia e San Girolamo, oltre a Gian Lorenzo Bernini.

La basilica custodisce le reliquie della Sacra Culla, dove venne posto il piccolo Gesù appena nato e per questo è stata definita la “Betlemme dell’Occidente”. Ed è qui che venne celebrata per la prima volta la messa nella notte di Natale dal papa, tradizione che fu poi continuata per secoli, ma è anche custode della più importante icona mariana, la Salus Populi Romani, attribuita a San Luca.

Sotto la Basilica 

Nei sotterranei dell’imponente Basilica c’è un grande cortile di età imperiale attorno al quale si aprono stanze arredate di mosaici colorati e ben conservati, e degli affreschi, tra cui un calendario agricolo, e persino i resti di uno stabilimento termale.

Calendario Agricolo

Il quadrato magico

La basilica è ricca di incomparabili tesori artistici che si fondono con la spiritualità del luogo, ma anche di particolari e misteriosi reperti archeologici.

Nei sotterranei infatti c’è il cosiddetto “Quadrato magico di Sator”, una singolare iscrizione latina palindroma (cioè che può essere letta in qualsiasi verso, ma le parole rimangono sempre le stesse), formata da cinque termini: Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas.

Il quadrato magico del Sator

Rinvenimenti simili sono stati fatti in Italia, come nelle Abbazie di Casamari e di Montecassino, nella Collegiata di Sant’Orso ad Aosta, nel Duomo di Santa Maria Assunta a Siena, e in diverse parti d’Europa, da Santiago de Compostela alla cattedrale di Digione, Cirencester e Manchester in Inghilterra.

Il più antico in assoluto è quello ritrovato a Pompei durante gli scavi del 1925 e risalente al 79 dC..

Inizialmente si credeva che fosse un simbolo di origine medievale, ma sono state ritrovate iscrizioni in tutto l’impero romano e una in Siria, la più antica in assoluto, risalente al 260 a.C.

Il quadrato magico del Sator è perfettamente simmetrico e ogni parola è identica leggendola da sinistra a destra e viceversa. Si possono leggere persino dall’alto verso il basso e al contrario, dal basso verso l’alto.

“Sator” in latino significa coltivatore, seminatore, quindi in senso figurato potrebbe essere il Creatore, “Arepo” un termine collegato all’agricoltura, oppure un nome proprio. “Tenet” in latino significa “regge”, “guida”, “Opera” sono le “opere”, i “lavori”, e “Rotas” le ruote, che, sempre in senso figurato, potrebbero essere le “sorti”, quindi “Il Creatore con il carro guida le ruote” oppure “Arepo tiene con cura le ruote”, considerando “Arepo” nome proprio e “Opera” un ablativo. 

Un’altra versione è quella incentrata sulla parola “Arepo” come termine di origine celtica che significherebbe “aratro” e quindi “Il seminatore tiene con maestria l’aratro”.

Innumerevoli sono le possibilità di interpretazione.

Tenet

Un’altra molto interessante è quella strettamente legata alla parola “Tenet”, ripetuta due volte, in verticale e in orizzontale, a formare una croce perfetta al centro del quadrato. Teoria sostenuta in particolare dopo il ritrovamento di un quadrato magico a Cirencester città dell’antica Britannia, non lontano da Londra. Si è pensato infatti che potesse essere una “crux dissimulata”, cioè uno stratagemma adottato dai primi cristiani perseguitati, per adorare la croce in segreto, senza farsi scoprire.

Pater Noster

Un’altra teoria ancora si basa sull’anagramma delle parole che possono formare la scritta PATERNOSTER, quindi un altro modo per pregare la croce nascostamente.

 

Un’ipotesi di utilizzo del quadrato è anche quella che venisse apposto sui muri delle case che offrivano rifugio ai cristiani come segnale che solo loro erano in grado di decifrare.

Questo mistero è rimasto irrisolto e numerose sono le interpretazioni che si possono dare incrociando le parole. Lo schema ha appassionato gli studiosi che hanno cercato di comprenderne il reale significato, ma senza riuscirci. I cavalieri Templari addirittura attribuivano al quadrato una forte valenza soprannaturale, tanto da adottarlo come sigillo di protezione, diversi esempi sono stati infatti rinvenuti sulle mura di edifici antichi legati all’Ordine perché congiungendo le lettere A e O si ottiene la croce simbolo dei Cavalieri.

Il reale significato di questa particolare quanto misteriosa iscrizione latina è tutt’ora controverso e sono state fatte diverse ipotesi di traduzione e interpretazione, ma il quadrato magico rimane un mistero.

Photo credit: Laura Spadella

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Info Laura Spadella

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Sono nata e vivo a Roma, dove mi sono laureata in Scienze Politiche. Scrivo e organizzo corsi di formazione manageriale e di orientamento scolastico e professionale. Mi piace esplorare e raccontare la mia città, con le sue meraviglie ed i suoi difetti, girare senza meta tra vicoli e stradine, per scoprire ogni volta qualche angolo nascosto e condividerlo con gli altri.

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