https://lamialiguria.it/eventi/orgolio-liguria-weekend/

Questa partita sì che è una nostra vera finale

Condividi su
Tempo di lettura: 3 minuti

Amici sportivi di Liguria day, ormai messa alle spalle la finale del campionato europeo di calcio 2024, visti, ammirati e un po’ invidiati i campioni di Spagna alzare la coppa, anche noi vorremmo avere il piacere di disputare una finale e così dopo che vi abbiamo coinvolti in partite belle, appassionate e fantasiose, ebbene si abbiamo anche noi una finale da giocare e sapete dove?
Per chi avesse perso le puntate precedenti io Walter, l’autore di questi articoli sportivi e Mario il mio amico fantasma, occasionalmente formiamo squadre impossibili per autentiche partite di calcio giocate su campi improbabili.


-Bel posto vero?
-Mario come hai fatto? Solita telefonata ai piani alti?
-Caro Walterino no, sono andato a parlare con il sindaco, gli ho detto della partita, gli ho raccontato di tutte le altre partite di questa storia, gli ho detto che anche noi ci meritavamo una finale e poi mi ha detto.
-Il sindaco?
-Sì, mi ha detto, volete giocare a Roma in Piazza del Campidoglio? Bene! Volete disputare una finale? Ok, vi presto questa piazza però mi raccomando con il pallone non rompete i vetri, non dite le parolacce, quando ve ne andate lasciate tutto pulito, tranquilli con quelli delle belle arti ci penso io ma c’è un “però”.
-Qual è?
-Voglio stare a bordo campo pure io
-Walter che potevo fare? Al sindaco mica potevo dirgli di no.
-E per le squadre come hai fatto?
-Inizialmente pensavo di invitare a giocare i nostri amici social, uno si era pure proposto di giocare in porta ma poi è partito per il cammino di Santiago di Compostela e ci ha dato buca, pensavo ad Augusto che però a lui hanno proposto una parte in un film di Woody Allen in dialetto romanesco è partito come un razzo per Hollywood rinunciando e così ho cambiato idea, ho fatto un fischio e ho chiamato un sacco di ragazzini a giocare l’ultima partita di questa storia, mi sembrava più giusto che la finale fosse dedicata a loro.
-Ma finiamo con un party?
-Boh?
-In questa storia c’è troppa improvvisazione però mi piace, ok che si fa? A proposito chi arbitrerà? E con la coppa? Dove la prendiamo? non abbiamo nessuna federazione!
-Proprio tu mi parli di come fare?
-Eh!
-La fantasia! Fin ora come abbiamo fatto? Se una coppa non c’è ce la inventiamo!
-Ah! Hai ragione, facciamo una coppa di cioccolata o al salame?
-Ci pensiamo dopo, adesso prepariamoci che i lettori di Liguria day stanno aspettando.

E infatti….

-Forza, le squadre sono già in campo ma non c’è bisogno di un direttore di gara, i ragazzini sanno regolarsi da soli.
-E le porte, ci siamo dimenticati delle porte.
-Hai ragione, dai prendiamo i zainetti della scuola ne mettiamo due dalla parte delle statue del Nilo e del Tevere e altre due dalla parte di Castore e Polluce.
-E no lì c’è la scalinata se il pallone esce chi lo prende?
-D’accordo allora mettiamo due zainetti dalla parte del museo Capitolino e altri due dalla parte del palazzo nuovo, non perdiamo tempo dai che si gioca.
-E con la statua equestre di Marco Aurelio come la mettiamo?
-Ma devo pensare tutto io? Ma è naturale anche Marco Aurelio è di gioco, dai butta dentro il pallone.
Le due squadre sono schierate, sono miste maschi e femmine perché tutti volevano giocare la finale, i due capitani si danno il cinque, scambio dei gagliardetti che in mancanza di essi si ovvia con due figurine, per palla o campo un rapido “sasso, carta, forbice” e vai, la partita inizia e come arriva la sfera subito un calcio in avanti, Mozzarella passa a Cappuccino che di testa la passa dietro a Lella, il disegno della pavimentazione di Michelangelo aiuta nella traiettoria, che colpo la ragazza che passa con un doppio passo, Riccetto che non ci sta e la rincorre ma la ragazza che è furba con la coda dell’occhio vede Paoletto che gliela chiama se la alza con il sinistro e batte con il destro ma questo è un vero colpo da video gioco, ragazzi è 1 – 0 ma c’è da dire che il Sandrino il portierino stava facendo un sonnellino, riparte l’azione con Tommaso che urla “Tutti avanti!” infatti i ragazzini si buttano in attacco ma che disdetta per la fretta perdono palla e in contropiede Pagnottella parte a razzo purtroppo è un po’ lento e viene ripreso, scivola ma tiene palla che passa a Trombetta che non si sa come, si gira e tira una bistecca che Sandrino neanche questa volta vede, siamo 2 – 0 e si cambia portiere per non rischiare il cappottone si mette in porta Adamo che alto come un lampione nano è svelto e si butta, che peccato infatti si butta male e la palla per il 3 – 0 sotto la pancia gli passa sotto, il sindaco intanto freme, si scalda si toglie la giacca e gli occhiali, vuole giocare, ma che succede? Colpo di scena Marco Aurelio scende da cavallo e si schiera in campo pure lui, questa partita sta diventando epica.
Vi state chiedendo come fa una statua a giocare a calcio? Suvvia è una finale!
Intanto in panchina che poi non trattasi di una panchina ma bensì di due poltroncine in velluto rosso damascato prese in prestito alla sala importante, quella per intenderci dove le coppie si sposano, con l’escamotage di aver appeso fuori dalla porta della sala un cartello “chiuso perché c’è da giocare una finale” io e Mario abbiamo una nuova presenza di fianco a noi.
-Mario lui chi è?
-Non lo conosco si è invitato da solo
-Ma è un gabbiano
-Lo vedo.
-Si è messo vicino a te forse è un tuo amico?
-Veramente sono amico di tutti i Romani.
-Mario il gabbiano parla?
-E ti stupisci? Se parlo io che sono un fantasma può parlare pure lui che è un pennuto, dai non preoccuparti vediamo la partita.
-Io metterei Riccetto in attacco e la biondina in difesa.
-Hai sentito che ha detto il gabbiano? A proposito come ti chiami?
-Armando e sono Napoletano in vacanza a Roma, siènte a me lù sindaco è un po’ chiàttòne, senza occhiali ha la vista sfocata, tiene pure la faccia da professore, mettiamolo in attacco che magari segna, mi sembra che nonostante l’apparenza tira bene in porta e non ci pensa.
E infatti il sindaco con un piattone segna il 3 – 1 Marco Aurelio non ci sta’ lui si crede imperatore e vuole comandare, che peccato non ha capito che questo è un gioco di squadra e infatti fa tutto da solo, prende palla si invola e tira alto e poiché è così che va, goal sbagliato goal segnato, Orietta dopo che battuta una punizione di seconda ha visto libero Ivano detto polpetta che di mezza rovesciata segna il 2 – 3 la partita si è riequilibrata. Per la squadra in vantaggio notiamo un calo fisico e l’ingresso di Marco Aurelio non ha portato benefici e infatti esce e invece che tornare a cavallo si siede vicino a noi.
-Impèràtò sì proprio nà schifèzz dè giòcàtòr!
Armando il gabbiano probabilmente ha ragione ma bisogna dire che il condottiero era da un pezzo che non scendeva dal piedistallo e sarà stato fuori allenamento, comunque la partita prosegue anche il sindaco non ce la fa più, si mette a tracolla la fascia tricolore esce dal campo e si siede vicino a noi su uno sgabello “scusate dovrei presenziare ad una commozione, scusate volevo dire una commemorazione, finisco di vedere la partita premio le squadre e poi con l’autista mi tolgo dalla vista” intanto la partita è proseguita e per un colpo di mano maldestro per colpa di una scivolata su una merendina che non piaceva a nessuno, Alessio detto Picchio casca e prende la palla con la mano causando purtroppo il penalty del possibile pareggio, va a battere Nandino, Sandrino per disorientarlo fa qualche finta di corpo ma il ragazzino non abbocca e finta pure lui e così finta contro finta, finto io, finti tu Nandino tira alla fine una sleppa a sghimbescio che finisce dentro siamo 3 – 3.
-Uè Wàltèr fàcciamo mèrènda?
-Hai capito il gabbiano che è affamato?
-Uè Mario mica è colpa mia dà retta a mè chiama i ragazzini che pure loro tengono appetito assaie.
-Sindaco che facciamo? Facciamo merenda?
-Anche se è una finale io direi che è una buona idea ma prima devo fare un discorso, Marco Aurelio mi accompagni?
-Con piacere.
-Ragazzi venite qua, vi andrebbe un dolcetto?
-Sììììììììììì
-Vi siete divertiti?
-Sììììììììììì
-Anche noi e speriamo che si sono divertiti anche i lettori, il gioco del calcio è così che va interpretato come un gioco, come un semplice gioco che ci fa stare bene, non importa se si vince o si perde, non importa se si è protagonisti o spettatori e se vi metterete dall’altra parte del centrocampo vi divertirete ancora di più, il gioco del calcio è tutto qua ora vorrei lasciare la parola a Walter e a Mario autori di questo articolo per Liguria day, ma non li vedo dove sono?
-Uè sindaco, sindacooo, hanno chiuso la storia e se ne sono andati, mi hanno detto di salutarvi e di abbracciarvi da parte loro perché erano commossi e felici ma con il groppo in gola pensavano di non trovare le parole di commiato e così vi hanno lasciato la scena, u’ ànèma chè finale emòzziònànte!
E così il sindaco premia entrambe le squadre con la coppa di cioccolata e la partita finisce in allegria anche noi abbiamo avuto la nostra finale e poi per il prossimo campionato si vedrà, speriamo che vi siete divertiti un po’ e se gradite sono rimasti un po’ di dolcetti e anche pezzi vari di cioccolata, state chiedendo della coppa al salame? Sembra che Armando, quatto, quatto se la sia beccata al volo manco fosse un gatto, ah! Però, che finale emozionante! Ma amici lettori non ve ne andate che ci siano altre partite da giocare?
“IL CALCIO è MUSICA, DANZA E ARMONIA. E NON C’E’ NIENTE DI PIU’ ALLEGRO DELLA SFERA CHE RIMBALZA”
PELE’


photo by: nevillegabie.com

Condividi su
MeRcomm.it | posizionamento _ strategie di brand posizionamento SEO realizzazione siti web e-commerce mercomm social media marketing produzione contenuti pianificazione contenuti gestione e sponsorizzazione contenuti mercomm visibilità _ sponsorizzazioni google ADS affissioni, maxischermi e giornali ufficio stampa mercomm contenuti aziendali produzione contenuti blog shooting foto e video graphic e motion design 2D e 3D Liguria-Day-icona-500x500 LiguriaDay _ quotidiano online di mercomm progetti editoriali

Info Walter Festuccia

Avatar photo
Walter Festuccia, Roma 16 Marzo 1958, diplomato come aiuto scenografo presso il Cine Tv di Via della Vasca Navale di Roma. Artista per natura, artigiano per tradizione, pittore, scrittore. Per il mio stile utilizzato nello scrivere, amo definirmi jazzista della parola, tutto di me è racchiuso in queste definizioni. La mia scrittura, anche se è apparentemente espressa in maniera ironica e demenziale, lascia sempre una finestra aperta oppure un indizio rivolto all'attualità, tutto in un mix di fantasia quasi astratta che diventa con ciò il mio linguaggio espressivo. Come pittore, l'astrazione, l'informalità e l'uso manuale e gestuale della materia sono il mio "io" dentro di me che quando dipinge o scrive si lascia guidare dalla passione e dall'immaginazione attraverso la quale riesco a "vedere" la scena e a "sentire" i dialoghi di ogni mio componimento. Firmo testi e opere come Walter Festuccia oppure Walter Fest.

Articoli simili

Le tre Comunità tabarchine riunite per la prima volta a Genova

Per la prima volta a Genova si sono riunite le tre comunità tabarchine europee: quelle di Carloforte, Calasetta e quella spagnola di Nueva Tabarca

LiguriaDay