Nick Masaniello — Foto LiguriaDay

Nick Masaniello: un pezzo di Genova é caduto in mare

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Storie quotidiane di attività costrette a chiudere

Nick Masaniello — Foto LiguriaDay
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Genova e il Centro Storico ed un’altra, l’ennesima e anonima attività costretta a chiudere i battenti, dal titolo malinconicamente annunciato : “cronaca di un altro pezzo di storia caduto in mare”. Mentre tutt’ intorno negozi e locali si aprono e chiudono come ombrelli, in una stagione delle piogge che non passa più, restiamo indifferenti, rassegnati, o leggermente sdegnati il tempo di un paio di fugaci sguardi alla saracinesca.

La Città ci cambia sotto gli occhi e a molti pare “inevitabile pedaggio” del progresso che ci attraversa, del processo di svecchiamento e di riqualificazione, o soltanto testimonianza delle mode che passano, mentre tutto il resto scorre via veloce, come acqua nei canali.

In realtà, paghiamo lo scotto di politiche cittadine inadeguate a preservare il piccolo commerciante, il piccolo imprenditore che rischia in proprio e che i rincari strangolano, costringendolo alla resa, alla incapacità di trovare una soluzione alla chiusura, che appare via via sempre più inevitabile.

A sostegno delle piccole attività potrebbero, in una organizzazione “futura e migliore” del territorio e della rete di quartiere, sopperire i cittadini stessi, con eventi ed iniziative,  scegliendo di volta in volta “come e se” salvare pezzi della storia propria e dei propri genitori, come se ad ogni metro si riuscisse, come una volta, a dare un nome o un volto.

La stessa Città apparirebbe più umana, empatica, in altri termini, più nostra. Riprenderci e darci  la possibilità di affezionarci a dei riferimenti certi, topografici, come un bar, un locale dove andare a guardare insieme al gruppo dei residenti una partita o un incontro di boxe, meramente, contribuirebbe non poco a risvegliare una coscienza stipata in fondo al cuore di ciascuno di noi: la coscienza del vicolo, quella stessa dinamica che riusciva a farci sembrare tutti “meno stranieri in terra natia”.

Passare accanto ad un esercizio che ha chiuso i battenti è un dolore sordo, che spezza in due la nostra consapevolezza di essere parte di una cosa più grande che si chiama Comunità. Sarebbe bello ipotizzare di poter creare “comitati attenti alle difficoltà di quartiere” implementando le iniziative affinché non si verifichi o si rallenti l’ennesima chiusura di locali storici e pezzi stessi di Genova.

Salvare o pensare soltanto di fare qualcosa di concreto,  ci rende già capaci di invertire la rotta dell’inevitabile qualunquismo, dell’individualismo ad oltranza, del relativismo che ci porta ad “accettare” il cambiamento in negativo, con quieta rassegnazione e ghigno cinico.

Nick Masaniello — Foto LiguriaDay
Nick Masaniello — Foto LiguriaDay

Prima di “veder cadere altri pezzi di Città in mare”, chiediamoci che cosa, da cittadini, si possa fare, favorendo la comunicazione e l’azione civica a sostegno.

Non ci si può sempre passare accanto ad un esercizio senza chiedersi perché abbia chiuso, abituandosi poi ad una serranda abbassata senza aver tentato di discuterne, salvare un pezzo della memoria storica di una Città come Genova, e quindi della nostra famiglia, della nostra anima, del nostro cuore.

Un giorno,  potrebbe toccare a tutti, di essere intercambiabili, di non lasciare tracce, di essere invisibili nella necessità, mentre bisogna accrescere l’idea di essere “parte di un tutto”, di vivere un territorio comune in cui ciascun locale, se per un po’ ha fatto parte dell’arredo urbano , sia entrato anche un po’ nel nostro cuore genovese.

Forse per qualche esercizio o locale storico è ormai tardi, ma “alleniamo l’occhio” ai prossimi luoghi a rischio, segnalando la difficoltà ai gruppi cittadini, così che non capiti di sgretolarci, fino a non riconoscere più la via di casa, disseminata un tempo di tutti quei “sassolini bianchi” della nostra memoria di bambini felici.

Genova non  è solo pietre nere e cemento, è memoria e ricordo, salvarne in pezzi è un alto compito, che spetta a  chi, diventato adulto, non ne ha dimenticato l’antico sapore.

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Angelo-di-Staglieno
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