Cavo e Bozzano rispondono alle dichiarazioni di Elly Schlein

Cavo e Bozzano rispondono alle dichiarazioni di Elly Schlein

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«Leggiamo e ascoltiamo la segretaria del Pd che accusa il centrodestra di strumentalizzare la magistratura mentre lei viene a chiedere le dimissioni di un governatore emettendo già una sentenza di colpevolezza e quindi trasformando, lei sì, l’indagine della magistratura in un’arma politica da usare a proprio vantaggio e quindi strumentalizzandola», dichiarano in una nota congiunta Ilaria Cavo, coordinatrice della Lista Toti, e Alessandro Bozzano, capogruppo in Regione, alle dichiarazioni di Elly Schlein ieri a Genova.

Sono diversi i leader politici che hanno deciso di dedicare una tappa al capoluogo ligure in occasione della chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee. Lo scandalo politico legato alle vicende giudiziarie di Giovanni Toti e alle infrastrutture legate al governatore politico, molte delle quali finanziate anche con i fondi europeo del PNRR, ha aperto la caccia a voti in Liguria.

Non sorprendono dunque gli affondi sul tema delle dimissioni di Toti arrivati ieri all’evento del PD al Porto Antico, che ha visto partecipare circa mille sostenitori democratici insieme ai tanti militanti di partito e a qualche curioso.

«C’è un’aria positiva», dice il capo delegazione in Europa. Un positivismo che a genova «sarà un avviso di sfratto a Toti e Bucci, da qui vedo la piazza piena e la buona politica», dichiara per scaldare la piazza il segretario genovese Simone D’Angelo.

Ma è proprio Elly Schlein che calca la mano sulle questioni locali

«A noi hanno insegnato che chi è eletto nelle istituzioni governa per tutti, non solo per coloro che li hanno votati. E ci hanno anche insegnato che prima del destino personale, viene il senso delle istituzioni e la dignità delle istituzioni: per questo diciamo che Toti deve dimettersi, anzi che avrebbe già dovuto dimettersi. Prima della giustizia», dichiara la segretaria del PD dal palco. «C’è l’opportunità politica di lasciare che la Liguria volti pagina e vada a nuove elezioni. Per questo dico forza! Dobbiamo dare un’alternativa a questa terra. Il Pd da qua lavorerà per costruire una coalizione che batta le destre alle prossime regionali. Ci lavoreremo insieme e sarà una coalizione di forze politiche e sociali che vogliono il riscatto di questa terra».

Dichiarazioni che non cadono nel vuoto e che i principali esponenti di Cambiamo con Toti non accettano. «Arrivano lezioni di doppiopesismo che rispediamo al mittente, limitandoci a ricordare come da parte nostra il garantismo sia sempre stato costante, mai a corrente alternata come il loro», commentano infatti Cavo e Bozzano. «Proprio sulla vicenda Emiliano, basta riascoltare le dichiarazioni del presidente Toti che si è sempre dimostrato un esempio di garantismo, mantenuto in occasione di tutte le indagini che hanno coinvolto esponenti del centrosinistra. Come si siano conclusi i casi di Ottaviano Del Turco e Gianni Pittella, amministratori arrestati e poi riconosciuti completamente innocenti, noi ce lo ricordiamo. Anche nel Pd dovrebbero ricordarselo e farne tesoro».

Cavo e Bozzano chiedon a Schlein se intende usare la sua stessa chiave di lettura anche per gli esponenti del PD

«Il presidente Toti non si sta dimettendo proprio nel rispetto di un mandato ricevuto dagli elettori e di una legge che non prevede dimissioni in fase di indagine preliminare per cui la sentenza è già scritta solo per il PD e per l’opposizione. E lo fa soprattutto per una Liguria che non deve voltare pagina, ma che con una giunta pienamente operativa può andare avanti in quel percorso di crescita, totalmente certificato da numeri del tutto diversi dall’immagine che vediamo tratteggiare. Abbiamo sentito annunciare piani necessari per l’occupazione, e per lo sviluppo».

Cavo e Bozzano riportano poi i dati dell’occupazione in Liguria, «mai così alta, che cresce più della media italiana e di quella del Nord Ovest, in particolare con contratti a tempo indeterminato, per le donne e i giovani, con i neet in costante calo», rivendicando il risultato come merito della maggioranza.

Inoltre il Più regionale in forte crescita, come il reddito pro capite e tutti gli indicatori economici, a partire da quelli del turismo, sembrano dimostrare il buon operato della giunta e del presidente.

«Non ci stanchiamo di ripeterlo ancora oggi di fronte alle dichiarazioni di Orlando che parla di una Liguria in recessione per la crisi del totismo. Questo significa, per sua stessa ammissione, che il totismo fino a oggi ha rappresentato la crescita. Stia dunque tranquillo Orlando che la crescita della Liguria è radicata in programmi e progetti ben definiti e avviati in questi anni. Quanto ai loro piani futuribili risolutivi per l’industria, a quanto pare a lui affidabili dal Pd, basta ricordare che stiamo parlando di chi è stato ministro del lavoro e più volte ministro ligure della Repubblica, durante legislature in cui non non abbiamo visto soluzioni determinanti, ad esempio per l’Ilva, la Piaggio, e le maggiori industrie della nostra regione, ma semmai l’incardinarsi di situazioni di crisi che il centrodestra si è trovato ora ad affrontare e che sta affrontando», concludono Cavo e Bozzano.

Al di là della bagarre politica, si attende la discussione del Consiglio regionale del 4 giugno in cui sarà votata una mozione di sfiducia a Giovanni Toti. Il documento è firmato dai gruppi d’opposizione Pd, Lista Sansa, M5S e Linea Condivisa. Si tratta della ‘mozione 109’ intitolata “Sfiducia nei confronti del presidente della Giunta regionale”.

«Valutato lo scioglimento del Consiglio Regionale e lo svolgimento di nuove elezioni l’unica strada possibile per restituire dignità alle istituzioni», recita il documento, «per evitare una situazione di stallo della Regione e garantire un governo regionale che operi nella piena legittimazione democratica e politica, sfiducia ai sensi dell’articolo 124 del Regolamento interno il presidente della Giunta regionale Giovanni Toti». 

Manca intanto una settimana all’apertura delle urne: sarà interessante osservare se le vicende giudiziarie in corso a livello locale influiranno sul voto europeo e in che modo.

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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