In un’ipotetica nuova corsa al “nucleare verde”, la città di Genova è pronta a rispondere presente. La Superba vanta infatti un’importante storia in questo settore sin dal tempo della Nucleare italiana reattori avanzati (Nira), realtà fondata nel 1972 da Ansaldo Meccanico Nucleare e finalizzata alla costruzione di reattori nucleari in Italia.
Dopo essere stata raggruppata in Ansaldo Ricerche e aver portato alla nascita di Ansaldo Nucleare nel 1989, questo braccio di ricerca e produzione continua ad essere operativo da dopo il referendum grazie alla richiesta dei mercati esteri e alle competenze acquisite dai contatti con le altre realtà internazionali.
Al di là delle potenzialità energetiche di un nucleare che sia davvero verde e regolamentato, tra le cose più complicate in un paese come l’Italia, la ripartenza a pieno regime di Ansaldo Nucleare potrebbe giovare anche al mondo del lavoro in Liguria e non solo. Nel periodo d’oro, l’azienda genovese contava infatti 2.000 addetti, un numero decisamente più alto rispetto alla centinaia di impiegati attualmente in servizio. Una nuova corsa al “nucleare verde” potrebbe quindi aumentare la richiesta di addetti ai diversi processi riduttivi, rilanciando l’economia regionale e nazionale e rinvigorendo il mercato del lavoro.
A metà tra dubbi ed entusiasmo
Alla luce di tutto ciò, il sindaco di Genova Marco Bucci ha candidato la Superba a capitale nazionale del “nucleare verde”, nella convinzione che il capoluogo possa ritornare ai vertici del settore energetico a livello italiano.
Questa ipotesi trova riscontro anche nelle parole di Paolo Gozzi, capogruppo della lista Vince Genova: “Il dibattito pubblico economico cittadino è spesso occupato dal turismo e dal porto, due settori molto importanti dell’economia cittadina. Non bisogna tuttavia dimenticarsi il ruolo dell’industria, senza la quale anche gli altri due mondi rischiano di essere vanificati”.
Certo è che, come ogni transizione, nulla può essere affidato al caso o fatto di fretta. Tra i dubbi dell’opinione pubblica, i potenziali rischi e le proiezioni più rosee, servirebbe infatti il giusto tempo per valutare il reale impatto di un’apertura così importante a questo controverso “nucleare verde”.