Nel Rione Sant’Angelo, il più piccolo di Roma, si trova una delle piazze più nascoste e incantevoli della città: Piazza Mattei. Prende il nome dalla potente famiglia che possedeva i palazzi che la circondano, adiacenti al Ghetto Ebraico e che formano quella che dal Quattrocento è stata chiamata l’Isola Mattei.
A pochissima distanza dal traffico e dalla frenesia di Largo Argentina, la piccola piazza è quasi silenziosa, delicata, in disparte dal resto del mondo. I suoi colori sono quelli tipici di Roma, il rosso dei mattoni ed il bianco dei marmi che riflettono la luce del sole in un cielo sempre blu.
Nel 1570 dopo il completamento dei lavori di restauro dell’Acquedotto dell’Aqua Virgo, si era deciso di installare diciotto nuove fontane da questo alimentate, di cui una in Piazza della Giudia, ma la famiglia Mattei era così potente che riuscì a far collocare la nuova fontana nell’omonima piazza, impegnandosi in cambio con l’amministrazione pontificia di provvedere alla pavimentazione della stessa e al mantenimento e cura della fontana.
La fontana delle Tartarughe
Al centro della piazzetta tra il 1581 ed il 1588, su progetto dell’architetto Giacomo della Porta (1533-1602) ed esecuzione dello scultore Taddeo Landini (1550-1596), veniva realizzata la splendida Fontana delle Tartarughe.
E’ formata da una vasca quadrata con gli spigoli arrotondati, un basamento su cui poggiano quattro conchiglie di marmo. Al centro c’è un’enorme anfora sopra la quale si alza un bacino rotondo in marmo africano bigio, sotto il quale spuntano testoline di putti dalle cui bocche sgorgano zampilli d’acqua.
Gli efebi
Quattro efebi in bronzo in posizioni uguali e simmetriche siedono sull’anfora, e mentre poggiano un piede su un delfino, con una mano ne trattengono la coda e con l’altra spingono le tartarughe verso il catino per aiutarle ad abbeverarsi.
I delfini
I delfini avrebbero dovuto essere otto, ma ne furono utilizzati solamente quattro e gli altri andarono ad abbellire la Fontana della Terrina in Campo dei fiori, poi spostata in Piazza della Chiesa Nuova. A colmare lo spazio vuoto, durante il restauro voluto da papa Alessandro VII (1655-1667) nel 1658, furono aggiunte le famose tartarughe, che infatti non erano previste in origine, ad opera del grande Gian Lorenzo Bernini.
La leggenda
Storia e leggenda si fondono intorno alla fontana. Si racconta infatti che il Duca Giacomo Mattei, appassionato di gioco d’azzardo, alla vigilia delle nozze perse gran parte delle sue fortune, tanto che il padre della sposa decise di annullare il matrimonio. Per dimostrare al futuro suocero che era ancora ricco e potente, lo invitò ad una festa nel suo palazzo e all’alba gli chiese di affacciarsi ad una finestra, dalla quale poté ammirare la fontana, che al loro arrivo non c’era, e fatta realizzare in quella stessa notte. Questo permise al Duca di riacquistare credibilità e stima e poter sposare la donna amata. Decise quindi di far murare la finestra perché nessun altro potesse ammirarla dal palazzo. Ancora oggi, guardando la facciata dell’edificio dall’esterno, si può vedere quella finestra dipinta.
Le tartarughe
Le tartarughe che danno il nome alla fontana sono state oggetto di ammirazione e curiosità fin dalla loro installazione, ma la loro bellezza particolare e insolita le rese preda di ripetuti furti e successivi ritrovamenti. Un primo nel 1944, quando furono rubate e poi recuperate tutte e quattro. Una seconda volta, nel 1979 una di esse fu rubata e mai più ritrovata, così si decise di conservare le tre rimaste ai Musei Capitolini, e quelle che vediamo oggi sulla fontana sono delle copie.
La fontana gemella
Non tutti sanno che esiste una fontana identica a quella di Piazza Mattei e che si trova a San Francisco, nello Huntington Park. La copia, perfettamente identica all’originale, era stata realizzata a Roma agli inizi del Novecento ed acquistata da William ed Ethel Crocker. I figli, dopo la loro scomparsa, la donarono alla città di San Francisco, e venne collocata nel parco dove è oggi possibile ammirarla.
Indietro nel tempo
L’atmosfera tra passato e presente che si respira intorno alla fontana nella piccola piazza è davvero suggestiva, sembra di trovarsi improvvisamente indietro nel tempo, lontano dai rumori e dalla frenesia che invece pervade tutto il resto del rione. Un piccolo scorcio di Roma raffinato ed elegante in cui immergersi per respirare più lentamente.
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