Con l’apertura del 77° Festival di Cannes, la Croisette è avvolta in un’atmosfera di tensione. Le voci di una possibile lista nera di dieci personalità del cinema accusate di violenze sessuali stanno agitando l’industria cinematografica. Questo elenco, che potrebbe essere divulgato durante l’evento, getta un’ombra sul festival e fa temere un nuovo capitolo del movimento Me Too.
Le voci e i timori
Le indiscrezioni sulla blacklist circolano sempre più insistentemente, sia sui social media sia su giornali prestigiosi come Le Figaro e Le Parisien, che hanno avviato inchieste sul tema. Secondo quanto riportato, il Centre National du Cinéma (CNC) ha ricevuto alcune settimane fa, via SMS, un elenco anonimo di dieci nomi. Queste personalità, di età compresa tra i 30 e i 40 anni, hanno iniziato la loro carriera cinematografica proprio durante l’era del Me Too.
Su X (ex Twitter), un account chiamato “Zoé Sagan” con 37 mila iscritti ha contribuito a diffondere le voci, pubblicando una lista di sospetti che è stata ampiamente condivisa. Tuttavia, l’attendibilità di questo account è controversa: secondo il sito ’20Minutes’, condivide prevalentemente teorie cospirative. Dietro lo pseudonimo si celerebbe Aurélien Poirson-Atlan, pubblicitario trentenne vicino agli ambienti dell’ultradestra francese.
La reazione del festival
La presidente del Festival di Cannes, Iris Knobloch, ha dichiarato uno stato di “vigilanza rafforzata”. Il consiglio di amministrazione è pronto a rimuovere dal programma qualsiasi film o personalità coinvolta nella lista nera. Questo approccio è stato elaborato con il supporto di una “agenzia di comunicazione di stato di crisi”, per garantire una risposta efficace in caso di scandalo.
Secondo Le Figaro, il protocollo prevede che, in caso di accuse, il regista, l’attore o il produttore coinvolto possa essere escluso dal salire la celebre scalinata del Palais des Festivals. Iris Knobloch e Thierry Frémaux, delegato generale del festival, terranno riunioni d’emergenza per decidere le azioni da intraprendere.
La psicosi nel settore cinematografico
Il clima di tensione non è limitato alla Croisette. L’industria cinematografica francese è scossa da continue rivelazioni di molestie e violenze sessuali. Tra i casi più recenti, quello di Gérard Depardieu, arrestato per l’ennesima denuncia di violenza sessuale, e il regista Benoît Jacquot, accusato di violenza e pedofilia dalla nota attrice Judith Godrèche.
Alain Attal, produttore di L’Amour ouf di Gilles Lellouche, ha commentato: “Non è una spada di Damocle che pende sui produttori, è un nuovo mondo che sta emergendo. È normale che le vittime abbiano bisogno di gridare ciò su cui hanno dovuto tacere.” Anche Olivier Delbosc, produttore dei film di François Ozon, ha dichiarato di non lasciarsi condizionare dalle voci nelle sue decisioni professionali.
Cannes, un festival teso
Il Festival di Cannes 2024 rischia di essere segnato da queste tensioni. Se la lista nera verrà resa pubblica, potrebbe provocare un terremoto nell’industria cinematografica, con conseguenze imprevedibili. Il festival, nel frattempo, si prepara a gestire una situazione che potrebbe trasformarsi in un nuovo capitolo del movimento Me Too, continuando a evidenziare le gravi problematiche di violenza e molestie sessuali nel mondo del cinema.
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