L’11 maggio ha segnato un momento cruciale per la Liguria. Migliaia di cittadini hanno marciato per le strade di Genova in una manifestazione di grande importanza. Questa protesta, organizzata da una vastissima rete di comitati, associazioni e cittadini, si è distinta per la sua forte richiesta di cambiamento nella gestione del territorio regionale, opponendosi fermamente alla speculazione e alla svendita delle risorse locali.
La speculazione e il degrado urbano
Il fulcro delle contestazioni riguarda la politica di gestione del territorio attuata da enti locali e commissari, poiché accusata di essere miope e orientata esclusivamente verso il profitto immediato a discapito della qualità della vita dei cittadini. Le periferie, trasformate in basi logistiche e soggette a servitù urbanistiche gravose, perdono servizi essenziali mentre le città diventano vetrine di un turismo di massa effimero volto al guadagno dei privati.
L’assalto ai fondi pubblici e la mancanza di partecipazione democratica
Una delle maggiori preoccupazioni espressa dai manifestanti è l’appropriazione dei fondi del PNRR e altri fondi governativi per progetti infrastrutturali senza una reale partecipazione democratica. I cittadini denunciano di essere esclusi dalle decisioni che cambieranno radicalmente il volto della regione, progetti che non portano beneficio alla comunità ma solo ulteriori danni ambientali e sociali.
La richiesta di un nuovo modello
I manifestanti chiedono un radicale cambiamento nel modello di sviluppo, con un focus su investimenti sostenibili in istruzione, sanità, trasporti pubblici di qualità e manutenzione del verde. L’appello è per un approccio che ponga al centro il benessere collettivo, con una forte resistenza alla cementificazione e una maggiore attenzione alle politiche di contrasto al cambiamento climatico.
Le voci dei cittadini
Durante la manifestazione “In Liguria manifestiamo uniti”, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare molte persone, tra cui Gabriella Rabagliati del Comitato Cittadini Banchelle, Rossana del Comitato Liberi Cittadini di Certosa, Mauro Manuello di Imperia, e molti altri. Le loro voci hanno portato alla luce un’ampia gamma di preoccupazioni, ma tutte convergevano su alcuni punti chiave:
- Richiesta di maggiore trasparenza e partecipazione nei progetti infrastrutturali.
- Opposizione a progetti percepiti come dannosi per l’ambiente e la qualità della vita locale.
- Necessità di proteggere i servizi essenziali e di promuovere uno sviluppo sostenibile.
Queste richieste riflettono il forte desiderio di un cambiamento nella gestione del territorio ligure, sottolineando l’importanza di un dialogo aperto e inclusivo nelle decisioni che riguardano la comunità.
Il cambiamento parte da Genova
La manifestazione “In Liguria manifestiamo uniti” non è solo un evento isolato, ma rappresenta l’inizio di un movimento più ampio che mira a coinvolgere direttamente i cittadini nelle decisioni sul futuro del loro territorio. Gli organizzatori hanno chiarito che questa è solo la prima di molte azioni previste per promuovere un modello di gestione partecipativa e trasparente in Liguria.
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