Oggi, 25 aprile, celebriamo la Festa della Liberazione, un giorno che segna la sconfitta del regime fascista e la nascita della Repubblica Italiana. Un giorno di memoria e riflessione, ma anche un’occasione per riaffermare con forza i valori dell’antifascismo, che sono alla base della nostra democrazia.
L’antifascismo non è solo un ricordo del passato, ma un valore da tenere vivo nel presente e da trasmettere alle future generazioni, non è solo un fatto storico, ma un valore sempre attuale.
Significa rifiutare ogni forma di intolleranza, discriminazione e violenza, e opporsi a qualsiasi tentativo di sovvertire l’ordine democratico, è un impegno costante contro ogni forma di intolleranza, discriminazione e violenza, contro ogni minaccia alla democrazia e ai diritti umani.
Essere antifascisti non implica lo schieramento politico del singolo, destra, sinistra, centro, questo è fattore secondario, dev’essere una certezza, un sentimento implicito in ogni cittadino. Libertà di parola, di pensiero e d’azione sono concetti antifascisti e non dichiararsi tale significa lasciare spazio alla censura delle idee, al silenziamento delle parole, all’annientamento dell’essere umano.
Nella giornata di oggi si riflette anzitutto sulle radici storiche dell’antifascismo e sulla comprensione delle sue diverse declinazioni. Significa analizzare le cause che hanno portato all’ascesa di regimi totalitari come quello fascista in Italia, e riconoscere i pericoli che ancora oggi possono insorgere da ideologie autoritarie e populiste.
“Fucilando e bruciando vivi nelle case contadini e patrioti assieme, il nemico ci ha uniti per sempre nella lotta per la liberazione.
Proclama redatto dall’ intendente della III Brigata Liguria, Emilio Guerra, la divisione “Mingo”, ebbe tra i suoi promotori alcuni degli scampati alla strage di Benedicta. (162 trucidati da fascisti e nazisti, 188 deportati nel lager di Mauthausen)
Bisogna essere degni di chi è caduto […] Tutto ciò segna il limite massimo a cui può giungere il nemico“
Ma riflettere sull’antifascismo significa anche guardare al presente. Significa essere consapevoli delle nuove forme di intolleranza e discriminazione che si manifestano nella nostra società, come il razzismo, l’antisemitismo, l’omofobia e la misoginia. Significa impegnarsi attivamente per contrastare queste derive, promuovendo una cultura di rispetto e inclusione.
L’antifascismo non è un’ideologia, ma un impegno concreto
È un impegno costante contro ogni forma di intolleranza, discriminazione e violenza, contro ogni minaccia alla democrazia e ai diritti umani. In un’epoca di incertezze e contraddizioni, in cui i populismi e le derive autoritarie sembrano tornare a minacciare le nostre libertà, è più importante che mai tenere alta la bandiera dell’antifascismo.
L’antifascismo non è un’ideologia, ma un impegno concreto, un valore dinamico che dev’essere costantemente reinterpretato e adattato ai tempi che cambiano. Richiede una riflessione critica e un’azione concreta da parte di tutti noi, un impegno a costruire una società più giusta e solidale, dove tutti i cittadini possano godere di pari diritti e opportunità. Un impegno a coltivare il dialogo e il confronto, a contrastare l’odio e la divisione.
L’antifascismo è il nostro futuro. È la garanzia che i sacrifici di chi ha combattuto per la libertà non siano stati vani. L’antifascismo è una responsabilità di tutti noi, è la garanzia del nostro futuro, è la promessa che l’Italia continuerà ad essere un Paese democratico, fondato sui principi di uguaglianza, giustizia e libertà.
Noi siamo tutti Antifascisti.