L’Iran ha aperto un’offensiva con Israele lanciando droni e missili ieri sera: la notizia è stata confermata dall’IDF, che si è detto pronto a respingere l’attacco – che avrebbe comunque impiegato diverse ore a raggiungere il territorio israeliano, dovendo sorvolare l’Iraq e la Giordania.
La decisione, ha dichiarato l’Ayatollah Ali Khamenei, arriva in risposta all’attacco israeliano al consolato iraniano di Damasco del 1° aprile in cui è morto il generale Mohammad Reza Zahedi, comandante della Forza Quds del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane in Siria e Libano. «Quando hanno attaccato la nostra area consolare, è come se avessero aggredito il nostro territorio», ha dichiarato in un discorso televisivo la guida suprema mercoledì. «Questo regime malvagio deve essere punito e sarà punito».
Nelle prime ore di questa mattina il portavoce dell’Idf, Avichay Adraee, ha comunicato di aver intercettato oltre 300 tra droni e missili, che dovrebbero corrispondere al 99% delle minacce verso il territorio israeliano. Su X Benjamin Netanyahu ha poi confermato il successo delle operazioni difensive: «Abbiamo intercettato. Abbiamo bloccato. Insieme vinceremo».
L’attacco avrebbe comunque causato una trentina di feriti lievi, tra cui una bambina di sette anni ricoverata a causa di un trauma cranico, secondo fonti della CNN. L’Iran ha ribadito di aver colpito gli obiettivi principali della missione, ossia due siti militari da cui sarebbe partito l’attacco contro il suo consolato di Damasco, e di ritenersi soddisfatto.
Le reazioni internazionali all’attacco iraniano a Israele
Questa sera è prevista una sessione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il delegato iraniano alle nazioni unite ha dichiarato: «Pur esprimendo la propria adesione ai principi sanciti dall’Onu e dal diritto internazionale, l’Iran è determinato a difendere le proprie sovranità, integrità territoriale e interesse nazionale contro qualsiasi uso illegale della forza e dell’aggressione. Le misure adottate difensive dall’Iran indicano il suo approccio responsabile alla pace e alla sicurezza regionali e internazionali, in un momento in cui il regime di apartheid di Israele continua a praticare atti illegali e di genocidio contro la Palestina, aggressioni militari ripetute contro stati vicini oltre a manovre foriere di guerra nella regione e oltre». Teheran, si aggiunge, «senza dubbio intraprenderà ulteriori misure difensive, se necessario, per salvaguardare i propri legittimi interessi contro qualsiasi tipo di aggressione militare o di uso illegale della forza».
I paesi occidentali si sono espressi tutti contro l’attacco iraniano, a partire dagli USA, che «condannano con la massima fermezza l’attacco iraniano contro Israele», come dichiarato dal segretario di Stato Antony Blinken. «Pur non cercando un’escalation, continueremo a sostenere la difesa di Israele e, come ha chiarito il presidente, difenderemo il personale statunitense».
Dichiarazioni sullo stesso tenore anche da Germania, Giappone, Italia e dall’Unione Europea. «Il Governo italiano ribadisce la condanna agli attacchi iraniani contro Israele. La presidenza italiana del G7 ha organizzato per il primo pomeriggio di oggi una conferenza in collegamento a livello dei leader. Esprimiamo forte preoccupazione per una destabilizzazione ulteriore della regione e continuiamo a lavorare per evitarla», scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La situazione si aggrava in Medio Oriente
Preoccupazione invece da parte dei paesi che si trovano in mezzo alla contesa, come la Giordania, nel cui spazio aereo Israele ha abbattuto parte dei droni lanciati dall’Iran. Il ministro degli Esteri giordano Ayman al-Safadi ha comunque affermato che «il modo per fermare l’escalation nella regione è fermare gli attacchi a Gaza e porre fine all’occupazione» israeliana dei territori palestinesi.
Intanto si teme per la portacontainer MSC, sequestrata da un contingente iraniano ieri mentre attraversava lo stretto di Hormuz. La Farnesina ha confermato che non ci sono italiani tra i 25 membri a bordo. Il gruppo logistico italo-svizzero ha comunicato che «stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità competenti per garantire il benessere dell’equipaggio e il ritorno sicuro della nave».
Gli USA hanno richiesto l’immediato rilascio del personale della nave civile, ricordando che un simile sequestro «senza provocazione è una palese violazione del diritto internazionale e un atto di pirateria da parte del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica».