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‘L’Ultima Cena’ di Orazio De Ferrari, torna a splendere un capolavoro del Barocco genovese

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Dopo mesi di attento e minuzioso lavoro di restauro torna a splendere la grande tela di Orazio De Ferrari aprendo cosi le visite alla zona della Sacrestia Monumentale di San Siro, che poco per volta svelerà i suoi preziosissimi tesori.

Ultima cena, Orazio De Ferrari

Prima cattedrale di Genova già dal IV secolo con il nome di Basilica dei Dodici Apostoli, la chiesa assunse il titolo di San Siro a memoria del grande Vescovo genovese che vi ha operato. Passato il titolo di Cattedrale alla chiesa di San Lorenzo, la chiesa ed il suo complesso furono affidati ai Benedettini (XII sec.); ma è in seguito all’insediamento dei Teatini alla fine del XVI sec. che San Siro fu completamente ricostruita con un maestoso assetto, architettoni-camente consono ai tempi, di cui la Sacrestia ne era parte integrante.

La Sagrestia Monumentale

La Sacrestia monumentale si presenta come un amplissimo volume, superiormente coperto da una volta a botte a sesto ribassato, alternato dalle lunette delle finestrature presenti al livello maggiore. L’austera e solenne impostazione originaria della Sacrestia è stata nei secoli successivi arricchita dalle opere pittoriche, provenienti da vicini luoghi di culto dismessi e collocate sulle alte pareti: tra queste, certamente quella di maggior rilievo è rappresentata dalla grande tela di Orazio De Ferrari (1600 ca.) rappresentate “L’ultima cena”, oggetto del recentissimo restauro.

Con oltre 4 metri e mezzo d’altezza e quasi 9 metri di base, è un capolavoro del naturalismo genovese della prima metà del Seicento. Destinato originariamente all’oratorio di Santa Maria degli Angeli nel 1647, il dipinto è stato successivamente trasferito nella sacrestia della basilica di San Siro nel 1811, quando l’oratorio fu soppresso.

Nino Silvestri, Restauratore

Il restauro

Il restauro è stato eseguito presso il laboratorio Nino Silvestri Restauri a Genova. Il dipinto è stato staccato dalla parete della sacrestia, avvolto su un grande rullo, trasportato in laboratorio e srotolato poi su un grande piano di lavoro per analizzare il supporto e pianificare l’intervento di consolidamento. Durante questa fase, con l’utilizzo di un adesivo a caldo, è stato possibile recuperare le parti della tela di rifodero staccate dal supporto originale.

La Fondazione Compagnia di San Paolo, in collaborazione con La Fondazione Friends of Genoa hanno permesso il completamento del restauro del maestoso dipinto ad opera dei maggiori esponenti della pittura del ‘600 Genovese, adempiendo ancora una volta alla missione di divulgazione e conservazione dell’importante patrimonio culturale che la città possiede.

Nicoletta Viziano, Fondazione Compagnia di San Paolo

La mission delle fondazioni, sinergia pubblico e privato

Nel biennio 2020-2021 gia si rese necessario svolgere lavori di restauro interni, con il risanamento di pareti e soffitti, il restauro conservativo delle parti lapidee presenti (pavimento e lavabo), e l’intervento sulle finestrature in vista anche di una riduzione dell’umidità. L’operazione è stata possibile grazie all’intervento della Fondazione Compagnia di San Paolo che, confermando la generosa attenzione dei decenni precedenti, ha coperto la quasi totalità dell’importo dei lavori di € 205.000.

Il restauro dell’Ultima Cena, conservata appunto all’interno degli ambienti risanati, si inserisce pienamente nella logica della campagna restauri sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, finalizzata alla riqualificazione del centro storico di Genova ed alla trasformazione della città in un polo culturale urbano di forte attrazione.

L’intervento ultimo, rientra in un progetto molto piu ampio di recupero della Basilica, già avviato nel 2007 e sostenuto dalla Compagnia, che vede un contributo della stessa di otre un milione di euro, risorsa importantissima che ha portato al risanamento sia degli spazi che delle opere conservate al loro interno.

Il restauro dell’opera di De Ferrari va a completare l’intervento che prevede l’avvio di un percorso di visita della Basilica ampliandone il percorso al fine di raggiungere spazi suggestivi e molto interessanti.

Il Percorso espositivo

Si parte dalla zona del campanile, passando attraverso un passaggio dei muri medievali, focus successivo è nella zona del coro, tra gli stalli, al centro una antica cattedra, appartenente ancora alla chiesa benedettina, sul retro dell’altar maggiore, uno dei capolavori della Basilica, opera di Pierre Puget, all’interno dell’altare, la cassetta con le reliquie del Santo, divise con la Cattedrale di San Lorenzo.

Si passa quindi all’antisacrestia, che ospita una prima parte di quadreria, e una acquasantiera intarsiata di pietre dure, ed l’ingresso nella Sacrestia Monumentale, dove campeggia la restaurata Ultima Cena, che la nuova illuminazione rende fruibile in tutta la sua bellezza.

Uno spazio immenso, luminoso nelle ore diurne e suggestivamente illuminato quando non entra la luce del giorno dalle ampie finestre. Utilizzato per le sue funzioni di appoggio alle celebrazioni, ma pronto ad ospitare conferenze e concerti, e in prospettiva anche ad esporre, a rotazione, i preziosi paramenti della Basilica

    Il percorso di visita sarà liberamente accessibile

    per il pubblico il sabato pomeriggio, dalle 16 alle 18

    per i gruppi, su prenotazione, anche durante la settimana 

    Leggi anche: https://liguriaday.it/?s=fieschi

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    Info Pasquale Napolitano

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    Docente di ruolo in Storia dell’arte e Discipline pittoriche, grafiche e scenografiche; specializzato nella formazione dei corsi di studio con un percorso didattico qualificante nell’attività creativa in ambito artistico teatrale e storico-artistico.

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