Secondo l’ultimo studio della Fondazione Gimbe, organizzazione senza fini di lucro finalizzata alla diffusione e all’applicazione delle migliori evidenze scientifiche, la Liguria è tra le regioni italiane con meno rinunce a prestazioni sanitarie per motivi economici. Partendo dai più recenti dati Istat e Cnel, la percentuale ligure di famiglie impossibilitate nel usufruire dei servizi del sistema sanitario nel 2022 si è attestato intorno al 5,8%.
Nello stesso anno, la media italiana non è invece riuscita a scendere sotto il 7%, con la Liguria al quarto posto in questa particolare classifica nazionale alle spalle di Provincia autonoma di Bolzano (4,7%), Campania (4,7%) e Molise (5,6%). Nonostante questo ottimo risultato, la somma media spesa annualmente dai cittadini liguri per la salute senza sostegni regionali o riduzioni è aumentata dell’11,3% rispetto al 2021.
In parole povere, si è passati da circa 1.299 euro a ben 1.446, un’importante maggiorazione che ha sicuramente pesato sulle casse delle famiglie liguri e, in particolare, di quelle dei ceti più fragili. Questo aumento ha inoltre superato la spesa media “out-of-pocket” nazionale (1.362 euro), mantenendosi allo stesso tempo in linea con il trend delle regioni del Nord Ovest (1.447 euro). L’analisi della Fondazione Gimbe relativa al 2022 offre però un dato parziale delle condizioni della sanità ligure, ambito che presenta ancora numerose problematiche e punti deboli.
Al di là di numeri e statistiche sarebbe infatti fondamentale individuare e risolvere le diverse criticità, dalle liste d’attesa ai rischi legati ad una privatizzazione non correttamente regolamentata. Senza ombra di dubbio, uno dei principali obiettivi è garantire le prestazioni sanitarie a tutti, eliminando il più possibile ogni ostacolo di natura economica. Riuscirci non è tuttavia semplice senza una serie di accorgimenti e miglioramenti del sistema e dei suoi servizi.