Chi è che non ha mai giocato almeno una volta al lotto o al superenalotto?
A pensare che è un gioco che è stato riproposto in diverse epoche. Chissà se nel Settecento la lotteria pubblica raggiungeva montepremi da capogiro come oggi!?
Lo sapevate che nel Settecento a Palazzo Montecitorio ogni sabato avveniva l’estrazione del Lotto. Sicuramente un avvenimento popolare, assai seguito a Roma. Lo stesso Stendhal cita l’avvenimento in alcune pagine delle sue Passeggiate Romane.
I numeri venivano dichiarati alla folla che si radunava sotto la terrazza della facciata principale nella piazza che anche all’epoca era leggermente rialzata. Pare che questo dislivello si sia formato dall’accumulo di terra e rifiuti derivati dalla bonifica del vicino Campo Marzio. Comunque l’immagine di folla sotto il palazzo è molto attuale, tende a ripetersi nel tempo con le stesse modalità anche se non per i numeri a Lotto.
La storia di palazzo Montecitorio
La derivazione del nome Montecitorio è incerto, il nome antico sarebbe “Mons Acceptorius”, si presume derivi dal piccolo dislivello del terreno.
Nel Cinquecento in quest’area, dove oggi sorge Palazzo Montecitorio, con la vicinanza del Tevere era piuttosto complicato costruire, tanto che non ci sono informazioni storiche in tal merito di edifici importanti. Solo nel Seicento iniziano i lavori per realizzare il palazzo Montecitorio, commissionato da papa Innocenzo X al Bernini come dimora del principe Nicolò Ludovisi.
Anche in questa occasione, il Bernini, venuto a conoscenza dell’imminente cantiere, si impegna ed ottiene l’incarico della progettazione, con lo stesso stratagemma utilizzato con Donna Olimpia per la fontana in Piazza Navona, ossia fonde un modellino del suo progetto in argento e lo dona alla moglie del principe. È lei a procurargli l’incarico che l’artista assolve realizzando una imponente facciata convessa, assecondando la morfologia del terreno.
Purtroppo muore il committente nel 1655, i lavori furono interrotti per mancanza di fondi e il Bernini non termina il progetto.
I lavori furono ripresi dopo oltre trent’anni per volontà di un altro pontefice dallo stesso nome Papa Innocenzo XII Pignatelli che dapprima intendeva destinare il palazzo a ospizio per i poveri e poi decise di installarvi la Curia apostolica, i tribunali pontifici.
Il suo architetto di fiducia è Carlo Fontana, fratello di Giovanni Fontana, il quale interviene nell’organizzazione interna dell’edifico, sul cortile che per oltre un secolo sarà sede dei tribunali del Papa. Infine il vistoso Campanile sormontato da una scultura girevole in bronzo con due ali e una clessidra. Fontana dovette invece rinunciare, ancora la mancanza di fondi, a creare un’unica grande piazza al posto delle attuali piazza Colonna e piazza Montecitorio.
Si inaugura la Curia innocenziana nel 1696 dando acqua alla grande fontana collocata in fondo al grande cortile semicircolare. Palazzo Montecitorio avrà sempre una destinazione amministrativa. Con l’unità d’Italia diventa sede della Camera dei Deputati.
Curiosità:
Il 13 maggio 2008 si dedica una sala ad Aldo Moro in occasione del trentesimo anniversario della tragica scomparsa dello statista pugliese. La sala, che era precedentemente denominata “Sala gialla” per il colore della tappezzeria, è arredata con mobili in stile rococò provenienti dalla Reggia di Caserta.
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