Polizia squadra mobile spezza la mano dell'usura

La squadra mobile spezza la mano dell’usura (VIDEO)

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Fatta salva la presunzione di innocenza – in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati si comunica che:

All’alba di oggi, le strade di Genova hanno tremato sotto i passi decisi della Squadra Mobile e della Sezione Investigativa del S.I.S.C.O. Nove figure losche, annidate tra Genova e Alessandria, sono state strappate dai loro cunicoli. Tra loro, R.S., già marchiato dal fuoco della giustizia per legami con una nota famiglia mafiosa.

I crimini? Un’orgia di usura e scommesse clandestine, un’associazione a delinquere che ha steso le sue grinfie dal 2019 al 2022. Ma c’è di più: autoriciclaggio per somme che farebbero arrossire un banchiere, con il gioco sporco delle “giocate a copertura” sugli eventi sportivi.

I bersagli dell’usura erano comuni mortali: famiglie di ristoratori, un proprietario di appartamento alle strette, e un venditore ambulante di frutta e verdura, tutti schiacciati sotto il tallone di interessi da strozzinaggio.

L’avidità non conosce limiti. Alcuni degli indagati hanno tessuto una ragnatela di scommesse illegali, tramite gruppi WhatsApp, ingoiando gli scommettitori in un abisso di debiti. E mentre i perdenti annegavano nelle loro sfortune, i gestori di tre agenzie di scommesse a Genova intascavano profitti illeciti, nascondendo il marcio dietro facciate rispettabili.

La mazzata finale? G.B. uno degli indagati, si è visto congelare beni per settecentomila euro, frutto avvelenato del suo impero criminale.

Oggi, Genova respira un’aria più pulita, mentre la giustizia affila le sue armi per il prossimo round contro l’illegalità. Continua la lotta contro la criminalità organizzata e le pratiche illecite che minacciano la società.

Video Polizia di Stato

C.S.

Procura della Repubblica di Genova

Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo

COMUNICATO STAMPA

Genova, 06 marzo 2024

Ritenuto che sia di interesse pubblico la divulgazione di informazioni riguardanti le dinamiche connesse alla perpetrazione, nell’ambito di dinamiche associative,  di reati di usura e di esercizio abusivo di scommesse, fatta salva la presunzione di innocenza – in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede;

si comunica che:

nelle prime ore della mattinata odierna, personale della Squadra Mobile e della Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo di Genova (S.I.S.C.O.) della Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di nove persone (si autorizza sin da ora la Questura di Genova a divulgarne i nominativi) dimoranti a Genova e in provincia di Alessandria (tre destinatarie del provvedimento coercitivo della custodia in carcere, tre destinatari del provvedimento restrittivo degli arresti domiciliari e tre dell’obbligo di dimora). Uno degli arrestati, Roberto Sechi, è stato condannato nel 2006 con sentenza definitiva alla pena di anni cinque e mesi quattro di reclusione, poiché riconosciuto partecipe di un sodalizio di stampo mafioso presente sul territorio genovese e capeggiato dalla famiglia Fiandaca, di origine nissena.

I reati, commessi dal 2019 fino ad aprile 2022, per i quali il giudice per le indagini preliminari ha (parzialmente) accolto la richiesta di applicazione di misure cautelari avanzata del P.M. sono usura aggravata, esercizio abusivo delle scommesse, associazione per delinquere finalizzata all’organizzazione abusiva delle scommesse, autoriciclaggio (per somme pari a 85.645,10 euro, perpetrato scommettendo in maniera sistematica e tramite il meccanismo delle “giocate a copertura” su eventi sportivi adoperando i canali leciti). 

Ad alcuni degli indagati sono stati originariamente contestati il reato di estorsione e l’aggravante prevista dall’art. 416-bis.1 c.p. (entrambi non ravvisati dal G.I.P.) per avere, quanto alla citata aggravante, commesso il fatto avvalendosi, in alcune ipotesi, del cosiddetto “metodo mafioso” ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa denominata “famiglia Fiandaca”, nonché i reati di usura e associazione finalizzata alla raccolta abusiva delle scommesse

I reati di usura contestati risultano perpetrati ai danni:

– di due componenti (di cui uno affetto da problemi di ludopatia) di una famiglia titolare di vari locali di ristorazione a Genova (destinatari di prestiti pari a complessivi  25.000 euro, per i quali venivano chiesti tassi di interesse pari al 53% quanto al prestito di 10.000 euro, nonché al 10% mensile, poi ridotto al 3,3% quanto al prestito di 15.000 euro),

-del proprietario di un appartamento, intenzionato a venderlo, ma che trovava difficoltà nelle trattative per la cessione a causa della pendenza (in base a quanto emerso allo stato nel corso delle indagini) di una procedura esecutiva gravante sull’immobile e bisognoso pertanto della pronta disponibilità di una somma di denaro che gli avrebbe consentito di liberarlo, consentendone la cessione (destinatario del prestito di 10.000 euro a fronte di un tasso di interesse richiesto pari a 8,33% mensile),

-di un venditore ambulante di frutta e verdura,  in condizioni economiche precarie, che non gli consentivano di approvvigionarsi della merce da rivendere al dettaglio (destinatario del prestito di 12.000 euro a fronte di un tasso di interesse richiesto pari al 10 % mensile).

Alcuni degli indagati sono accusati di aver realizzato un articolato sistema di raccolta di scommesse su eventi sportivi, gestito tramite gruppi whatsapp (denominati “Biz – Ste, “Tranzillo”). Il sistema era alternativo a quello lecito a cui si accede scommettendo presso un’agenzia di scommesse autorizzata dallo Stato all’attività di raccolta o tramite un sito autorizzato. Gli scommettitori potevano giocare formulando le puntate sugli eventi sportivi, maturando un debito corrispondente alla somma che avevano scommesso. Alcuni giocatori, in caso di perdita  si indebitavano a tal punto da non riuscire a restituire le somme di denaro giocate.

Nel corso dell’indagine sono stati individuati anche i gestori di tre agenzie di scommesse di Genova, per le quali sono stati emessi decreti perquisizione. I gestori coinvolti si ritiene facciano parte del sistema di raccolta abusiva delle scommesse e adoperavano le agenzie per mascherare il più redditizio traffico illecito.

Uno degli indagati per i quali è stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere, Giovanni Bizzarro,  risulta destinatario anche di un provvedimento di sequestro preventivo per un ammontare pari al valore dei profitti illeciti nel tempo conseguiti pari a settecentomila euro circa.

Il Procuratore della Repubblica
Nicola Piacente

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Articolo a cura di un collaboratore indipendente. N.d.R: L’opinione degli autori non coincide necessariamente con quella della Redazione.

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