I ritardi e i problemi burocratici nel rinnovo dei passaporti non costituiscono solo una noia per i cittadini italiani, ma anche un vero e proprio danno economico. Questo è il dato che attesta una stima pubblicata da Astoi Confindustria Viaggi, Federazione Turismo Organizzato – Confcommercio (Fto), Fiavet – Confcommercio, Aidit Confindustria, Assoviaggi Confersercenti e Maavi Conflavoro Pmi e che riporta almeno 167mila viaggi sfumati nel biennio 2022-2023, con una conseguente mancato ricavo di 300 milioni di euro per agenzie di viaggio e tour operator. Viaggi sfumati perché i clienti non sono riusciti ad avere in tempo utile il passaporto.
A questo studio si aggiungono anche i mancati viaggi di turisti che preferiscono prenotare online senza appoggiarsi a un intermediario, ma anche i problemi creati alle imprese che fanno fatica o non riescono a mandare i propri dirigenti e tecnici in giro per il mondo. Sebbene le necessità lavorative dovrebbero dare una corsia preferenziale ai cittadini che hanno bisogno di rinnovare il passaporto, infatti, in diverse città le liste di attesa sono così lunghe che vanificano la priorità.
Da oltre un anno il tema dei passaporti ricorrere come problematica in regioni diverse, ma la situazione sembra peggiorare anziché andare incontro a nuove soluzioni. A Mestre, Fano e Merano, ad esempio, si prende già appuntamento per il 2025.
Il boom di richieste ha mandato già nel 2023 il sistema di rinnovo dei passaporti
L’aumento delle richieste ha subito un importante incremento negli ultimi anni anche come conseguenza a coda lunga del Covid. Durante la pandemia infatti molti cittadini hanno lasciato scadere il proprio passaporto decidendo di rimandare il rinnovo al momento in cui si sarebbe potuti tornare a viaggiare liberamente. L’altro fattore scatenante è stata la Brexit: ora anche per un weekend di svago a Londra è necessario il passaporto, come conseguenza dell’uscita del Regno Unito dagli accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone.
Ciò ha portato a un picco di richieste: secondo un’analisi del Ministero dell’Interno, in 21 i passaporti lavorati nel 2022 erano stati 807.490 e nel 2023 sono aumentati a 1,191 milioni (+32,7%). Lo dimostra il fatto che nel 2023 sono stati rilasciati 2,75 milioni di documenti, un milione in più rispetto a ciascun anno prepandemico. Un aumento che però non riesce a stare dietro alle richieste.
Un’altra motivazione potrebbe essere la difficoltà di ottenere la carta d’identità elettronica, che induce molti a chiedere il passaporto anche per esigenze diverse dall’espatrio.
Genova tra le città che riescono a gestire meglio le richieste dei passaporti
Le difficoltà a ottenere il passaporto variano di città in città anche nella stessa regione, così come le modalità per avere l’appuntamento o per ottenere il documento. In particolare, a Bari, Cosenza, Perugia non è possibile neppure prendere un appuntamento. Nel capoluogo umbro è possibile mettersi in fila il martedì mattina per l’apertura straordinaria dell’Ufficio passaporti dalle 8 alle 12, sperando di riuscire a prendere un numero. A Torino ogni lunedì mattina si attivano circa 500 posti prenotabili ma si esauriscono in un attimo, ma in alternativa ci si può mettere in coda nei giorni previsti senza prenotazione sperando di riuscire ad arrivare allo sportello.
A Genova, dove aveva fatto scalpore l’introduzione di clickday e di code dei cittadini dalle 4.00 di mattina per riuscire a prendere il numero, tuttavia si riesce a prenotare entro marzo, una delle città con i tempi di attesa più brevi, come Palermo, L’Aquila Aosta, Trieste e Potenza. Batte ogni record però la Basilicata, dove si riesce a prenotare in meno di una settimana.
Questa situazione di disparità in base alla provincia di residenza non ha eguali in Europa, soprattutto considerando che l’Italia inoltre ha le tasse tra le più care dell’Unione. Servono 116€ per rinnovare il passaporto, pagando due bolli diversi, uno da 42,50€ in posta e uno da 73,50€ in tabaccheria, un’altra trafila che complica non poco la procedura.
In Francia e in Germania si può fare richiesta del passaporto direttamente nel proprio comune di residenza. Altri Paesi invece permettono di fare richiesta online e la consegna del nuovo documento avviene in circa due settimane.
La sperimentazione “Polis” in Emilia Romagna con Poste Italiane
Un tentativo di risolvere la cosa potrebbe arrivare dal Progetto Polis, la sperimentazione partita grazie alla convenzione tra Poste italiane, Ministero dell’Interno e Ministero delle imprese e del made in Italy. I cittadini residenti o domiciliati nei Comuni inclusi nel progetto Polis potranno così aprire la pratica di richiesta o rinnovo del passaporto presentando la documentazione direttamente allo sportello dell’ufficio postale di riferimento, senza doversi recare in Questura.
Il progetto Polis trasforma gli uffici postali nella casa dei servizi digitali in 7.000 Comuni al di sotto di 15mila abitanti. Il progetto è finanziato con risorse del piano complementare al PNNR (Dl 59/2021) con 800 milioni di euro e per circa 400 milioni a carico di Poste Italiane.
Basterà consegnare all’operatore del più vicino ufficio postale del proprio Comune un documento di identità valido, il codice fiscale, due fotografie, pagare in ufficio il bollettino per il passaporto ordinario della somma di 42,50€ e una marca da bollo da 73,50€. In caso di rinnovo bisognerà consegnare anche il vecchio passaporto o una copia della denuncia di smarrimento o furto del vecchio documento.
Grazie alla piattaforma tecnologica in dotazione agli Uffici Postali Polis, sarà lo stesso operatore a raccogliere le informazioni e i dati biometrici del cittadino (impronte digitali e foto) inviando poi la documentazione all’ufficio di Polizia di riferimento. Il nuovo passaporto potrà essere consegnato da Poste Italiane direttamente a casa del richiedente.
Dopo la prima sperimentazione in provincia di Bologna, a breve il progetto verrà esteso su tutto il territorio nazionale.