Operazione Macron in Ucraina l’Italia dice no.

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L’ipotesi avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron sull’invio di truppe occidentali in Ucraina ha innescato un vivace dibattito internazionale, evidenziando le tensioni e le divergenze di opinioni tra i paesi alleati. La proposta, emersa durante una conferenza internazionale a Parigi, ha suscitato reazioni contrastanti, riflettendo la complessità delle dinamiche geopolitiche attuali.

La posizione della Francia

Il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, ha sottolineato l’importanza di “pensare a nuove azioni di sostegno all’Ucraina”, che includono il sminamento, il settore cyber e la produzione di armi sul territorio ucraino. Queste misure, secondo Parigi, potrebbero richiedere una presenza occidentale in Ucraina, senza però oltrepassare la soglia della belligeranza. Il primo ministro francese, Gabriel Attal, ha ribadito che “non si può escludere nulla in una guerra” che si svolge nel cuore dell’Europa, sottolineando la ferma posizione della Francia contro una possibile vittoria russa.

La reazione internazionale

La proposta di Macron ha trovato un certo apprezzamento a Kiev, con il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak che ha interpretato le parole di Macron come “un buon segnale”. Tuttavia, molti alleati europei e gli Stati Uniti hanno espresso opposizione all’idea, con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha confermato l’assenza di piani per l’invio di truppe da combattimento NATO in Ucraina. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani hanno manifestato una netta contrarietà all’invio di truppe, sottolineando la necessità di prudenza e di non alimentare il conflitto con la Russia.

La risposta della Russia

L’ipotesi di un intervento occidentale in Ucraina è stata fermamente respinta dalla Russia, con il ministro degli Esteri Serghei Lavrov che ha invitato i leader occidentali a riflettere su soluzioni più sicure per l’Europa. Anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha avvertito che l’invio di truppe NATO in Ucraina potrebbe scatenare un conflitto diretto con la Russia, un’eventualità che considera inevitabile.

Verso un sostegno concreto senza escalation

Nonostante le divergenze, l’obiettivo comune resta quello di sostenere l’Ucraina nella difesa della propria sovranità e integrità territoriale, evitando al contempo un’escalation del conflitto. L’accordo di sicurezza firmato tra Italia e Ucraina, simile a quelli stipulati con Gran Bretagna e Canada, dimostra l’impegno occidentale a lungo termine verso Kiev, pur nella consapevolezza delle complesse implicazioni di un eventuale intervento militare diretto.

Macron, una scelta azzardata

Il dibattito sull’invio di truppe occidentali in Ucraina sollevato da Macron evidenzia la delicata bilancia tra il desiderio di fornire un sostegno deciso a Kiev e la necessità di evitare una pericolosa escalation del conflitto. La cautela espressa da molti paesi occidentali riflette le preoccupazioni per le conseguenze di un confronto diretto con la Russia, in un contesto internazionale già segnato da profonde incertezze e tensioni. In questo scenario, la ricerca di soluzioni innovative e non bellicose appare come la strada più percorribile per garantire sicurezza e stabilità nella regione.

Leggi anche: Russia e Ucraina, la guerra continua

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