Aumentano le prenotazioni in Liguria, soprattutto in località come Camogli e Portofino, nonostante la variabilità del tempo e la bassa stagione. Ma com’è possibile se molte strutture alberghiere sono chiuse? La soluzione sembra essere rappresentata dai “famigerati” affitti brevi, una vera e propria manna dal cielo per il settore alberghiero ma, allo stesso tempo, un elemento potenzialmente pericoloso per il mondo degli affitti residenziali.
Stando infatti ai dati raccolti da Ape Confedilizia, nella seconda metà di febbraio la grande richiesta di turisti nazionali e internazionali sembrerebbe essere stata soddisfatta grazie alla pronta offerta di sistemazioni brevi” Numeri alla mano, nelle sole località di Portofino e Camogli sono infatti disponibili complessivamente circa 120 appartamenti “a breve termine”.
Una quantità importante che assume una connotazione ancor più significativa se sommata ai circa venticinquemila appartamenti totali in Liguria utilizzati per gli affitti brevi. Non è però tutto oro ciò che brilla! Per quanto, come sottolineato da Vincenzo Nasini, presidente Ape Confedilizia della provincia di Genova e vicepresidente Confedilizia italiana, siano proprio queste strutture a sostenere il peso dell’enorme richiesta, non è nemmeno giusto sottovalutarne i rischi.
I circa 100 mila posti letto in più offerti da questi “affitti brevi” in Liguria rappresentano si una soluzione al buco causato da chiusure invernali e mancanza di nuove strutture, contribuendo però a ridurre la disponibilità di alloggi per periodi più lunghi. Non è infatti un mistero che trovare un appartamento in affitto nelle principali città italiane, e ultimamente anche nei centri abitati meno estesi, sia sempre più complicato. Ancora una volta sembra quindi che, per tutelare uno o più settori “trainanti” si accetti di buon grado il rischio di svantaggiarne altri più sensibili.