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Prof. Antonio Giordano, Prevenzione delle patologie, prospettive della medicina di precisione, e relazione tra fattori ambientali, stili di vita e malattia

Intervista al Professor Antonio Giordano: futuro della ricerca scientifica internazionale, prevenzione delle patologie e relazione tra fattori ambientali e stili di vita

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Tempo di lettura: 3 minuti

Liguria Day intervista il Prof. Antonio Giordano, sui temi della prevenzione delle patologie tumorali, circa le innovazioni e le nuove prospettive della medicina di precisione, e sulla relazione tra fattori ambientali e cancro, sugli obiettivi futuri della ricerca scientifica internazionale.

Prof. Antonio Giordano, Prevenzione delle patologie, prospettive della medicina di precisione, e relazione tra fattori ambientali, stili di vita e malattia
Prof. Antonio Giordano, Direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia, Professor of Molecular Biology presso la Temple University, Professore di Anatomia Patologica all’Università di Siena, Scienziato.

Innovazioni nella Ricerca sul Cancro

“Dr. Giordano, nel 1993 ha fatto una scoperta molto importante identificando un gene che ha un ruolo nel frenare il cancro. Questo ha cambiato il modo in cui guardiamo alla malattia. Potrebbe dirci come pensa che la comprensione dei geni influenzerà i nuovi modi per curare il cancro nei prossimi dieci anni?”

Le ricerche dello Sbarro Institute di Philadelphia sono rivolte ad individuare markers diagnostici, prognostici e terapeutici per  malattie croniche degenerative, soprattutto il cancro. Il tutto è nato partendo dall’individuazione e dalla successiva clonazione del gene oncosoppressore RBL/p130, ho orientato la ricerca scientifica verso i meccanismi di deregolazione cellulare. Successivamente i miei studi si sono soffermati su ulteriori importanti regolatori del ciclo cellulare, come le CDK9 e CDK10. Le applicazioni di questi studi in ambito farmaceutico hanno dato vita a una “nuova classe di farmaci che mirano a contrastare l’insorgenza del cancro e a curare le neoplasie”. 

Ed infatti, le innovazioni nella ricerca oncologica hanno come obiettivo, la “cronicizzazione” della patologia tumorale e l’adattamento del protocollo terapeutico alla persona, in funzione della responsività alle cure, allo stadio della malattia, alla condizione generale e all’età del paziente.

Ruolo dell’Istituto Sbarro e recenti scoperte

“L’Istituto Sbarro per la Ricerca sul Cancro e la Medicina Molecolare è stato fondamentale nell’avanzamento della ricerca sul cancro. Potrebbe evidenziare alcune recenti scoperte dell’istituto che trova particolarmente promettenti o rivoluzionarie?”

Da anni l’Istituto e’ impegnato nella lotta al cancro e alle patologie invalidanti e degenerative, dalla prevenzione, alla diagnosi ed alla cura.

Oltre a voler individuare nuove strategie terapeutiche formiamo anche giovani ricercatori. Molte delle nostre scoperte hanno determinato: “una rivoluzione in termini di beneficio clinico e di sopravvivenza” di pazienti oncologici affetti da neoplasie. Ad esempio, i tumori polmonari, la cui diagnosi era considerata, fino a pochi anni fa, infausta e a brevissimo termine, oggi, anche grazie al nostro apporto scientifico, sono spesso curabili. 

Proprio per questo motivo abbiamo deciso di trasferire a Candiolo l’efficienza delle nostre scoperte e metodologie, creando un asse Italia-America, per la ricerca sul cancro, attraverso la “Sbarro Italia”.

Fattori Ambientali e cancro

“Il suo recente lavoro presso Sbarro Italia a Candiolo si concentra sulla connessione tra insulti ambientali e cancro. Quali sono alcuni dei fattori ambientali più sorprendenti che si ritiene possano contribuire al rischio di cancro e quali misure possono prendere individui o società per mitigare questi rischi?”

Che ci sia una stretta correlazione tra lo smaltimento criminale di rifiuti industriali ed urbani e le patologie tumorali è un dato di fatto, ma dimostrarlo non è semplice a causa dei fattori confondenti.   Dimostrare l’esistenza di questa correlazione è stata la missione della mia vita, ma anche una lotta  contro chi voleva insabbiare, negare, sminuire la portata del problema.

Sono incalcolabili i danni provocati all’ambiente e alla salute dei cittadini dalla camorra e dalla politica, danni che hanno determinato un innalzamento esponenziale dei tassi di mortalità per cancro.

Del resto, già nel lontano 1977, mio padre, il Prof. Giovan Giacomo Giordano, scienziato ed anatomopatologo, aveva previsto le conseguenze dell’inquinamento ambientale sulla salute umana.

Come ho evidenziato nel libro: “Monnezza di stato” edito da Minerva edizioni, che ho scritto con il giornalista, Paolo Chiariello, il mio gruppo di lavoro multidisciplinare, ha portato alla luce i dati delle “malformazioni congenite”, delle modificazioni del Dna determinate dall’esposizione ad agenti inquinanti, ai roghi tossici, ai metalli pesanti, riscontrati nell’area geografica denominata: “Terra dei Fuochi”, e localizzata nella zona Nord di Napoli. In seguito, estendendo, negli anni le ricerche e incrociando i dati delle incidenze dei tumori da una ragione all’altra sono emerse  molte altre “Terre dei fuochi”, in tutto il Paese.

L’inquinamento atmosferico, la contaminazione ambientale da agenti nocivi, la pericolosità delle polveri sottili, rappresentano la nuova: “criticità globale”. Numerosi studi epidemiologici confermano la relazione tra ambiente e cancro; per questo è necessario individuare e bonificare siti inquinati, sensibilizzare i governi e le popolazioni ad agire tempestivamente con screening, tutelando dai primi sintomi chi è affetto da patologie polmonari da esposizione agli inquinanti. In questo senso, ho collaborato alla stesura del PNRR sulla Tutela Ambientale, per implementare un “programma di Sanità Pubblica Ecologica” focalizzato al biomonitoraggio del suolo e dell’essere umano, attraverso  “strategie di prevenzione” improntate ai principi del Global Health.

Prevenzione e Stili di Vita

“Data la sua vasta ricerca, come quantificherebbe l’importanza delle scelte di stile di vita rispetto alla predisposizione genetica nella prevenzione del cancro e quali modifiche allo stile di vita consiglia più frequentemente per ridurre il rischio di cancro?”

Adottare uno stile di vita sano gioca un ruolo fondamentale per salute e benessere. Numerose evidenze scientifiche dimostrano come sia importante in termini di longevità seguire una corretta alimentazione, avere un peso corporeo nella norma e mantenere una vita “attiva” che comprenda una costante attività fisica ai fini della prevenzione di patologie neoplastiche, cardio-metaboliche  e anche per gestirne il “decorso” stesso, in caso  la malattia subentri, concorrendo così a migliorarne la prognosi e riducendo il rischio di una recidiva. Uno stile di vita sano contribuisce a prevenire e a giungere ad una buona guarigione, ma è necessario anche tenere sotto controllo lo stress psico-fisico. Sostanzialmente tuttavia, pur rispettando uno stile di vita sano, la componente genetica e gli insulti ambientali da esposizione ad inquinanti atmosferici, è determinante all’insorgere della patologia tumorale, nonostante si osservino tutte le regole del vivere sani, del mangiare correttamente, e dell’esercizio costante, vanificando dunque questi sforzi, nell’insalubrità generale delle condizioni di vita e favorendo in ogni caso la malattia.

Salute sul luogo di lavoro

“Considerando l’importanza crescente della salute sul luogo di lavoro, in che modo le aziende possono integrare efficacemente strategie di prevenzione del cancro, come la sensibilizzazione sui rischi ambientali e i controlli sanitari regolari, per garantire un ambiente lavorativo più sicuro e salutare?”

Ciascun lavoratore trascorre circa un terzo della sua giornata sul posto di lavoro per cui diventa determinate per la sua salute generale la salubrità del luogo di lavoro, il carico di lavoro, le condizioni, che incidono sul suo stato di salute. In questo senso e’ fondamentale la sorveglianza sanitaria che comprende visite mediche preventive, accertamenti periodici, messa in sicurezza e altre misure per limitare conseguenze sanitarie da traumi, epidemie e, soprattutto, patologie tumorali legate alla “tipologia di lavoro” (es. esposizione ad agenti chimici, vernici, materiali cancerogeni, fumi, immissioni, roghi tossici, ecc.).  Il  rischio maggiore per i lavoratori,  è l’esposizione continuativa all’amianto che puo’ determinare lo sviluppo del mesotelioma, un tumore silente che può rimanere latente per anni. 

Per questo motivo la “bonifica dei luoghi di lavoro” e’ un tema centrale di cui la politica dovrebbe occuparsi.

Educare i lavoratori a fattori di rischio

“Data la sua esperienza nella ricerca sul cancro e prevenzione, quali programmi o iniziative ritiene più efficaci nell’educare i lavoratori sui fattori di rischio legati allo stile di vita, come dieta, esercizio fisico e abitudini di salute, e come le aziende possono promuovere questi cambiamenti positivi?”

Gli sforzi dei datori di lavoro dovrebbero essere rivolti alla salute e al benessere dei lavoratori. Gli imprenditori, quindi, dovrebbero attuare piani e misure di prevenzione e promozione della salute, dalla più semplice (es. divieto di fumo)  alla bonifica della struttura quando necessaria. Dovrebbero stabilire dei presidi adeguati laddove è necessario a tutti i livelli contro inquinamento da agenti chimici o di altre sostanze dichiaratamente cancerogene. E naturalmente è compito dei datori di lavoro promuovere la sostenibilità dei carichi di lavoro e degli orari, mantenere all’interno delle mense, laddove previste, alimenti che favoriscano la fruizione di pasti bilanciati e, quando possibile, sani, vigilando sulle materie prime e sulla preparazione e quando esterne, sugli appalti. 

Una particolare attenzione alla vita dei lavoratori favorirebbe, quindi, una buona produttività.

Influenza dei luoghi e delle condizioni di lavoro su cancro

“In che modo l’ambiente di lavoro, sia fisico che psicologico, influisce sul rischio di malattie come il cancro, e quali misure preventive consiglierebbe alle aziende per minimizzare questi rischi e promuovere la salute e il benessere dei loro dipendenti?”

Il benessere psicofisico e le condizioni di lavoro e, soprattutto l’ambiente, di lavoro, sia fisico che psicologico, influisce sull’insorgenza delle patologie anche tumorali.

Depressioni, situazioni fortemente stressanti possono determinare un malfunzionamento del sistema immunitario e delle difese. Numerose pubblicazioni scientifiche evidenziano che gli stati infiammatori costanti, unitamente ad un profondo malessere e ad un disagio, a lungo andare,” avvelenano” la mente ed il corpo, minando lo stato di salute generale. In un mondo ideale consiglierei di dotare fabbriche o luoghi di lavoro, di palestre, di sale per svolgere attività artistiche e progetti di salute mentale, così come da anni si cerca di fare in America. 

Un lavoratore felice si ammala raramente e lavora meglio.

IA nella ricerca sul cancro

“L’intelligenza artificiale sta trasformando rapidamente varie industrie. Dalla sua prospettiva, quali sono gli impatti più significativi dell’IA sulla ricerca sul cancro e come potrebbe rivoluzionare il campo nei prossimi anni?”

L’impiego dell’ Intelligenza Artificiale in campo oncologico rappresenta per definizione “la tecnologia”  di complessi algoritmi fondamentali per la diagnostica ed occupa un ruolo di rilevanza strategica e di supporto al clinico. Siamo in una fase di rapidi ed incoraggianti progressi rispetto alla sua implementazione nel campo della “medicina personalizzata”. Inoltre, viene utilizzata come risorsa essenziale per costruire modelli efficaci trasferibili nella pratica clinica, per sperimentare le potenzialità terapeutiche e lo sviluppo di nuovi farmaci, per le strategie e i disegni terapeutici. L’IA ha consentito, nello specifico ed in oncologia, di definire le variabili associate alla sopravvivenza del malato.

Accesso globale ai farmaci

“Le sue intuizioni sui problemi di reperibilità globale di farmaci essenziali come la penicillina sono state molto rivelatrici. Quali strategie ritiene essenziali per migliorare l’accesso globale ai farmaci salvavita e come può la comunità internazionale collaborare per superare queste sfide?”

Il problema della reperibilità delle scorte di farmaci “salvavita” a base di Penicillina, è una criticità che va affrontata con adeguate misure, in quanto ha  evidenziato la necessità di creare una filiera europea, rispetto alla produzione di questi farmaci. Si rende necessario, quindi, implementare, al più presto, strategie adeguate ad una “autonomia”produttiva in termini etici e di sostenibilità.

La delocalizzazione in Asia, ha creato le attuali difficoltà di reperimento di medicinali che sono più’ evidenti nella stagione invernale quando ci si trova a combattere le infezioni di questo periodo.

La soluzione, anche in questo caso, è politico- sanitaria. Occorre un impegno a livello industriale e farmaceutico che, in una prospettiva futura, renda l’Europa autonoma nel mantenimento delle “scorte” e nei costi sostenibili.

Futuro della terapia genica

“Con il suo vasto lavoro nella terapia genica e nella genetica del ciclo cellulare, dove vede il campo della terapia genica dirigersi, soprattutto riguardo al suo ruolo nel trattamento del cancro?”

La terapia genica permette di veicolare in maniera mirata, selettiva e regolabile il rilascio di molecole immunostimolanti nel tumore. I dati dimostrano che questo tipo di trattamento favorisce una significativa “riduzione della massa tumorale” ed un allungamento della prospettiva di sopravvivenza per cui si apre la strada al suo utilizzo per altri tipi di tumori comuni e malattie rare. 

Si tratta di modificare geneticamente le cellule staminali del sangue per attivare il sistema immunitario, utilizzando i geni come se fossero “ farmaci”:  si utilizzano dei vettori virali per stimolare la risposta immunitaria. Si tratta di un trattamento terapeutico innovativo che può rappresentare il futuro della medicina di precisione, anche in ambito oncologico, intervenendo a correggere pezzi di dna mal funzionante e intervenendo sul tumore, fino ad ottenerne una riduzione o una regressione.

Sfide nella ricerca sul cancro

“Qual è, secondo lei, la più grande sfida nella ricerca sul cancro oggi e come propone che la comunità scientifica affronti questa sfida?”

I tassi di mortalità per cancro sono calati, grazie alle campagne di prevenzione, all’impiego di terapie personalizzate, all’impiego dell’ IA per la diagnostica precoce. Ciononostante, l’incidenza dei tumori, specie nei giovani e adulti e’ in aumento. Se da una parte si muore meno di cancro, dall’altra le patologie tumorali, insorgono “con maggiore incidenza” rispetto agli anni passati  sui giovani probabilmente anche  per  il crescente inquinamento atmosferico e ambientale. Questi dati, suffragati dal Centro Nazionale di Statistiche Sanitarie, ci inducono ad una riflessione sul fenomeno “in atto” che potrebbe mettere in crisi il Sistema Sanitario, porre dei problemi di gestione e di organico a livello ospedaliero e di strutture sanitarie e di reperimento di macchinari e farmaci. E’ una “sfida cruciale” che va combattuta da subito.

Consigli per gli aspiranti scienziati

“Quali consigli darebbe ai giovani scienziati che aspirano ad entrare nel campo della ricerca sul cancro e quali competenze ritiene saranno più preziose nella prossima fase della ricerca sul cancro?”

I consigli che mi sento di dare ai giovani aspiranti scienziati sono quelli di studiare e di approcciarsi a contesti internazionali: le nuove tecnologie favoriscono l’aspetto degli scambi.

Auguro loro di sviluppare  “collaborazioni” perché, come abbiamo visto durante la pandemia, “la messa a fattore comune delle informazioni e dei dati” a disposizione, nonché delle scoperte scientifiche, ha consentito e consente di velocizzare il raggiungimento di importanti obiettivi, in tempi brevi. Infine, consiglio loro di avere uno sguardo sempre vigile a cogliere i mutamenti per a studiarli ed affrontarli tempestivamente. Questo percorso richiede una forte motivazione e tanta passione.

Eredità e Obiettivi futuri

“Ripensando alla sua illustre carriera, cosa spera sarà la sua eredità all’interno della comunità scientifica e quali obiettivi futuri ha per la sua ricerca e il suo lavoro presso l’Istituto Sbarro?”

L’eredità che spero di lasciare sono le mie scoperte, il mio metodo di ricerca e soprattutto spero che i miei studi possano aprire la strada a progetti futuri in grado di migliorare la qualità di vita delle persone. Il futuro della Sbarro e della Sbarro Italia, e’ continuare a cercare soluzioni alle patologie comuni e rare, tenendo d’occhio lo sviluppo tecnologico ed attuando una collaborazione scientifica internazionale.

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