Ferragni: truffa aggravata, nel mirino uova Preziosi e bambola Trudi. Proseguono le accuse per l’influencer milanese.
Le nuove accuse
Sembra non finire mai il buco nero in cui, a seguito dello scandalo Balocco, è precipitata Chiara Ferragni. L’influencer milanese è adesso indagata per truffa aggravata anche per le uova di Pasqua Dolci Preziosi e la bambola Trudi, mascotte creata a immagine e somiglianza della Ferragni.
Il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, nella giornata di giovedì ha infatti inviato al pg della Cassazione l’atto con cui ha sollevato il conflitto tra uffici del pm, affinché si chiarisca la vicenda del pandoro rosa. Congiuntamente, ha anche però portato all’attenzione altri due casi, quelli legati alle uova di Pasqua e alla bambola Trudi.
Posto che l’unica procura ad aver sollevato la questione di competenza chiedendo gli atti relativi al pandoro è quella di Cuneo, a rispondere delle accuse mosse da Fusco sarà adesso la Suprema Corte.
Gli avvocati di Chiara Ferragni, intanto, si dichiarano “Totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara, emergerà dalle indagini.” La società barese Cerealitalia, proprietaria del marchio Dolci Preziosi, afferma in una nota:
“Rispetto all’inchiesta della Procura milanese su Chiara Ferragni, la Cerealitalia I.D. SpA ribadisce che, ad oggi, non è stata ricevuta alcuna comunicazione ufficiale in merito al coinvolgimento della stessa. L’atteggiamento della società rimane comunque quello della massima collaborazione con le istituzioni, come sempre fatto.”
Lo schema
Secondo le indagini, da tutti i casi emergerebbe uno stesso schema: la collaborazione con l’influencer milanese per pubblicizzare prodotti che, secondo la comunicazione svolta, porterebbero a donazioni nei confronti di associazioni benefiche.
Tuttavia, sembrerebbe che in ogni occasione le donazioni sarebbero state effettuate a monte, a prescindere dal ricavato, e che del proprio cachet la Ferragni non avrebbe donato nulla.
Giorgia Meloni: “Un buco in termini di trasparenza nella normativa”
La questione è giunta anche al Consiglio dei ministri, che giovedì 25 gennaio discuterà delle nuove normative per attività commerciali a scopo benefico.
La faccenda, spiega la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “Ha fatto vedere che c’è un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico. Sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, per cosa vanno e quanta parte viene effettivamente destinata a scopo benefico.”