Chi avesse voglia di arrampicarsi su per le curve della provinciale che da Gattorna, in Fontanabuona, sale verso Neirone e da lì raggiunge il solitario Passo del Portello, da cui si può scendere a Torriglia, poco a monte di Neirone troverebbe un borgo che a prima vista appare come tanti altri dell’entroterra genovese, tranquillo, un po’ scosceso, con scorci che gettano l’occhio verso il mare ormai lontano e immerso nel verde (anche se le foto di un secolo fa raccontano di fasce coltivate totalmente prive di alberi lì dove ora sono boschi e boscaglie).
Però basta poco che accogersi che non è del tutto un “paese come tanti altri”: è un borgo storico con una storia che i suoi (ormai pochissimi, inevitabilmente) abitanti non hanno dimenticato, un po’ per giusto orgoglio di comunità e un po’ anche perché i fatti del glorioso passato esercitano sempre un certo fascino nei foresti che per scelta o per caso salgono lassù magari solo per cercare le frescure delle sere estive… e poi scoprono piccole vicende di feudatari, di castelli, di cardinali, papi e magari anche di Dante Alighieri.
Sto parlando di Roccatagliata, che dal 1804 è frazione di Neirone: sorse nell’XI secolo presso un sito già occupato in epoca romana, lungo una delle direttrici commerciali che dalla Liguria vanno verso la Pianura Padana.
Il borgo è un piccolo susseguirsi di viuzze pedonali raccolte tra case di varia età con qualche edificio storico con tetto in ardesia locale e con la chiesa di San Lorenzo, costruita nel 1328 dal Cardinale Luca Fieschi là dove sorgeva la cappella del castello ma ora visibile nel suo aspetto seicentesco.
Grazie alla sua posizione dominante sulla valle del Neirone divenne feudo dei Fieschi, conti di Lavagna, che dal 1173 ne edificarono il castello; la riscossione dei pedaggi alle carovane dirette verso la Val Trebbia e da lì verso la Pianura Padana fece fiorire il feudo; Ottobono Fieschi diventato papa Adriano V nel 1276, cita nel suo testamento un palazzo presso Roccatagliata. Nel XV secolo i feudi dei Fieschi furono attaccati dai Visconti milanesi e il castello fu venduto ai Genovesi, ma nel 1477 venne demolito; ora resta una piccola area archeologica sulla sommità del roccione che lo sosteneva.
Il ricordo del suo passato feudale si mantiene vivo soprattutto nel giorno del patrono San Lorenzo, il 10 agosto, quando il borgo si anima celebrando le sue origini medievali con un corteo storico in abiti tradizionali con danze e sbandieratori.
Un altro momento storico significativo di Roccatagliata fu quando, intorno al 1793, la popolazione fu “volenterosa agli incitamenti del suo parroco a seminar patate”.
Il mitico don Michele Dondero, un’autorità nella storia della gastronomia ligure, che aveva studiato medicina a Genova prima di diventar parroco, aveva compreso l’utilità delle patate nell’alimentazione delle popolazioni in difficoltà economiche e riuscì a superare la diffidenza iniziale dei contadini verso questo nuovo alimento, tanto che Roccatagliata divenne un importante centro di diffusione della patata verso tutto il territorio ligure.
La festa della “patata quarantina” si tiene nella seconda metà di agosto ed è ancora un evento di indubbio richiamo.
Roccatagliata si è classificato all’87° posto della classifica nazionale del censimento dei Luoghi del Cuore 2022 organizzato dal FAI Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, grazie ai 3.662 voti raccolti tramite il Comitato “I Fieschi di Roccatagliata” con il supporto del comune di Neirone.
Il borgo riceverà un contributo di 2.000 euro per un progetto di valorizzazione sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo per valorizzare le sue radici e peculiarità attraverso la posa di pannelli didattici e il rinnovo dell’arredo urbano.
Questo progetto è parte di una strategia di valorizzazione più estesa che si pone in continuità con l’attenzione che il FAI dedica alle aree interne e con la valorizzazione che il Ministero della Cultura sta riservando ai borghi, elementi salienti e caratterizzanti del nostro Paese.
Ah, quasi dimenticavo: e Dante Alighieri che c’entra? C’entra, benché di straforo, perché a brevissima distanza da Roccatagliata ci sono i resti dei piccolo borgo di Siestri dove Dante risulta esser passato nel 1311 e che ha reso immortale citandolo nel verso 100 del XIX canto del Purgatorio con le parole di papa Adriano V: “Intra Siestri e Chiaveri s’adima / una fiumana bella, e del suo nome / lo titol del mio sangue fa sua cima”