don Milani

Più le tecnologie avanzano, meno il cervello si esercita. Benedetto Giornalino!

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Esiste un mondo a parte: quello dei bambini nella scuola. Più le tecnologie
avanzano meno il cervello si esercita e sviluppa le sue straordinarie capacità.
Tanto più diventano intelligenti gli strumenti che ci accompagnano nella vita
quotidiana, tanto più riduciamo l’esercizio del nostro pensiero, ma nel mondo
della scuola serietà e libertà governano ancora; è bastato proporre ai nostri allievi. La scrittura del Benedetto Giornalino coi loro testi liberi che si è scatenata una vera passione per scrivere. Per questa edizione speciale cartacea poi avevamo proposto che questi testi, scritti nei momenti di pausa, avessero la parola “NATALE” nel contenuto: nessuno si è arreso, hanno iniziato a depositare nella cassetta i loro fogli piegati, rispettando la consegna e trovando come vedrete anche soluzioni originali. Il termine era venerdì primo dicembre, per poi passare alla stampa che è stata decisa nel numero di 100 copie, e molti mi inseguivano nei corridoi dicendo che stavano scrivendo e che mi avrebbero consegnato il testo libero al più presto, ma di aspettarli.

Anna Sparviero, Coordinatore Didattico della Scuola Benedettine Genova, via San Giuliano, 10 Genova,

Il metodo

Célestin Freinet nacque nel 1896 in una famiglia di contadini a Gars, un paesino delle Alpi Marittime francesi. Divenne maestro elementare e si dedicò all’insegnamento.

A Bar-sur- Loup, dove insegnò per tutta la vita, mise in atto una serie di tecniche (non volle mai chiamarli metodi) che rivoluzionarono il modo di intendere l’apprendimento scolastico e che ancora oggi è considerato innovativo, in particolare il testo libero, l’uso della tipografia, la corrispondenza tra studenti.

Lo studente deve essere considerato un soggetto attivo, da rispettare nei suoi bisogni e valorizzato nelle sue inclinazioni” sosteneva Freinet.

Il testo libero è un testo il cui tema è scelto in base all’interesse e alle inclinazioni dei singoli allievi. Il maestro dunque non impone il soggetto, né stabilisce l’orario di consegna. Ciò che viene scritto prevede una correzione collettiva e viene poi stampato. Una volta pronti, i testi vengono poi raccolti in quello che viene chiamato “Il libro della vita” e serve alla creazione di un giornalino che viene inviato agli allievi di altre scuole con i quali si ha un rapporto epistolare.

Lo scambio di testi con altri ragazzi era uno stimolo alla scrittura e alla conoscenza di altre realtà.

Freinet si occupò di creare con gli allievi anche uno schedario di autocorrezione della lingua, in modo che ogni ragazzo potesse correggersi da solo.

Mario Lodi, don Milani e la scrittura collettiva.

Nell’estate 1963 Mario Lodi si recò a Barbiana a conoscere un prete “strano”.

Quell’incontro di soli due giorni costituì un punto di svolta nella didattica di Lorenzo Milani riguardo alla scrittura collettiva, che fu a fondamento della composizione delle sue famose lettere.

Scrive poi Don Milani: “Caro Maestro, la ringrazio di averci proposto quest’idea perché me ne son trovato bene. Non avevo mai avuto in tanti anni di scuola una così completa e profonda occasione per studiare coi ragazzi l’arte dello scrivere. Queste letture estive tra giugno e settembre 2023 mi hanno convinto dell’importanza di far scrivere testi liberi ai nostri allievi e di fare poi circolare questi testi, pubblicandoli mensilmente sul nostro “Benedetto*…Giornalino”, tra le nostre tre scuole di Genova, Roma e Rapallo.

Comunicato questo progetto ai nostri allievi in settembre, spieghiamo che saranno testi liberi di qualsiasi genere, fantasia, realtà, poesia, canzoni o ricette di cucina, da scrivere in momenti liberi della giornata. Questi testi saranno spediti alle altre nostre scuole e periodicamente riceveremo da loro altri testi.

Grande entusiasmo e forte risposta. A settembre riceviamo in una cassetta dei testi liberi posta nelle scale tra il primo e il secondo piano circa trenta testi, in ottobre sono quasi ottanta, a novembre-dicembre saranno testi natalizi e vedremo la produzione. Questi lavori vengono corretti coi “giornalisti” in piccole riunioni periodiche dove sono i ragazzi stessi a fare le modifiche evidenziate solo da un cerchietto a matita fatto dalla maestra che coordina questa attività. Viene fatto anche un elenco degli errori più frequenti che servono come traccia educativa di autocorrezione.

Non si corregge né lo stile, né il contenuto, non si tradisce la forma, eventualmente si riordina il tempo verbale che è un grossa difficoltà: l’uso del presente col passato remoto, ad esempio o tutti gli errori di ortografia, più la punteggiatura.

Curiosamente la maggior risposta è venuta da allievi solitamente poco evidenti, i silenziosi, quelli di cui a volte non ti accorgi, i timidi e i riservati, cosa interessante su cui riflettere.”

*Le nostre scuole sono gestite da Suore Benedettine di Benedetta Cambiagio, educatrice 1791/1858 che avvia un’opera di redenzione sociale a favore di fanciulle e giovani donne emarginate fondando una comunità religiosa.

Anna Sparviero

Novembre 2023

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