Seoul, 27 dicembre 2023 – Lee Sun-kyun, protagonista del film sudcoreano Parasite, è stato trovato morto ieri a Seul, all’età di 48 anni, la polizia ha dichiarato inizialmente che la causa della morte era in fase di accertamento, ma dopo le prime indagini era evidente che si trattasse di suicidio.
Lee Sun-kyun era stato indagato dalla polizia per uso di cannabis e altri farmaci psicotropi. Lo scandalo aveva offuscato la sua immagine e gli aveva fatto perdere apparizioni televisive e contratti pubblicitari.
Parasite, uscito nel 2019, è stato un successo internazionale, vincendo quattro premi Oscar, tra cui quello per il miglior film. La storia è quella di una famiglia povera che si infiltra nella casa di una ricca famiglia, una visione distopica della realtà, un oscillare continuo fra ciò che ‘è’ e quello che potrebbe essere, uno specchio di una Seul moderna e contraddittoria.
Lee Sun-kyun era nato a Seul nel 1975. Aveva iniziato la sua carriera come attore teatrale, prima di debuttare al cinema nel 2002.
La sua morte è stata un colpo per il cinema sudcoreano e mondiale, che fa riflettere l’occidente sulla rigida cultura di alcuni paesi dell’estremo oriente, dove sbagliare non è concepibile e dove l’errore resta una macchia indelebile sulla vita di chi lo commette.
Le Reazioni
Il regista Bong Joon-ho, che ha diretto Parasite, ha dichiarato: “Sono profondamente addolorato dalla morte di Lee Sun-kyun. Era un attore straordinario e un amico gentile. Mi mancherà molto.”
Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, ha dichiarato: “La morte di Lee Sun-kyun è una grande perdita per la cultura coreana. Era un attore straordinario che ha contribuito a diffondere la cultura coreana in tutto il mondo.”
L’onore e l’errore
L’episodio ha sollevato la questione della cultura rigida orientale, che spesso non perdona gli errori. In Corea del Sud, in particolare, l’immagine pubblica è molto importante e le persone che commettono errori possono essere rapidamente emarginate dalla società, l’onore e la reputazione sono valori fondamentali.
Le persone che commettono errori possono essere viste come una vergogna per la loro famiglia e la loro comunità. Questo può portare a un forte senso di colpa e vergogna, che può portare a conseguenze tragiche, come il suicidio.
Il ‘Seppuku’
Nell’antica tradizione giapponese era consuetudine compiere un rito denominato Seppuku termine che indica il suicidio obbligatorio o volontario, privilegio esclusivo ad appannaggio della privilegiata casta dei samurai, infatti era il modo per evitare la pena capitale, un modo per conservare il proprio onore.
Nell’oriente moderno le cose sono e stanno lentamente cambiando ma soprattutto in alcuni paesi la tendenza resta quella della punizione evidente e pubblica. Questo può portare a un senso di colpa e vergogna molto forte, che può essere difficile da superare.
La pressione della società
Nel caso di Lee Sun-kyun, lo scandalo che lo ha coinvolto potrebbe aver contribuito a peggiorare la sua situazione psicologica. L’attore era già in uno stato di forte stress e ansia e la pressione della società lo ha probabilmente spinto al suicidio.
Vittima lui stesso di quell’ironia che ha caratterizzato il capolavoro che lo ha reso celebre nel mondo, solo che questa volta la realtà ha vinto sulla fantasia.