Genova, funivia di Begato: sì all’opera, ma la Soprintendenza boccia il progetto. Stringono i tempi dei finanziamenti del Pnrr, accessibili purché l’opera sia terminata entro il 2026.
Il progetto e le dichiarazioni del vicesindaco Piciocchi
La cordata Dopplemayr Italia–Collini ha presentato, nel corso della Conferenza dei servizi del 7 dicembre, il progetto per la nuova funivia che dovrebbe collegare la Stazione Marittima a Forte Begato. La Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Genova, tuttavia, ha evidenziato diverse problematiche alla proposta.
Tra le osservazioni presentate, si includono l’altezza, la forma, la posizione dei piloni e il ridisegno delle stazioni, oltre alla necessità di valutare l’impatto sul sistema dei Rolli. Il giudizio complessivo è positivo, tuttavia, a causa delle numerose annotazioni, la realizzazione della funivia entro i tempi e i costi previsti è messa in dubbio.
“Siamo soddisfatti che il parere della Soprintendenza sia favorevole e le indicazioni importanti che contiene ci porteranno a migliorare ulteriormente il progetto, per farne un’opera iconica”, commenta il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi. “Mi sembra normale che per un intervento come questo si chieda un investimento importante sulla qualità”.
La preoccupazione sta aumentando, in particolare riguardo ai costi e alle tempistiche dell’infrastruttura, che prevede un costo stimato di circa 40,5 milioni di euro. Questa somma include anche i finanziamenti provenienti dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). L’utilizzo di questi fondi suscita preoccupazione, poiché per accedere a tali risorse, l’opera deve essere completata e collaudata entro il 2026..
I rilievi della Soprintendenza
I tempi si fanno sempre più stretti, ma ci sono numerosi problemi sollevati dalla Soprintendenza. Uno dei più significativi riguarda i piloni. In particolare, il sostegno S1, situato nell’area Asl al Lagaccio, dovrebbe essere ridisegnato per quanto riguarda forma, altezza e dimensioni. Tuttavia, solo pochi mesi fa, l’architetto Carlo Cillara Rossi aveva dichiarato che l’altezza dei piloni era stata determinata rispettando le normative vigenti
Il sostegno S4, previsto invece nel tratto fra il Lagaccio e Forte Begato, dovrebbe essere spostato “In una posizione meno impattante”, perché collocato “Sul crinale a una altezza di 291 metri sul livello del mare e appare in contrasto con la disciplina del Parco delle Mura.”.
La Soprintendenza non si è concentrata solo sui sostegni, ma ha esteso le proprie osservazioni anche alle stazioni. Precedentemente, era stata richiesta una modifica alla stazione di arrivo a Forte Begato. Tuttavia, solo dopo la Conferenza dei Servizi, sono stati proposti ulteriori rilievi che riguardano anche le altre due stazioni del progetto.
In particolare, la stazione a pochi metri dal Palazzo del Principe dovrebbe essere “Ridisegnata migliorandone il profilo architettonico, ridotta al minimo ingombro possibile anche in termini di altezza evitando funzioni non essenziali che possano determinare anche un ingiustificato aumento di volume”, evitando inoltre “i parapetti in vetro riflettente”.
La fermata intermedia al Lagaccio viene invece giudicata un intervento “Ancora molto critico”, per cui si richiede “Il ridisegno complessivo della stazione con linee che si inseriscano più armoniosamente nel contesto paesaggistico”, con tanto di “Foto inserimenti e filmati realistici dalle strade pubbliche adiacenti i monumenti stessi.”
La valutazione sul patrimonio Unesco
In merito alla valutazione dell’impatto sul patrimonio Unesco, la questione è tornata nuovamente al centro del dibattito. Sebbene la Fondazione Santagata, incaricata della valutazione, abbia espresso un parere positivo, la Soprintendenza ha messo in discussione tali conclusioni.
Secondo la Soprintendenza, il nuovo mezzo di trasporto non alleggerirà le pressioni sui Rolli, contrariamente a quanto affermato dalla Fondazione Santagata. La Soprintendenza sostiene che sembrerebbe invece destinato a incrementare i flussi turistici verso i palazzi dei Rolli e il belvedere di Forte Begato. Inoltre, lo studio proposto non considererebbe il potenziale patrimonio archeologico lungo il percorso del mezzo, né i frequenti crolli che si verificano nella zona del Lagaccio.