Un nuovo tassello di aggiunge al processo che ha coinvolto alcuni esponenti delle falangi ultras del Genoa per presunte estorsione e associazione a delinquere. Ieri mattina, l’ex centrocampista rossoblu Omar Milanetto ha infatti rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti gli “anni di piombo” del Grifone. Parlando del suo rapporto con la tifoseria organizzata e delle dure contestazioni subite nel 2011, il calciatore piemontese avrebbe dunque negato ogni contatto diretto con gli ultras e qualsiasi sorta di minaccia personale.
Altro punto cardine della giornata di ieri è stato la questione estorsione legata alle società Sicurart e 4AnyJob. Secondo l’accusa, il Genoa avrebbe versato circa 327mila euro alle due aziende come pagamento in favore di due imputati, Massimo Leopizzi, capo ultrà rossoblu e apparente “socio occulto” della Sicurart, e Artur Marashi, altro socio dell’azienda precedentemente citata. Il 20 ottobre 2023, però, la sezione misure di prevenzione del tribunale ha rigettato la richiesta di confisca dei beni dei due soggetti in mancanza di prove.
Le risposte di Milanetto, simili a quelle degli altri atleti ascoltati nell’ambito del processo, così come la questione estorsioni lasciano ancora aperti numerosi interrogativi che dovranno essere chiariti nelle prossime fasi di questa infinità saga. La settimana prossima toccherà infatti all’ex presidente genoano Enrico Preziosi e all’ad rossoblu Alessandro Zarbano rispondere alle domande in sede di processo, nella speranza di fare un po’ più di chiarezza sulla questione che sta coinvolgendo ormai da tempo il mondo degli ultras del Genoa.