Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite: “Onu paralizzata, ma sul cessate il fuoco non mi arrendo”, Israele: “Attaccheremo almeno per altri due mesi”. Ancora numerosi gli ostaggi, il sistema di aiuti umanitari rischia il collasso.
Israele riparte con l’offensiva, Stati Uniti al veto sul cessate il fuoco
È sempre più drammatica la situazione nella striscia di Gaza, dove proseguono gli scontri tra Israele e Hamas. “Attaccheremo almeno per altri due mesi”, affermano le forze israeliane, che specificano che dopo questo periodo di tregua non vi sarà alcun cessate il fuoco.
Nei prossimi due mesi proseguiranno i tentativi per portare avanti ulteriori accordi per il rilascio di più ostaggi, secondo l’emittente pubblica Kan. Alcuni residenti di Gaza potranno tornare nelle loro case, in quanto “È una richiesta degli Stati Uniti e anche una necessità operativa”.
Negli ultimi giorni, proprio gli Stati Uniti – principali alleati delle forze israeliane – avevano posto il veto alla proposta risolutiva fornita dall’Onu, che richiedeva un cessate il fuoco immediato. Altri 13 membri avevano sostenuto la risoluzione, mentre il Regno Unito si era astenuto. Israele, accusato anche dagli Stati Uniti di presentare un “divario” tra quanto detto e quanto attuato, ha quindi proceduto a intensificare la sua offensiva contro Hamas e Gaza.
Vittime e ostaggi, aiuti umanitari al collasso
Hamas e l’Autorità palestinese condannano gravemente la decisione degli Stati Uniti. Secondo il movimento islamista, sarebbero 17.487 le persone uccise dall’offensiva israeliana, di cui la maggioranza sarebbe rappresentata da donne e minori. Solo l’ultimo bombardamento nel Sud della Striscia, a Khan Younis, ha provocato sei morti, con una serie di attacchi che proseguono instancabilmente dal 7 ottobre scorso.
Sono invece ancora 138 gli ostaggi che rimangono prigionieri. Nel giro di poco più di un mese, l’offensiva israeliana ha causato la distruzione di oltre la metà delle case, e lo sfollamento dell’85% della popolazione. Secondo quanto dichiarato dal segretario generale Onu, Antonio Guterres, il sistema di aiuti umanitari “Rischia il collasso”.
“Il Consiglio di sicurezza dell’Onu è paralizzato dalle divisioni geostrategiche”, prosegue Guterres. “L’autorità e la credibilità dell’organismo sono state gravemente minate dal ritardo nella risposta al conflitto. Ho ribadito il mio appello affinché venga dichiarato un cessate il fuoco umanitario, ma purtroppo il Consiglio di Sicurezza non è riuscito a farlo.”
E mentre l’Onu stenta nell’intervenire efficacemente nel conflitto, Carl Skau, vicedirettore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, riporta che metà della popolazione di Gaza sta morendo di fame. Solo una piccola parte delle forniture necessarie è riuscita a entrare nella Striscia, e 9 persone su 10 non possono mangiare tutti i giorni.