Anche un carico tossico sui 4 semirimorchi caduti dall’Eurocargo Malta sabato scorso e affondati nel Santuario dei Cetacei, a 10 miglia dalla costa ligure. È finita a 900 metri di profondità una cisterna piena di 28mila litri di acido solforico. Un composto altamente corrosivo e velenoso, anche se diluito, tanto da costituire un vero pericolo per l’ambiente marino protetto.
La Sezione Ambiente della Capitaneria di Porto ha ricevuto la delega dalla Procura di Genova per indagare sull’affondamento dei semirimorchi precipitati durante una violenta mareggiata dall’Eurocargo Malta sabato 2 dicembre. La nave – classe Ro-Ro – fa parte della flotta della compagnia Grimaldi e aveva lasciato il porto della Valletta lo scorso 30 novembre con un carico di rimorchi, semirimorchi e container. Dopo una prima tappa a Catania il 1° dicembre, è ripartita nella notte alla volta di Genova, dove è giunta verso le 11 della mattina di sabato 2.
La nave ha incontrato maltempo nell’avvicinamento alla costa ligure e avrebbe perso parte del carico
Durante il viaggio verso la costa ligure però il comandante ha comunicato alla sala operativa della Guardia Costiera di aver perso 4 semirimorchi a circa 10 miglia dalla costa all’interno dell’area marina protetta. L’affondamento dei veicoli sarebbe stato causato dalle condizioni meteorologiche avverse e in effetti nell’orario dell’incidente si sono registrate onde tra i 4 e i 6 metri di altezza, vento di burrasca e mare forza 6.
Dopo la segnalazione, l’elicottero della Guardia Costiera ha sorvolato l’area dell’affondamento per verificare la presenza di inquinamento, ed ai fini della sicurezza in mare l’eventuale presenza in galleggiamento dei semirimorchi. Sul punto indicato dal mercantile battente bandiera italiana però non è stata rilevata alcuna presenza. Le perlustrazioni hanno avuto seguito nei giorni seguenti, senza però produrre alcun avvistamento di veicoli o di loro parti né di macchie sulla superficie del mare che facciano pensare a una rottura della cisterna.
Già sabato 2 dicembre la Capitaneria di Porto ha trasmesso una notifica di reato alla Procura di Genova in merito a questa vicenda
Dopo la prima accoglienza del dal pm di turno, Silvia Saracino, il procuratore aggiunto Paolo d’Ovidio, che coordina il Pool Ambiente, ha deciso di affidare il fascicolo al pm Fabrizio Givri. L’ipotesi di reato è “pericolo di inquinamento ambientale”, al momento contro ignoti.
Nel mirino delle indagini però saranno chiamati in causa sia il comandante dell’Eurocargo Malta che il suo armatore e, in seconda battuta, il personale di bordo addetto agli ancoraggi. Sarà necessario verificare, infatti, se il carico fosse assicurato correttamente viste le previsioni meteo di burrasca. L’altro interrogativo a cui la Capitaneria di Porto dovrà dare risposta è se le condizioni del mare fossero troppo pericolose per continuare la navigazione sabato scorso.
«Al momento sappiamo ben poco», ha dichiarato per ora a dire D’Ovidio, «bisognerà capire a che profondità è finito il carico e se si può recuperare; quali pericoli sussistano per l’ambiente marino».
Le indagini sono più che doverose, visto che l’incidente è avvenuto nel bacino del Santuario dei Cetacei Pelagos, che ospita almeno otto delle ventuno specie di cetacei presenti nel Mediterraneo tra cui la balenottera comune, il capodoglio, il tursiope e il delfino comune. Un ecosistema fragile e delicato, per il quale l’inquinamento chimico costituisce una delle principali minacce.
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