La Prima della Scala di Milano, che ha inaugurato la stagione con l’opera “Don Carlo” di Giuseppe Verdi, si è distinta non solo per l’eccezionale esibizione sul palco ma anche per le polemiche, le tensioni politiche e le proteste che l’hanno circondata.
Il Don Carlo e il cast di primissimo piano
L’opera “Don Carlo” di Giuseppe Verdi, una delle più complesse e affascinanti, è stata eseguita con successo sotto la direzione di Riccardo Chailly. Il cast di primissimo piano, con Michele Pertusi, Francesco Meli, Anna Netrebko, Elina Garanca e Luca Salsi, ha regalato al pubblico una performance memorabile. Nonostante un improvviso problema di salute alla gola, il basso Pertusi ha continuato a cantare, ricevendo applausi di incoraggiamento.
Il messaggio contro la violenza sulle donne e l’esibizione in rosso
Alcune ospiti hanno voluto mandare un messaggio contro la violenza sulle donne, indossando abiti rossi in contrasto con la tradizione teatrale. Sabina Negri, autrice teatrale, ha optato per calzature di colore rosso e, di fronte al Piermarini, ha estratto le chiavi dalla sua borsa, producendo rumore in risposta alla richiesta della sorella di Giulia Cecchettin. Nel contempo, il chirurgo plastico Dvora Ancona ha commissionato a Antonio Riva la creazione di un abito di tonalità rossa per l’occasione.
Il dibattito sul Palco Reale: politica e protocollo
Le polemiche non hanno risparmiato neanche la prestigiosa Prima della Scala quest’anno, con un dibattito incentrato sui posti nel palco reale. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, la senatrice a vita Liliana Segre e il presidente del Senato Ignazio La Russa sono stati al centro delle discussioni. L’assenza del capo dello Stato Mattarella e della premier Meloni ha sollevato dubbi su chi avrebbe occupato il palco reale. Dopo negoziati, un compromesso è stato raggiunto, portando tutti sul palco, compreso Matteo Salvini.
Controversie: Anna Netrebko
Le tensioni non si sono limitate al palco reale, ma hanno coinvolto anche il pubblico e gli artisti. La soprano Anna Netrebko è stata oggetto di proteste per la sua presunta connessione al regime di Putin, suscitando critiche e disapprovazione.
Le proteste dal loggione
Durante la serata, dal loggione sono partite urla di protesta, con slogan come “no al fascismo” e “viva l’Italia antifascista“. La Russa ha dichiarato di non aver sentito gli slogan, e Salvini ha commentato che alla Scala si ascolta e non si urla.
Contestazioni sono emerse anche fuori dal teatro, con i centri sociali che hanno manifestato, contribuendo a creare un’atmosfera di tensione attorno all’evento.
La Scala: eccellenza al di là delle polemiche
Il sovrintendente della Scala, Dominique Meyer, ha sottolineato che la Prima è sempre un momento di esposizione a polemiche, ma ha invitato a concentrarsi sul lavoro di produzione dello spettacolo. Anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha sottolineato che alla fine, la Scala trionfa sempre.
Trionfo e accoglienza internazionale
Nonostante le tensioni e le polemiche, la Prima della Scala si è conclusa con 13 minuti di applausi. L’opera “Don Carlo” rimarrà in scena fino al 2 gennaio, con tutte le recite esaurite. La trasmissione internazionale dell’evento ha raggiunto un vasto pubblico, dimostrando ancora una volta il prestigio e l’importanza della Scala di Milano sulla scena mondiale.
La Prima della Scala, con la sua miscela di arte, politica e protesta, si conferma ancora una volta come un evento unico nel panorama culturale italiano, lasciando un segno indelebile nella storia della celebre istituzione teatrale.
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