Frana di Capolungo, domani la riunione in Regione per la ricostruzione della falesia

Frana di Capolungo, domani la riunione in Regione per la ricostruzione della falesia

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La lunga epopea della falesia di Capolungo potrebbe avere un punto di svolta domani con un incontro in Regione, a cui parteciperà anche il Comune di Genova, per reperire le risorse necessarie all’intervento per sanare la frana.

La vicenda risale al gennaio 2014, quando un pezzo di territorio franò all’improvviso scivolando verso il mare e mettendo a rischio le abitazioni di 14 persone. 12 delle quali, a quasi 10 anni dall’evento, sono ancora impossibilitate a rientrare nelle proprie case.

Già a un anno dopo la frana, il Tribunale aveva ordinato a Comune e Regione di mettere in sicurezza il versante crollato e le abitazioni

Una decisione modificata poi nel 2016, chiamando in causa solo l’amministrazione cittadina ed escludendo da ogni responsabilità la Regione. L’ordinanza tuttavia, a sette anni di distanza, attende ancora l’applicazione materiale.

L’intervento a Capolungo non è più procrastinabile: i monitoraggi disposti sul versante dalla Protezione Civile confermano un «progressivo e costante aumento del danno» in un’evoluzione della situazione che, in tempi che non sono valutabili, «è destinata a evolvere in un collasso delle strutture». L’ultimo di questi rilievi è stato firmato nel 2021 da Antonio Brencich, direttore tecnico dei laboratori del Dicca (Dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale) dell’Università di Genova.

Brencich è un esperto che ha svolto una consulenza esterna per il Ministero dei Trasporti a valutare il progetto di retrofitting per rinforzare gli stralli delle pile 9 e 10 del viadotto sul Polcevera. Prima del crollo del 2018 segnalò lo stato di degrado del ponte; tuttavia, attualmente è imputato nel processo su Ponte Morandi.

La valutazione di Brencich richiedeva un esame complessivo della situazione sulla base della conoscenza dei luoghi e delle strutture di Capolungo per verificare la sicurezza degli edifici, dei terrapieni e dei muri di sostegno.

La messa in sicurezza della frana di Capolungo richiede 10 milioni di euro

A fine novembre il Tribunale si è nuovamente espresso indicando come urgente la messa in sicurezza degli edifici. La progettazione c’è già ed è costata 550.000 euro. Ora bisogna recuperare il budget per l’intervento. A rallentare l’operatività di questo progetto, oltre ai fondi da reperire, il contenzioso legale aperto sui lavori. La falesia e il territorio che la circonda infatti sono di proprietà del Demanio e, in parte, di soggetti privati.

Nell’ultimo consiglio comunale hanno sollevato la questione della frana di Capolungo sia Cristina Lodi (Azione) che Paolo Gozzi (Vince Genova). In risposta, il vicesindaco Pietro Piciocchi ha ripercorso la storia recente: «C’era stato da parte nostra un tentativo di transazione la scorsa primavera che non aveva prodotto alcun risultato. Abbiamo deciso di attendere questa sentenza, che sapevamo essere imminente, per chiarire la natura dell’intervento che si sarebbe reso necessario», ha spiegato Piciocchi. «La sentenza ha avuto il merito di avere definito da un lato le somme da risarcire ai privati, rispetto alle quali metteremo il massimo impegno per procedere alla liquidazione di quanto dovuto e stabilito dal giudice; dall’altro, ha chiarito le responsabilità degli enti coinvolti. Con tutto il rispetto per il giudice che l’ha emessa, la sentenza che ha definito completamente esenti da responsabilità le amministrazioni proprietarie non ci convince».

Il Comune esercita infatti funzioni di manutenzione di competenza del demanio marittimo attraverso un regie di sub-delega, ha spiegato Piciocchi

La funzione statale, tuttavia, va esercitata secondo il principio della correlazione tra funzioni e risorse: «Per questo, la sentenza in oggetto non riguarda solo Capolungo ma costituisce un precedente delicatissimo che ha già richiamato l’attenzione del mondo degli enti locali. Un problema che porremo in sede giurisdizionale. Non si può pensare che gli enti locali possano farsi carico di impegni così gravosi». 

Data la cifra stimata – come minimo – per l’intervento di ricostruzione della falesia di Capolungo, l’amministrazione comunale vorrebbe condividere la responsabilità finanziaria con la Regione. Nel piano triennale dei lavori pubblici, si trova già il progetto per proteggere la falesia dall’erosione costiera a tutela della pubblica incolumità.

Piciocchi ha concluso spiegando che a questa progettualità «si aggiungerà quella, molto impegnativa, di ricostruzione della falesia che sarà concordata nei prossimi giorni con la Regione. Infine, per quanto riguarda i tempi per la liquidazione dei risarcimenti, avverranno a breve. Un’ultima doverosa riflessione sulla sentenza che, da una parte, ha affermato il principio di co-responsabilità con Regione Liguria, dall’altra ha dato la possibilità al Comune di rivalersi sull’assicurazione, cosa che nel contesto transattivo sarebbe stata esclusa».

La frana di Capolungo ricorda come il territorio genovese sia tra i più fragili a livello nazionale per dissesto idrogeologico, come conferma anche l’ultimo report Ispra. Il 7,7% della popolazione della Città Metropolitana risiede in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, più di 66.000 abitanti, stando all’elaborazione del 2021. Una fragilità del territorio che non si può sottovalutare.

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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