“Tu hai usato sempre il cuore e io lo sentivo, l’hanno sentito tutti”
Guardare Nuovo Olimpo di Ferzan Özpetek è come sottoporsi ad una seduta psicanalitica.
Avete presente quelle sedute durante le quali parlate della paura del vento e poi scoprite che il vento non c’entra e che il problema è il mare e che non sapete nuotare?
Ecco, il nuovo film del regista turco – con nazionalità italiana – non concede sconti, ci prende per mano e ci accompagna, ancora una volta, attraverso la sua geografia del cuore.
In un periodo in cui tanto si parla di educazione sentimentale, Özpetek si configura per me come uno dei docenti più autorevoli e raffinati che utilizza il cinema come mezzo di espressione.
Confesso di essere sempre stata una sua appassionata estimatrice, ma dopo aver visto Nuovo Olimpo, lo sono ancora di più.
Eppure il nuovo film del regista, almeno al suo debutto, non è stato accolto con i soliti favori: ho letto critiche ingenerose focalizzate sulla sceneggiatura e sulla fotografia ritenute un po’ troppo simili a quelle dei film precedenti.
Una firma è una firma: riconosci una giacca di Giorgio Armani in mezzo ad altre cento, così come ti bastano pochissimi fotogrammi per respirare l’aria familiare dei film di Özpetek
“Tutta la vita ho aspettato che mi guardassi come guardavi lui stasera”: il tormento degli amori impossibili
Quanta passione in questo film: immaginata, agita, desiderata. La passione è davvero il fil rouge della storia d’amore tra Pietro ed Enea ambientata alla fine degli anni ’70.
Il film si apre con una scenografia magnifica che cattura l’essenza della moderna Roma, diventando il palcoscenico di una storia ricca di sfumature e profondità.
Özpetek intreccia abilmente le vite complesse dei personaggi, immergendoci in un mondo emotivo coinvolgente.
La trama si sviluppa con maestria, mescolando dramma, commedia e suspense e mantenendo gli spettatori incollati allo schermo dall’inizio alla fine.
Ferzan Özpetek: “Sono il re delle terrazze romane”
Il cinema di Ferzan Özpetek ha sempre saputo affrontare con delicatezza e profondità temi complessi e intrecci umani avvincenti.
Con la sua capacità di rendere tangibili le emozioni, ci offre uno sguardo intimo e appassionato sull’amore tra due giovani uomini in un’epoca in cui l’accettazione e la libertà amorosa erano in lotta con le norme sociali e culturali.
Ambientato in un’Italia in fermento, il film traccia il percorso di due anime ribelli, Enea e Pietro, entrambi affascinati dalla nascente liberazione sociale e culturale del periodo.
Gli incontri al cinema Nuovo Olimpo, i primi timidi approcci, l’inizio di un sentimento profondo che diventerà assenza lacerante e perdita assoluta.
E’ una storia vera quella che si snoda tra le amate terrazze romane e d’altronde lo dice Özpetek stesso “Sono il re delle terrazze romane, gli scorci di Roma sono protagonisti dei miei film e qui abbiamo una terrazza bellissima sui Fori Imperiali”.
Lo scrittore e regista, che con Nuovo Olimpo ha venduto oltre 400000 copie, parte da una storia vera e poco importa che la coppia sia omosessuale.
“Abbiamo pensato che potesse essere interpretata sia da un uomo sia da una donna, ma la storia è identica, non cambia. Ciò che conta è ciò che c’è dalla cintura in su, dove c’è il cuore e il cervello”.
Enea e Pietro: un amore nell’Italia di fine anni ’70
I cuori di Enea e Pietro si cercano e si rincorrono per trent’anni: dopo un’improvvisa separazione, infatti, i due giovani non si vedranno più. Eppure il loro legame rimane l’asse portante del film, il soggetto narrante delle loro esistenze e di quelle di coloro che gli ruotano intorno.
“Gli amori impossibili sono quelli che non finiscono mai”, una frase cara ad Özpetek che cita se stesso da Mine Vaganti dove la frase prosegue così “Sono quelli che durano per sempre”.
E come dare torto al regista che ancora una volta riesce a farti sentire sulla pelle ogni singola emozione dei personaggi del film.
La cassiera Titti, una magica Luisa Ranieri, assiste dietro le quinte alla nascita del sentimento tra i due ragazzi. Si rivelerà poi fondamentale per sbloccare il vuoto creatosi tra i due negli anni successivi.
E mentre fuma, raccontando di sé e degli anni perduti, ci trascina in una malinconia quasi carezzevole ed in grado di rapire l’anima.
Essere veri con se stessi rappresenta sempre una vera e propria rivoluzione
Il cast offre interpretazioni eccezionali, dando vita e autenticità ai personaggi. Le relazioni interpersonali sono al centro della narrazione, esplorando temi universali di amore, perdita e ricerca di significato nella vita quotidiana.
No, non si possono rivelare gli accadimenti centrali del film, altrimenti si farebbe un torto ad Özpetek che riesce ad inchiodare allo schermo con i suoi tramonti e terrazze romane e con quella illusione di eternità che che tutti abbiamo sperimentato a vent’anni.
“Come mai lei nei suoi film mette molto spesso il tema dell’omosessualita?” Non sono io che lo metto spesso, sono gli altri che lo levano”.
In effetti è sempre stato così per Özpetek, noto per la sua capacità di rendere tangibili le emozioni attraverso la lente della sua regia, qui in un’opera che promette di toccare le corde emotive degli spettatori, portando alla luce la bellezza e la complessità di un amore non convenzionale in un’epoca in cui essere veri con se stessi rappresenta una vera e propria rivoluzione.
La sfida di questi due giovani a costruire il loro mondo, una sorta di santuario personale in un periodo storico caratterizzato da un notevole fermento culturale e politico.
In Nuovo Olimpo assistiamo al ritratto di una società in trasformazione: il film esplora le lotte, le passioni e le gioie di un amore in grado di sfidare le convenzioni e le restrizioni imposte dalla società.
Vivere l’omosessualità non era affatto una cosa semplice, più conveniente agire di nascosto: basti pensare che sarà necessario attendere il 1990 affinchè l’Organizzazione mondiale della sanità derubrichi definitivamente l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola semplicemente una “variante del comportamento umano”.
Alla luce di questo fatto storico è ancora più comprensibile la tipologia di narrazione di Özpetek che, certo, non censura nessun sentimento, ma ben lo inserisce nel vissuto di cinquant’anni fa.
Damiano Gavino conquista il pubblico con l’interpretazione di Enea
L’aspirante regista Enea, interpretato da Damiano Gavino, e Pietro, Andrea Di Luigi, si innamorano in una Roma di tanti anni fa alle prese con le contestazioni dell’epoca.
Damiano Gavino, fresco del successo della serie Il professore, rivela in Nuovo Olimpo la sua innata capacità recitativa e ci regala un personaggio che si fa via via sempre più intenso e coinvolgente.
Una presenza scenica importante, uno sguardo che seduce il pubblico e lo porta alla scoperta dei sentimenti di Enea.
Un attore, Damiano Gavino, che ha molto di più della giovane promessa e che sono certa rivedremo presto in altri importanti progetti.
L’appuntamento tra Enea e Pietro
L’appuntamento non li vedrà mai insieme e segnerà, dopo un appassionato incontro d’amore, la fine seppur non cercata del loro rapporto.
Come dire, le congiunzioni astrali non hanno permesso il prosieguo della loro storia, ma di certo non sono state in grado di interrompere il legame profondo tra i due innamorati.
“Gli amori impossibili sono quelli che non finiscono mai”
Il destino impiegherà anni affinché le loro voci ed i loro sguardi si possano ricongiungere.
“Tutta la vita ho aspettato che mi guardassi come guardavi lui stasera” dice con voce rassegnata Giulia, la moglie di Pietro interpretata da Greta Scarano.
La passione come fil rouge del film abbiamo detto. Una passione agita, pensata, desiderata e mai interrotta.
Nuovo Olimpo è più di un semplice film: è un’esperienza che spinge gli spettatori a riflettere sulla complessità delle relazioni umane e sull’inevitabile incertezza della vita.
Özpetek ci invita a esplorare il nostro Nuovo Olimpo interiore, un luogo di emozioni profonde e di scoperte personali.
Nuovo Olimpo è un invito ad esplorare la nostra umanità e a connetterci con le emozioni che ci rendono unici
Quel segreto che occuperà per sempre la nostra mente, quel pensiero al quale accedere nei momenti tristi della nostra esistenza.
Una passione che diventa, negli anni, un conforto dell’anima, una sorta di compagna di viaggio fedele ed esclusiva.
La regia di Özpetek è sublime, con inquadrature che catturano l’essenza di ogni scena e sequenze che fluiscono con una grazia cinematografica. La colonna sonora, curata con attenzione, accentua l’atmosfera emotiva del film.
Con la voce di Mina che esplode nel finale di Povero amore, una canzone intensa a firma del paroliere Fabrizio Berlincioni e che racconta le sofferenze del cuore.
Il maestro Özpetek ci regala ancora una volta un’opera coinvolgente e avvincente, un viaggio emozionale attraverso l’anima umana, da compiere in ogni età della vita.
In un’epoca in cui la velocità della vita quotidiana spesso ci distoglie dalla contemplazione delle profondità emotive, Özpetek ci offre un rifugio cinematografico in cui possiamo immergerci nelle sfumature dell’anima umana.
Il suo cinema diventa un catalizzatore per la riflessione sulla nostra esistenza, sulla complessità delle relazioni e sulla bellezza che si nasconde dietro ogni momento, indipendentemente dall’età che stiamo attraversando.
Nuovo Olimpo è un invito ad esplorare la nostra umanità, a connetterci con le emozioni che ci rendono unici e a riconoscere la bellezza intrinseca nelle sfaccettature dell’esperienza umana, un viaggio senza tempo attraverso le profondità dell’anima.
Buona visione!
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