Nella giornata di domani, martedì 5 dicembre, i sindacati ANAAO ASSOMED e CIMO FESMED per personale delle Aziende e degli Enti del SSN e strutture accreditate e da NURSING UP e COINA per infermieri e personale sanitario non medico hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale.
Aderirà il personale appartenente:
- Dirigenza Medica, Sanitaria e Veterinaria, Professionale, Tecnica ed Amministrativa del SSN, ivi compresi IRCCS, IZS ed Arpa
- dipendenti delle Aziende ed Enti del SSN, compresi ai sensi e per gli effetti dell’art. 1 L. 146/90
- dipendenti delle strutture anche di carattere privato e/o religioso accreditate con il SSN
- medici specializzandi assunti ai sensi dell’art. 1 comma 547 L. 145/18
- infermieri e personale sanitario non medico afferenti alle qualifiche del Comparto della Sanità operanti nelle Asl, nelle Aziende Ospedaliere e negli Enti della sanità pubblica
Lo scioperò durerà per l’intera giornata del 5 dicembre 2023
I sindacati infermieristici fanno presente che per i servizi organizzati su turnazione lo sciopero partirà dal primo fino alla fine dell’ultimo turno previsto per domani.
Le aziende sanitarie del territorio ligure hanno comunicato che faranno il possibile per garantire il rispetto delle norme di legge sulla garanzia dei servizi pubblici essenziali e delle emergenze negli Ospedali e nelle strutture sanitarie territoriali di propria competenza. Attenzione speciale per i servizi di emergenza e per i Pronto Soccorso, mentre le attività prenotate e programmate potranno subire interruzioni e sospensioni.
A Savona ASL2 ha comunicato che sarà sospesa la seduta vaccinale (antinfluenzale e Covid) al Palacrociere in programma per domani. Già programmate ulteriori date nelle prossime settimane (11-12 e 20 dicembre) per recuperare il disservizio: le vaccinazioni, ricorda la ASL, saranno sempre disponibili con modalità open, anche se si suggerisce la prenotazione.
La situazione già delicata potrebbe riguardare l’Ospedale Galliera di Genova, per il quale la prefettura probabilmente confermerà la presentazione di cinque medici e nove infermieri per non bloccare i servizi emergenziali ed essenziali. Già nelle scorse settimane la nuova Perfetta, Cinzia Torraco, non aveva escluso il ricorso a questo strumento, ma di volerlo usare solo in caso di estrema necessità e con discernimento.
La situazione del Pronto soccorso del Galliera riflette le motivazioni dello sciopero
«I numeri del personale, ad esempio nei pronto soccorso, sono talmente esigui che quelli in servizio servono a coprire le quote minime da garantire. Così meno colleghi o operatori possono scioperare», spiega il presidente ligure di Cimo Fesmed, Giulio Cecchini. «Il servizio sanitario nazionale è sempre più eroso dalla mancanza di personale e da un’incongrua gestione. Gran parte dei posti a disposizione nelle scuole di specializzazione sono deserti. Molti giovani vanno all’estero. Questa crisi ha radici negli ultimi 20-30 anni, ma ora ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno».
Non tutte le sigle sindacali del comparto sanitario aderiranno alla mobilitazione di domani, tuttavia il fronte dei lavoratori sembra unito. Alcuni sindacati potrebbero scioperare in date diverse per esporre situazioni particolari.
Sebbene la sanità sia una competenza regionale, gli enti locali devono comunque attendere il via libera dallo stato centrale per molte delle iniziative di peso, tra cui le assunzioni del personale.
«Le problematiche che riscontriamo sono a livello centrale, con lo Stato. Perché con la Regione il dialogo è aperto e conosciamo le loro difficoltà: se a Roma non viene aumentato il tetto di spesa per assumere, non si può fare molto», spiega il segretario ligure di Anaao Assomed, Raffaele Aloi, che spiega come l’agitazione sindacale voglia parlare alla pancia dei pazienti le necessità del personale sanitario, tanto elogiato come eroico durante la pandemia e ora posto a lavorare in condizioni sempre più drmmatiche. «Non chiediamo tanto un aumento di stipendio, ma tempo per stare con le nostre famiglie. I colleghi sono stremati da troppe ore di lavoro consecutive e ferie non godute. A Imperia i medici vanno a lavorare in Francia. Si passa dal servizio sanitario nazionale al privato, ma per quella che è la nostra cultura sanitaria un pronto soccorso non sarà mai privato. E non è accettabile perdere questo nostro patrimonio».