Chi era Henry Kissinger ? A maggio avrebbe compiuto un secolo di vita, grande politologo e segretario di Stato americano per più presidenze, uno dei grandi protagonisti dell’ultimo secolo che hanno contribuito a plasmare il mondo dal secondo dopoguerra in poi.
Politologo, stratega ed esperto di geopolitica, Kissinger nasce con il nome di Heinz Albert a Fürth, in Baviera, in una famiglia ebrea della piccola borghesia. I genitori però decidono di lasciare la Germania nel 1938, all’inasprirsi delle restrizioni delle leggi razziali, e chiedono asilo politico negli USA. Kissinger acquisirà la cittadinanza statunitense cinque anni dopo, all’età di vent’anni, e come forma di ringraziamento per la nuova patria presta servizio come interprete nelle trincee quando l’America entra nel secondo conflitto mondiale.
Dopo la guerra, fa carriera come consulente della Casa Bianca, a prescindere dal colore politico del presidente: collabora con repubblicani come Eisenhower e, in seguito, Richard Nixon, ma anche con democratici come Kennedy e Johnson. Con l’insedimento di Nixon raggiunge l’apice della carriera, assumendo prima il ruolo di assistente speciale del presidente per la Sicurezza nazionale (1969-1975) e in seguito la carica di segretario di Stato (1973-1974). Malgrado lo scandalo Watergate che travolge la Casa Bianca, Kissinger viene riconfermato dal successore di Nixon, Ford (1974-1976).
Il ruolo di Henry Kissinger nella Guerra Fredda e nel conflitto arabo-israeliano
Considerato il vero ispiratore della politica estera statunitense nel pieno Guerra Fredda, Kissinger ha giocato una parte fondamentale per riaprire i rapporti diplomatici con la Cina post-rivoluzione comunista e per porre fine alla Guerra in Vietnam. A Parigi nel 1973, durante le trattative per gli Accordi che hanno sancito la chiusura del conflitto, Kissinger diede un contributo determinante che quello stesso anno gli valgono il Premio Nobel per la Pace.
Dall’anno seguente prende parte ai lavori della Conferenza di Ginevra, che durerà due anni nel tentativo di risolvere il conflitto arabo-israeliano (noto anche come guerra dello Yom Kippur o guerra del Ramadan). Kissinger qui conia il termine “shuttle diplomacy” per il ruolo che assumono gli USA nel mediare tra le parti coinvolte nella guerra: il Segretario di stato americano fa la spola tra i dignitari di Egitto, Giordania ed Israele, che parlano più alla propria popolazione piuttosto che tra loro, e lavora per arrivare a un accordo.
Malgrado l’obiettivo principale non sarà raggiunto, già nel 1974 Kissinger ottiene il disimpegno militare prima tra Israele ed Egitto e in seguito tra Israele e Siria (che però non partecipa alla conferenza). Il 4 settembre 1975, le parti l’accordo provvisorio del Sinai, con l’impegno di “risolvere i conflitti tra paesi non con la forza militare ma con mezzi pacifici”, il ritiro israeliano dal territorio del Sinai (occupata dal 1967) e la creazione di un nuovo territorio cuscinetto da parte dell’ONU.
Henry Kissinger, uno stratega tra luci e ombre
Il ruolo politico e diplomatico di Kissinger è tornato alla ribalta recentemente, con il 50° anniversario del golpe cileno e della morte di Salvador Allende. Il coinvolgimento americano nella vicenda rimane ancora poco chiaro, ma certamente la CIA ha giocato un ruolo per mantenere l’influenza statunitense in Sud America e non lasciare troppi governi amici del blocco sovietico o comunque socialisti.
Henry Kissinger ha sostenuto per tutta la sua carriera come ogni governante dovesse basarsi sulla realpolitik, ossia su pragmaticità e opportunismo, decidendo in ogni situazione diplomatica valutando la convenienza di ogni alleanza, accordo o conflitto. Per queste sue convinzioni è stato spesso definito il “il Machiavelli del XX secolo”. Negli anni ha continuato la sua attività di consulente e politologo, pubblicando sulla sua esperienza di Segretario di Stato una serie di volumi molto apprezzata anche dal grande pubblico.
Tutti i candidati repubblicani alla presidenza hanno cercato il suo endorsement negli anni, perfino Donald Trump, per il quale Kissinger ha svolto un ruolo di consulente ombra. Nel 2015 ha conferito il Premio Kissinger a Giorgio Napolitano, allora Presidente della Repubblica, per il suo ruolo nell’evitare il default italiano con la creazione del governo Monti e per la sua capacità di dialogare con maggioranze di ogni colore politico.
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