Genova, migrante respinto alla frontiera si getta in mare. Soccorso dalla Guardia Costiera, si trova il codice giallo per ipotermia all’ospedale Galliera.
Ha vent’anni il giovane migrante nordafricano che nella giornata di ieri, dopo essere stato respinto alla frontiera per mancanza di documenti, si è gettato in mare dalla nave cargo che lo stava portando fuori dalle acque italiane. Il comandante della nave, a cui il ragazzo era stato affidato, ha prontamente segnalato l’accaduto, permettendo il pronto intervento dei soccorsi della Guardia Costiera. Il ventenne è attualmente in codice giallo al Galliera per una lieve ipotermia.
Migranti, il governo volta le spalle
Risaliva a soli due mesi fa il caso di un altro ragazzo, ventiquattrenne, che si era gettato in mare a Voltri, perdendo la vita. Una situazione ancora drammatica quella dei migranti in Liguria, che vede i principali punti di accoglienza in condizioni critiche per via dei continui e numerosi sbarchi. A giugno 2022 erano 4.282, a luglio circa 5.440. Mancano le strutture, mancano le risorse.
Una situazione già complessa, ostacolata anche dalle misure messe in atto dal governo. Negli ultimi tempi, agli sbandierati rimpatri – di fatto molto difficili da attuare – si sono aggiunti gli abbondanti tagli sulle quote ministeriali per l’accoglienza dei migranti: da 35 euro al giorno agli attuali 26.
Così facendo, gli ultimi bandi della Prefettura a Genova sono stati praticamente disertati. La cooperativa Un’altra storia, braccio operativo dell’Ufficio diocesano Migrantes, si è addirittura astenuta: “Non partecipiamo — aveva spiegato monsignor Giacomo Martino — il bando non è chiaro, e queste cifre sono così basse che ci impediscono di accogliere al meglio.”
Aumentano anche gli sbarchi di minori non accompagnati
L’altra questione problematica, oramai strutturale a Genova, riguarda poi i minori non accompagnati. Aumentati, al 2022, dell’80% rispetto al 2021, i ragazzini sotto i 14 anni che sbarcano in Liguria sono sempre più numerosi. Anche in questo caso, gran parte del problema riguarda la mancanza di strutture e di corrispettivi: in un bando risalente ad agosto 2023, si richiedevano 50 posti in “strutture temporanee” e “immediatamente disponibili”, con una coperta del Viminale di circa 60 euro al giorno.
Una situazione disperata, che sembra non riesca a risolversi, soprattutto nelle sedi di governo, dove le opinioni e gli intenti risultano essere ancora troppo distanti.