Un lunghissimo applauso. Questa l’accoglienza a Liliana Segre, vincitrice del premio Ipazia 2023, al suo arrivo nella sala del Politeama Genovese, dove è stata insignita del riconoscimento.
Premio Ipazia, la dedica a Luciana Sacerdote
Un premio all’eccellenza femminile, attribuito alla senatrice a vita, nonché presidentessa della commissione parlamentare straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, “Per il suo instancabile impegno e per la sua preziosa testimonianza in difesa del valore della memoria, della pace e della democrazia, contro ogni forma d’odio”.
Liliana Segre, simbolo vivente della memoria della Shoah, ha dedicato il riconoscimento – un ciondolo con l’effigie di Ipazia ricevuto dal sindaco Bucci e dal governatore Toti – a Luciana Sacerdote, ragazza ebrea cresciuta a Genova con cui Segre ha condiviso l’incubo di Auschwitz: “Una ragazza la cui vita è stata una continua sofferenza e a cui io ho voluto molto bene”, ha spiegato la senatrice.
Il presidente Toti, “Una mitezza forte come l’acciaio”
“Credo che mai un premio sia stato così calzato sulla persona che lo riceve, perché è un riconoscimento alla vita e alla testimonianza di quella vita. Questa sera, ascoltando le parole della senatrice Liliana Segre, ho pensato questo: è stato scritto che il male può essere banale, ma il bene può essere espresso con una grande mitezza che, come dimostra la senatrice Segre, può essere forte come l’acciaio”. Così ha commentato il presidente della Regione Giovanni Toti, consegnando il premio Ipazia.
“La vita e il coraggio della senatrice Segre sono una continua fonte di ispirazione per tutti noi e per tutti coloro che scelgono di combattere l’intolleranza, il razzismo, l’antisemitismo, l’istigazione all’odio e alla violenza – prosegue Toti – Liliana Segre ha voluto donare la sua vita al dovere di non dimenticare, diventando una testimone attiva della Shoah e un esempio per le giovani generazioni, oltre che un antidoto all’indifferenza. Questo premio ha una valenza particolare soprattutto in questo periodo, in cui in tutto il mondo ci sono rigurgiti pericolosi di antisemitismo”.
La guerra in Medio Oriente e i femminicidi
La senatrice, insignita del premio, si è quindi soffermata su alcune riflessioni relative all’attualità. In particolare, rispetto a quanto sta accadendo in Medio Oriente, ha affermato che “Vedere i bambini toccati perché i genitori sono nemici tra loro o vederli allevati in modo che siano a loro volta nemici da adulti, è il più grande dolore mai provato. Dal 7 ottobre le cose orribili che sono avvenute, da nonna, mi fanno sentire una cosa che è più forte di me e che ho dalla mattina alla sera: i bambini non devono essere toccati neanche con una foglia, sono sacri, di qualunque colore, etnia, religione. Sono creature meravigliose, sono un miracolo”.
Subito dopo, il riferimento alla cronaca degli ultimi giorni e al massacro di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. “Un poveraccio, un assassino, ma un ragazzo qualsiasi, non ha mica i denti da vampiro. Eppure, si trasforma. E tutti noi cerchiamo di capire qual è e perché avvenga questa trasformazione, ma non mi so dare una risposta. Perché aveva dei problemi? Perché la donna era più forte di lui? Non esiste un motivo che giustifichi un massacro del genere”. Successivamente, paragona i femminicidi protagonisti delle pagine di cronaca nera con la propria esperienza ad Auschwitz: “Io non ho trovato mai le parole per raccontare quell’orrore. Il mostro è Adolf Eichmann ma se uno rivede quei visi non li trova strani”.