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THE DARK SIDE OF THE DOOM: intervista a Massimo Gasperini della Black Widow Records

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Tempo di lettura: 3 minuti

Da oltre trent’anni a Genova, c’è un’etichetta discografica che continua a produrre lavori di qualità superiore, conquistando un’ottima fetta di mercato ed imponendosi a livello mondiale.

La Black Widow Records, nasce da un’idea di Massimo Gasperini, la moglie Laura ed il socio Pino Pintabona, con un catalogo di oltre duecento uscite, tra le quali annoverano nomi come Pentagram, Hawkwind, Malombra, Il Segno del Comando etc., contribuendo all’evoluzione e alla diffusione di sonorità oscure e progressive.

Massimo si entusiasma ancora ad ogni nuova uscita e ci coinvolge con la sua storia ed i progetti futuri… Lasciamoci condurre in questo intrigante viaggio oscuro.

Il tuo approccio al mondo musicale non si può definire convenzionale, so che eri avviato ad una carriera ben diversa. Cosa ti ha fatto cambiare idea?

In casa mia si ascoltava musica da sempre, logico per me seguire le orme dei miei genitori. Mia nonna si scriveva con Gianni Morandi e Celentano, mia madre cantava tutto il giorno e mio padre ascoltava i rockers degli anni 60 tipo Paul Anka, Gene Petney, Stones, Beatles… Io a 12-13 anni già conoscevo Steve Wonder, Louis Amstrong, Yardbyrds… poi quando nel 1971 scoprii i T.REX fu amore alla prima nota. “HOT LOVE” è stato il mio primo 45 giri, seguito da “SILVER MACHINE” degli Hawkwind, poi i Gravy Train, Blackfoot Sue, Luv Machine, Uriah Heep… tutte canzoni che ascoltavo alla radio nei mitici programmi di un’epoca intelligente.

Ho lavorato in una grande azienda dove ero un progettista con la carriera molto avviata e molto ben remunerato ma ad un certo punto il richiamo del rock è stato troppo forte per poter resistere ed ho cambiato stile di vita. Ne sono strafelice, la vita è una e conviene viverla seguendo le proprie inclinazioni con coraggio, conoscenza della materia, passione ed un po’ di follia che se mista a un po’ di fortuna funziona sempre.

Massimo Gasperini

La scelta del nome è ovviamente un omaggio all’omonima band inglese. Come mai la scelta ricadde su di loro?

I Black Widow negli anni ‘70 erano abbastanza famosi in Italia dove suonarono con YES e PFM. A me piacevano molto anche se a quel tempo non ero ancora troppo immerso nelle tematiche che trattavano, ma quando decisi di iniziare la mia carriera musicale professionale pensai che il nome era perfetto, anche come fonetica. Inoltre nel 1990 rappresentavano completamente quello che sarebbe stato lo stile che avrebbe contraddistinto il mio negozio e la mia attività che oggi porto avanti assieme al mio socio Pino e mia moglie Laura.

Successivamente, la decisione di fondare un’etichetta, dal primo disco dei Crystal Phoenix fino ad oggi una cavalcata entusiasmante, diventando un punto di riferimento per il mercato anche oltre confine.

Esatto, due anni dopo è nata l’etichetta BWR. La voglia di dare visibilità ad una opera magica come CRYSTAL PHOENIX ci ha dato l’impulso per creare anche un’etichetta ed è stato l’inizio di un lungo viaggio che va avanti ancora oggi con sempre nuovo entusiasmo e nuove idee. La musica è una creazione meravigliosa che appartiene solo ad un certo tipo di esseri pensanti e noi siamo tra questi. Le mode passeggere e le banali leggi del mercato non ci sfiorano nemmeno. Decidiamo noi cosa creare e, grazie alle nostre bands ed ai nostri musicisti, lo offriamo al nostro pubblico.

Un catalogo ricchissimo, sia in qualità che in quantità, ma il fiore all’occhiello sono i quattro album dei “Pentagram. Come siete entrati in contatto?

I quattro album dei Pentagram sono molto importanti ma ce ne sono tanti altri altrettanto fondamentali se non ancora di più, come l’inedito Black Widow IV, tutti i lavori degli Jacula ed Antonius Rex, gli Standarte, i Malombra, Il segno del comando, Runaway Totem, Uto, The Black, L’Impero delle ombre, Presence, Sophia Baccini’s Aradia, le nostre opere sui films Horror, Fantascienza, H.P. Lovecraft, il Tributo a Marc Bolan & D. Bowie

Tutte le nostre produzioni hanno un ruolo importante nella nostra etichetta. I Pentagram sono stati un punto di svolta per noi, erano senza contratto e noi eravamo in contatto con un loro fan americano col quale scambiavo cassette e video… Lui mi disse che era il momento per contattarli e farli firmare per noi. Diciamo che gli abbiamo dato una nuova vita realizzando quattro album spettacolari.

“Pentagram”

Le uscite su B.W. si fanno notare, oltre che per la bravura delle band, per una cura maniacale e gadget di qualità, quali il medaglione per Il Segno del Comando, la pergamena e sigillo per i Death SS fino ad arrivare all’ultimo cofanetto dedicato al grande Lovecraft “Il sogno e l’incubo“. Sono gadget sempre apprezzati dagli ascoltatori?

Le nostre Limited Editions sono sempre curatissime nei minimi particolari e ricche di inserti speciali come hai descritto tu. Vanno a ruba, e nel tempo prendono valutazioni importanti nel mercato collezionistico. Sono edizioni che rendono fieri e felici prima di tutto noi, poi i musicisti ed i nostri clienti più affezionati in giro per il mondo. Sono impegnative da realizzare ma ne vale la pena. Per fare quella recente su H.P. Lovecraft ci abbiamo messo due anni.

Cover di “Il segno del comando

Hai scritto per molti anni su Rockerilla, all’epoca la miglior rivista di musica. Oggi la scena mi sembra un po’ spenta, una delle poche riviste degne di nota è Italian Metal Heroes magazine, la distribuite anche voi?

Rockerilla è stata una rivista importantissima, ha aperto nuove strade da seguire, ha dato informazione di altissimo livello; ricordo articoli indimenticabili che mi hanno aiutato nelle mie ricerche. Ci sono stati grandissimi giornalisti ed esperti writers tra i quali Beppe Badino, Beppe Riva, Claudio Sorge, Gino Tozzini… Io sono stato orgoglioso di averne fatto parte per un certo periodo: sono stato il primo a scrivere di DOOM in quella rivista; certe mie recensioni fanno storia ancora adesso. Ci sono persone che quando vengono in negozio e trovarci mi parlano dei miei articoli non solo su Rockerilla ma anche su Metal Shock, Rockhard, HM…! Mentre Italian Metal Heroes la vendiamo in negozio collaborando con l’editore.  

Un grande contributo alla scena lo fornisci con “Supertzar” (altro grande omaggio questa volta ai Black Sabbath) programma radiofonico in onda su Radio Alpha Genova. Di che cosa si occupa?

Ho sempre fatto radio dal ‘76 in avanti, anche in emittenti importanti a Genova fino alla fine degli anni ‘80… Poi ho smesso per mancanza di tempo ma durante la “pandemia” alcuni amici ed ex-colleghi di Radio Alpha Genova mi hanno convinto a riprendere ed hanno fatto bene perché Supertzar è un programma molto seguito col quale tratto musica Rock a 360 °, dal progressive al metal, passando dagli anni ‘70 alle più recenti novità, sempre tutto filtrato dalla mia esperienza.

In estate organizzate il Prog Festival” al Porto Antico di Genova. Sempre nomi di spicco, chi troveremo nella prossima edizione?

Grazie alla Porto Antico noi organizziamo questo Festival dal 2016. Abbiamo avuto grandi bands come Osanna, Delirium, Area, Nik Turner con gli Arabs in Aspic, gli Anglagard! Non sappiamo ancora chi suonerà questa estate, ma stiamo trattando un paio di grossi nomi che però non posso proprio anticipare finchè le trattative non saranno concluse.

Per la cover della raccolta “E tu vivrai nel terrore“, avete usato un’opera del grande artista svizzero Giger. Come siete venuti in contatto? Sapevo che non amava molto dare i suoi lavori, come lo avete convinto?

Un orgoglio infinito avere questa opera straordinaria di Giger. Siamo gli unici in Italia e tra i pochi in Europa e nel mondo. In questa operazione che ci ha portato tanta fama e fortuna, partecipa un musicista svizzero Peter Frohmader “Nekropolis”, amico di Giger e che ha musicato alcune sue mostre in Svizzera e Germania. Ho chiesto a lui se poteva chiedere al grande maestro se fosse stato possibile utilizzare questa opera, che quando  vidi per la prima volta mi lasciò senza fiato, per la nostra operazione. Il maestro, con nostra enorme sorpresa, accettò ed anzi, da quel giorno ci invitò a tutte le sue mostre inviandoci delle cartoline strabilianti. L’arte  non ha bisogno di tante parole, si riconosce da sola.

Dal titolo della raccolta,  capisco che sei un amante degli horror anni ’60/’70: Bava, Fulci, Argento veri maestri del genere. Sei interessato anche al filone fumettistico tipo Jacula, Belzeba, Zora etc.

Il mio socio Pino è un amante di questo tipo di pellicole, io non troppo, ma mi piacciono le loro colonne sonore che in alcuni casi trovo veramente straordinarie e molto progressive. Jacula e Zora sono personaggi che fanno parte della nostra storia con le opere di Antonio Bartoccetti e Doris Norton  in arte proprio Jacula ed Antonius Rex. La storia continua oggi con i due lavori di livello altissimo del gruppo Mater a Clivis Imperat le quali copertine  sono realizzate appunto dal maestro Taglietti.

Recentemente, ho intervistato Stefano Cavanna, autore del primo libro al mondo sul Funeral Doom. Che ne pensi di questa sottoscena del Doom molto popolare all’estero?

Ho il libro in vendita in negozio, è fatto molto bene ma è un genere che non mi piace e non lo considero  neanche Doom. Il Doom, quello vero, autentico, è tutta un’altra cosa, il Doom è quello dei St. Vitus, dei primi Trouble, di certi Cathedral, Count Raven, Pentagram, Candlemass… Il Doom ha bisogno sempre di grandi voci, di supremi interpreti vocali e di grandi musicisti. Il Funeral è un’altra cosa che ha sicuramente il suo pubblico ma a noi non piace.

In un’intervista spiegavi che i colleghi attualmente non considerassero la B.W.R. come un’etichetta underground. Io credo che lo sia ancora ed il suo successo è tutto merito vostro, riuscendo a trovare gruppi o artisti di questo livello, che poi hanno avuto grossi riscontri, ma la vera natura di B.W.R. è underground.

Ho conosciuto il vero e puro Underground in Inghilterra, in Italia questa dimensione è completamente diversa. Siamo nati dall’underground e ne abbiamo fatto parte ma dall’underground, come è inteso qui in Italia, abbiamo preso le distanze da tempo ed in modo assolutamente naturale.  Quella “scena” in Italia è autolimitante come mentalità e mezzi. Vedi, le nostre produzioni girano il mondo tramite i più importanti canali internazionali, sono recensite dalla più importante stampa italiana ed estera, tutti i nostri gruppi firmano un regolare contratto con noi, organizziamo concerti e festival con gruppi di livello mondiale. Capisci bene che questo non è underground, questo è professionismo, ma ciò non toglie che i nostri occhi siano sempre attenti a ciò che avviene nell’underground dal quale ogni tanto tiriamo fuori qualche gruppo.

Quali saranno le prossime uscite? Hai qualche nome nuovo da segnalarci?

Noi siamo sempre sospesi tra recupero di gruppi ed album degli anni ‘60/’70 e la scoperta di bands nuove, ci muoviamo tra i vari stili del progressive rock, passando per l’hard, il dark, il folk, il gothic e la psichedelia fino al Doom metal, un genere che seguiamo con molta attenzione. Come anni ‘70 abbiamo appena stampato un album dal vivo del mitico Crazy World of Arthur Brown, poi un lavoro inedito del 1972 dei Fields band inglese formata da ex King Crimson, Rare Bird e Supertramp, poi è uscito il nuovo disco dei genovesi Gleemen la band dove suonava il grande Bambi Fossati prima di fondare i Garybaldi.

Stiamo ristampando gli album degli Jacula per l’ennesima volta. Il nuovo album dei Malombra-Tres, che in verità contiene alcune composizioni degli anni ‘90 rimaste inedite, ci stà dando grandi soddisfazioni così come “Lemures” del Balletto di Bronzo. Come band relativamente nuove è appena uscito il secondo dei Mater a Clivis Imperat come avevo già annunciato prima, uscirà il nuovo disco dei Runaway Totem con parecchi ospiti ed una sezione fiati mostruosa con David Jackson (ex van Der Graaf Generator), Nik Turner (co-fondatore degli Hawkwind) e Martin Grice dei Delirium.

Ci sarà il secondo album de La Janara, anche quello dei piacentini Golem, un nuovo lavoro dei grandi The Black e de L’Impero delle Ombre, poi ancora i Melting Clock, i Presence che attendono da troppo tempo, e tra le altre cose una favolosa band finlandese ha appena firmato con noi.

C’è poi la serie dei flexy picture-disc che stiamo facendo in tirature limitatissime per la quale sono previste altre spettacolari realizzazioni  tra le quali un singolo dei Death SS, Il Cerchio D’oro– Pangea e le tre lune – dove la band savonese ha veramente toccato il vertice della produzione e molto molto altro.

Abbiamo talmente tante band che al momento qualcosa mi dimentico senz’altro. Da noi non ci si annoia mai!

*Prima ancora che uscisse quest’intervista, si è creata una polemica a riguardo della posizione di Massimo nei confronti del genere Funeral. Io posso solo confermare che le sue parole, non sono state offensive, ma ha semplicemente espresso un parere personale.

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Info Silvano Pertone

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"Dio del rock ( e non solo...) fa' che resti sempre alternativo" Coinvolto per un decennio nel mondo dell'underground grazie alla mia fanzine, oggi guardo ad altre scene sempre alternative, in primis la mail art.

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