Potrei definire “Sussurri” di Ashley Audrain un domestic-thriller, un romanzo che cerca di scavare all’interno di abitazioni impeccabili, giardini rigogliosi e calici di vino cristallini.
I sussurri sono le invidie, i desideri, le confusioni, le intuizioni silenziate.
Quei momenti che provano a dirti ‘qui c’è qualcosa che non va.
Il dramma è che alcune donne non ascoltano ciò che la vita tenta di dire loro.

I Loverty sono i proprietari di una delle case più belle e lussuose di Harlow Street. Sembra una vita impeccabile la loro, finché nel cuore della notte una disgrazia li investe: il figlio di Whitney e Jacob cade dalla finestra della sua cameretta.
È un romanzo che mi ha fatto ripensare a Desperate Housewives, a quell’indagine (talvolta squisitamente femminile) che attraversa le giornate, il matrimonio, i legami.
Da questo clima di attesa e di non detto, si apre il sipario sulle famiglie che gravitano intorno ai Loverty, piccoli microcosmi intrisi di realtà complicate e amare.
È un romanzo sulle scelte delle donne, oppure sulla loro assenza. Sulla maternità, voluta, rifuggita, inseguita. Bramata e temuta.
È un libro che pone diversi interrogativi e lo fa con una schiettezza disarmante.
Un romanzo domestico che profuma di noir, ma soprattutto scava nella tortuosa profondità umana, senza dare nulla per scontato, e che grida furibondo tra le righe che scorrono veloci un’unica ed inconfutabile verità: è immensa la complessità del femminile, in tutte le sue sfaccettature. E lo è anche la vita, in quella prepotenza delle prime spinte che sfociano in un vagito disperato.
Un miracolo sì, e poi tutto cambia.
Adrenalinico e pulsante.
“Sussurri” di Ashley Audrain è un labirinto psicologico nel quale è impossibile non restare impigliati. Bellissimo.