Trovato il corpo di Giulia Cecchettin nel lago di Barcis: si cerca l'ex
Giulia Cecchettin

Giulia uccisa da un bravo ragazzo: bisogna educare ai sentimenti, l’impegno di Wall of Dolls per dire NO alla violenza sulle donne

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Tempo di lettura: 3 minuti

Giulia Cecchettin uccisa dall’ex, forse con premeditazione

Giulia Cecchettin è stata accoltellata al capo e alla gola da Filippo Turetta, il suo ex fidanzato arrestato in Germania una settimana dopo l’efferato omicidio.

Avevano mantenuto rapporti civili, dopo la rottura avvenuta ad agosto, ma evidentemente Filippo ha recitato per alcuni mesi la parte dell’ex fidanzato tranquillo e comprensivo.

Giovedì 16 Giulia si sarebbe dovuta laureare in Ingegneria biomedica, stessa facoltà di Filippo che risultava però indietro con gli esami.

Un’uscita concordata quella di sabato 11 novembre per andare a scegliere le scarpe per la discussione della tesi.

E invece la serata è finita in tragedia, con Giulia uccisa e gettata in un canalone.

Sono 105 le donne uccise a novembre 2023, oltre la metà per mano di mariti, fidanzati o ex

Altrettanti gli uomini che non hanno accettato la fine di una relazione e che sono diventati assassini.

Altro che “Se non ti ubriachi il lupo lo eviti”, qui il lupo pare girare a piede libero ovunque, indisturbato e sotto mentite spoglie.

“Non credo in un’azione premeditata. Amava Giulia, le faceva i biscotti” queste le parole dell’avvocato di Filippo. “E’ un bravo ragazzo, non farebbe mai del male a Giulia” dice la madre dopo la scomparsa della coppia.

Peccato che i bravi e i cattivi ragazzi non esistano: esistono piuttosto le persone e il discrimine è tra persone mature in grado di gestire la fine di un rapporto e persone narcisiste ed immature che pensano di essere loro stesse il solo ed unico mondo del partner.

Ogni femminicidio procura una ferita aperta in ciascuna di noi che legge la storia della vittima, ma certo la vicenda di Giulia ci ha colpiti ancora di più per la giovane età dei protagonisti.

Due ragazzi di appena 22 anni, compagni di università, con – davvero – tutta una vita davanti.

E invece il buio improvviso, la fine dei sogni, la fatica degli esami per una laurea che, mi auguro, sarà Honoris Causa per Giulia.

Filippo arrestato in Germania, per lui il carcere con l’accusa di omicidio che al momento pare premeditato.

Giulia aveva dubbi su Filippo, ma gli è restata accanto

Come puoi pensare a quell’età di essere in pericolo ad uscire con il tuo ex fidanzato che si dimostra così gentile e comprensivo?

Eppure sembra che Giulia nutrisse in cuor suo paure e perplessità in merito a Filippo la cui invadenza e possessività erano diventate intollerabili. 

Non soltanto per Giulia. Ogni giorno sono infatti circa 200 le donne che si rivolgono al 1522: 58 mila segnalazioni l’anno, spesso anche da parte di amici e parenti che vogliono comunicare una situazione critica.

I numeri ci dicono anche che un uomo su tre è violento, ma spesso sono proprio le donne incapaci di riconoscere le varie forme di violenza cui vengono sottoposte.

L’Italia è un paese maschilista dove prevale una cultura patriarcale e dove la violenza sulle donne è spesso normalizzata e banalizzata.

È necessaria una rivoluzione culturale che prenda in considerazione i giovanissimi: solo con una sana educazione ai sentimenti uomini e donne di domani potranno modificare i loro comportamenti.

Bisogna mettere da parte la discriminazione di genere e far capire agli uomini che la violenza non è un valore aggiunto maschile, bensì, piuttosto, un handicap caratteriale da combattere e da superare.

Purtroppo, però, i modelli di oggi sembrano riproporre quasi sempre lo stesso clichè della donna sottomessa.

Proprio così, seppure nel 2023, la donna è ancora  inconsciamente succube di un potere maschile trasversale.

Sono numerosi gli uomini che oggi affollano i social con le loro parole di vicinanza per la tragedia di Giulia, ma sono certa che molti di loro sono lì a scrivere per dovere, per mantenere una facciata imposta dal proprio ruolo.

Uomini che in fondo la pensano come Filippo Giambruno che indirettamente incolpa la donna qualora si trovi in situazioni di pericolo.

Viviamo purtroppo in un paese dove ancora oggi se giri per strada con una gonna senti il fischiettio di sottofondo di quegli uomini che si sentono in diritto di commentare i tuoi abiti.

Quegli abiti che in caso di violenza diventano argomento di dubbio, di insinuazione: “Che cosa indossava la vittima? Quanto era corta la gonna?””

La verità è che bisogna agire nelle scuole ed educare fin dalle elementari maschi e femmine a conoscere e a gestire le proprie emozioni.

Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne
Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne

La violenza fisica inizia molto prima del tragico epilogo

Le donne devono essere in grado di intercettare i segnali che, all’interno di una relazione, stanno indicando che c’è qualcosa che non va.

Gelosia eccessiva, desiderio di possesso, tendenza a sminuire la figura altrui: sono soltanto alcuni dei comportamenti che ogni donna deve subito identificare come malati e pericolosi.

Ogni donna che si dovesse trovare in una situazione a rischio deve poi sentirsi al sicuro e procedere con una denuncia.

Spesso, infatti, un altro grave problema è la scarsa credibilità riservata alle donne che denunciano violenze.

Le richieste di aiuto molte volte vengono sottovalutate e alle donne è consigliato di risolvere autonomamente le liti familiari, anche quando si tratta di abusi gravi e ricorrenti.

Abbiamo detto che serve una rivoluzione culturale per cambiare questa realtà.

È fondamentale riconoscere i segnali di abuso e cercare aiuto per sé stesse o per gli altri.

Le vittime di violenza spesso sono donne indipendenti e autonome, che possono spaventare gli uomini insicuri.

La mentalità che gli uomini debbano essere forti e dominanti deve cambiare. La discriminazione di genere persiste purtroppo in molte forme.

Il 25 novembre, Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, è tra pochi giorni.

E non può essere soltanto una carrellata di post e di slogan per lavarsi la coscienza.

Le donne in difficoltà devono poter contare su aiuti concreti.

Wall of Dolls e la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne

Io ci metto la faccia dice quest’anno Wall of Dolls la onlus fondata da Jo Squillo e Francesca Carollo e che dal 2014 tende realmente la mano alle donne in difficoltà.

Wall of Dolls: sabato 25 novembre alle ore 14 in Piazza de Ferrari 

In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne Wall of Dolls presenta La Bellezza della Rinascita, in collaborazione con Rotary Club Genova San Giorgio e con la partecipazione di Giusy Versace in qualità di madrina e fondatrice insieme con Jo Squillo e Francesca Carollo.

Una società moderna punta alla parità di genere: l’impegno di Wall of Dolls per dice NO alla violenza sulle Donne

“Il tema della violenza di genere è purtroppo ancora molto attuale – spiega l’assessore alle Pari Opportunità Simona Ferro – basta aprire i giornali e vedere quanto ancora ci sia da fare e a quanti episodi di violenza assistiamo”.

È perciò fondamentale mantenere alta l’attenzione e sensibilizzare sul tema.

“Noi guardiamo soprattutto ai più giovani – prosegue l’assessore Simona Ferro – che a scuola, oltre alle altre materie, devono imparare anche a rispettare il prossimo. I ragazzi devono avere il massimo rispetto per le compagne di scuola e di vita.

Wall of Dolls ha il grande merito di parlare ai giovani attraverso l’arte. La Bellezza della Rinascita ribadisce ancora una volta la straordinaria potenza dell’arte e della cultura, che attraverso l’esaltazione del “bello”, inteso come concetto universale, riusciranno davvero a raggiungere un’ampia platea di pubblico e a sensibilizzare tutti quanti, soprattutto i più giovani, sull’importanza del contrasto alla disuguaglianza, al divario di genere e alla violenza sulle donne”.

“Ognuno di noi nel suo piccolo può aiutare a costruire una società moderna dove uomini e donne hanno gli stessi diritti e dove si parli di pari opportunità, quelle vere – dice Barbara Bavastro, coordinatrice Wall of Dolls Liguria – Wall Of Dolls è un mezzo per arrivare alle persone, per diffondere il messaggio: NO alla violenza sulle donne.

Tutte le volontarie mettono a disposizione il proprio tempo per creare un mondo migliore da lasciare ai nostri figli.

Ogni giorno sono presenti sul territorio per creare rete, sensibilizzare e fare informazione. È importante essere tutti presenti il 25 novembre in Piazza De Ferrari, uomini e donne, giovani e adulti. Per costruire insieme una società migliore volta alla parità di genere e alla non violenza”.

Wall of Dolls - Gionata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne - 25 novembre Genova
Wall of Dolls – Gionata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne – 25 novembre Genova

“Siamo circa 90 donne nel territorio di Genova – prosegue Barbara Bavastro – e lavoriamo intensamente per far sì che altre donne si sentano supportate.

Facciamo prevenzione anche nelle scuole: quest’anno prende il via un progetto con Regione Lombardia e Regione Veneto.

Presentiamo il docufilm “La bellezza della rinascita” dove si mostra appunto la rinascita di donne che hanno subito violenze inaudite, ma che sono riuscite a rinascere più forti di prima.”

Wall of Dolls: chiedere aiuto subito, al primo campanello d’allarme

Wall of Dolls rappresenta un esempio virtuoso, una realtà importante che consente alle donne in difficoltà di chiedere aiuto.

E’ infatti attivo lo Sportello d’ascolto Liguria dove al 3756700767 tutte le donne in difficoltò possono rivolgersi per denunciare il proprio partner o ex partner.

Si tratta di un passo difficilissimo da compiere e se una donna decide di procedere in questa direzione deve poter essere ascoltata con competenza e con aiuti concreti. Deve essere creduta e supportata.

Per questo è fondamentale che le donne che entrano in contatto con quante subiscono violenza siano adeguatamente formate da psicologhe per il primo intervento, come avviene con Wall of Dolls.

Bisogna chiedere aiuto subito, fin dalla prima violenza, anche se solo verbale e non sottovalutare nessun campanello d’allarme.

Inutile e dannoso rimandare e correre il rischio di aggressioni peggiori o addirittura mortali.

Giulia nutriva dubbi su Filippo e li aveva confidati ad alcune amiche. La sorella Elena, distrutta per la perdita di Giulia, lancia oggi il suo messaggio a tutte le donne.

“Per me è importante parlare alle ragazze, se vi riconoscete in episodi simili o comunque in situazioni dove non vi sentite sicure, chiedete aiuto.”

Poi, l’ultimo saluto virtuale all’amata sorella Giulia: “I love you, rest in power”

Rosella Schiesaro©

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Photo Credit UslUmbria2

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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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