LA SPEZIA – Bedini “non è pazzo”. E in aula ha dato uno spettacolo gratuito.
Il processo al falegname carrarese residente ad Aulla, accusato di duplice omicidio, entra davvero nel clou. Se con l’udienza precedente si era chiuso l’esame dei testi dell’accusa, nell’ultima seduta, sono stati ascoltati i consulenti delle parti; ed è lì che si è deciso definitivamente sull’inesistente infermità mentale di Daniele Bedini.
Effettuati gli accertamenti sui due omicidi di ragazze avvenuti a inizio giugno 2022, entrambi a Marinella di Sarzana, Nevila Pjetri e Carla Bertolotti, le vittime, furono uccise a colpi di pistola, l’ imputato il trentaduenne Daniele Bedini, fu arrestato poche ore dopo il delitto Bertolotti.
Nel corso delle indagini è spuntato anche un audio del primo delitto, quello di Nevila, avvenuto la notte tra il 4 e il 5 giugno 2022; il documento proviene dal video della telecamera di sicurezza di una pizzeria a oltre 100 metri dal luogo del delitto. Dal file ripulito dai Ris, si sentono quattro colpi di pistola non ravvicinati. Tra il primo e l’ultimo intercorre oltre un minuto. Una voce maschile urla “basta”, e poi una frase “in 40 anni non mi ci sono mai trovato”.
Molti altri altri indizi sembrano incastrare Bedini: tracce di sangue di Pjetri e Bertolotti sono state riscontrate sul furgone dell’uomo, mentre impronte dello stesso Imputato sono state rinvenute sulla Ford Fiesta di Bertolotti; di quest’ultima, tracce di sangue sono state riscontrate su un paio di scarpe del falegname.
Qualche mese fa l’accusato era stato definito capace di intendere e di volere. Quando fu depositata la perizia sulle condizioni psichiatriche del giovane falegname di Aulla (Mc) gli esperti erano stati chiamati a stilare una perizia psichiatrica sul presunto mostro di Marinella, e avevano preso tempo; dopo che al Tribunale di La Spezia era stata esaminata la richiesta dell’avvocato difensore di Daniele Bedini, già sotto accusa per il duplice femminicidio di Nevila Pjetri e Camilla Bertolotti, che aveva chiesto una perizia psichiatrica per il proprio assistito al fine di capirne meglio le capacità di intendere e di volere. La richiesta era stata dunque accolta, ma i tecnici scelti dal Tribunale hanno chiuso il lavoro solamente a febbraio di quest’anno.
Bedini avrebbe agito dalle parti di Marinella di Sarzana, dato anche l’esame del DNA che aveva dato corrispondenza al sangue rintracciato sul luogo del delitto.
Il Processo
Daniele Bedini era in videocollegamento da Novara, quando si era deciso di procedere con la perizia, carcere dove era stato trasferito in quanto, dando quasi seguito alle sue prime volontà di resistere all’arresto per l’accusa di femminicidio contro Pjetri, aveva tentato una rocambolesca fuga dalla casa circondariale di La Spezia e successivamente da quella di Cuneo.
Daniele Bedini adesso è sottoposto al regime di sorveglianza speciale 14 bis. E i risultati della perizia già allora avevano dimostrato che era capace di intendere e di volere al momento dei fatti, quindi abile al processo.
Questa volta gli esperti Gabriele Rocca, professore di psicopatologia forense presso l’Università di Genova e Pietro Ciliberti, direttore della Salute mentale di Asl3, hanno decretato che il Bedini, non è infermo di mente ma capace di intendere e di volere.
“Il quadro clinico di Daniele Bedini, al momento degli omicidi, non ha rappresentato una infermità né un’intossicazione cronica tale da escludere o scemare la capacità di intendere, ovvero la capacità di volere”, è stato sentenziato.
L’imputato, a passaggio concluso, è entrato in aula ed ha dato inizio ad uno show sbeffeggiando il pubblico. Rispondendo agli interrogativi del giudice su uno dei suoi tentativi di evasione, Daniele Bedini ha provocatoriamente consigliando di rimediare alle “grosse faglie del sistema di sicurezza” del penitenziario di Cuneo (dov’era temporaneamente detenuto in attesa del processo).
Foto Ansa.
NUNZIO FESTA